Interviste

AUDIO - Amelia: "Gasperini è la scelta giusta, può entusiasmare la piazza con il suo gioco"

L'ex portiere della Roma è intervenuto a Radio Romanista per ricordare lo Scudetto vinto esattamente 24 anni fa, e commentare l'arrivo nella Capitale di Gasperini

(Instagram)

PUBBLICATO DA La Redazione
17 Giugno 2025 - 19:51

In occasione del 24° anniversario del terzo Scudetto della Roma, Marco Amelia è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista. Tra i temi trattati, l'ex portiere e attuale tecnico del Sondrio ha ricordato il trionfo del 17 giugno 2001, e ha commentato l'arrivo in giallorosso di Gian Piero Gasperini. Di seguito le sue dichiarazioni:

Oggi hai ricordato su Instagram lo Scudetto del 2001. A distanza di oltre vent'anni, se chiudi gli occhi cosa ti viene in mente di quei giorni?

"La prima istantanea è il rientro negli spogliatoi dopo l'ultima gara contro il Parma, perché ci ha dato la certezza di aver raggiunto ciò che avevamo inseguito per tutta la stagione. Negli spogliatoi è iniziata la festa, perché c'era stata l'invasione in campo e siamo riusciti a far poco se non a veder la gioia dei tifosi. Siamo rientrati e abbiamo iniziato a celebrare quel trionfo di ormai 24 anni fa".

In quei momenti lì pensavi che quella sarebbe stata una svolta nella storia della Roma? Ti sorprende che sia rimasto l'ultimo Scudetto?

"Mi sorprende e mi fa arrabbiare, perché è impossibile che quella Roma, quella mentalità portata da Capello, non abbia portato più a nulla, e che anzi la Roma rischiò anni dopo. Negli anni successivi abbiamo visto una bella Roma con Spalletti, ma siamo stati troppo poco competitivi per lo Scudetto. L'ambiente avrebbe dovuto capire che per vincere serviva una certa mentalità, servivano quelle regole che aveva portato Capello dal Milan, che non a caso è uno dei club più titolati al mondo, e invece nel tempo la Roma non è riuscita a vincere quanto i tifosi magari avrebbe voluto. Di certo questo è un po' un cruccio perché è una piazza che poteva tranquillamente ambire a vincere per qualche anno come ha fatto il Napoli o altre squadre".

Ventiquattro anni dopo, oggi è stato presentato Gian Piero Gasperini: che ne pensi?

"Se a volerlo è stato Ranieri la scelta è giusta. Io sono stato con lui a Genova un anno e devo dire che il suo credo calcistico per una piazza come Roma può essere entusiasmante, con l'augurio che tutti possano seguirlo. In questo momento c'è da costruire una mentalità ambiziosa e questo si fa con il lavoro. In questo Gasperini e il suo staff rappresentano una delle scelte migliori che Ranieri potesse prendere".

L'esperienza di Juric alla Roma, in cui ha cercato di portare concetti anche vicini a quelli di Gasperini, rischia di portare confusione nella testa di chi rimarrà con il nuovo tecnico?

"Juric lavora molto con il metodo di Gasp. Magari sono due caratteri diversi e hanno due impatti diversi, però chi rimane saprà già che si lavorerà tanto atleticamente, e che c'è da cambiare tanto a livello di gioco anche rispetto alla Roma di Ranieri. Mi viene difficile da pensare che Gasperini sia stato preso con l'idea di cambiare il suo stile di gioco in un ambiente che se si entusiasma può fare la differenza".

Che ne pensi di Gattuso come nuovo C.t dell'Italia? Come si conquista l'attaccamento alla maglia azzurra che sembra un po' mancare oggi?

"Questo attaccamento arriva meno perché dal Mondiale in poi purtroppo la mentalità ha portato ad aver sempre meno attaccamento alla Nazionale. Secondo me è diventato troppo facile indossare la maglia della Roma, c'è chi è arrivato a farlo da giovanissimo, chi senza neanche giocare in Serie A, e quindi poi si va a disperdere il senso della Nazionale. Oggi c'è bisogno di personaggi come Gattuso, di personaggi che sappiano quanto vale quella maglia e cosa significa indossarla, in un momento di seria difficoltà dal punto di vista del morale e dei risultati, perché dobbiamo fare una scalata per tornare al Mondiale, dove non riusciamo più a qualificarci. Sono convinto che l'avvento di Gattuso e il binomio con Buffon, e magari dando più voce in capitolo ai giocatori che hanno vestito tante volte questa maglia, sono convinto che i più giovani capiranno che vuol dire andare in Nazionale. Ai miei tempi in Nazionale ci si andava anche con una gamba rotta perché non si vedeva l'ora, e anche questo va recuperato".

Falsini sembra destinato a lasciare la Roma Primavera. Qualcuno si è fatto sentire da Trigoria?

"No, non ho parlato con nessuno anche perché a livello dirigenziale della prima squadra stanno prendendo decisioni, come quella per il nuovo ds. Non ho parlato con nessuno dalle parti di Trigoria, poi io sono nato lì dentro, quindi è chiaro che se mi dovessero chiamare mi metterò seduto a tavolino lì. Anche perché il mio modo di vedere il calcio è molto vicino a quello del nuovo allenatore della prima squadra, Gasperini".

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