Un'altra beffa: la Roma Femminile cade in finale di Women's Cup, trofeo alla Juve
Giallorosse battute 3-2 al 92’, con Thomas che vanifica una prova di elevata qualità. Fa male, ma la strada è quella giusta

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La solita finale con la Juventus, la solita sconfitta beffa nel finale. Al “Menti” di Castellammare le giallorosse sono cadute contro la squadra di Canzi al termine di una sfida equilibrata e capace di raccontare tanto delle possibilità e dei limiti delle romaniste in questo nuovo progetto tecnico.
Tra le difficoltà che si sono viste più volte nella nuova Roma di Rossettini c’è la sofferenza nelle primissime battute di gara, proprio come è successo ieri: dopo soli 4’ le giallorosse si sono fatte trovare scoperte sulla destra, dove Thomas ha crossato al centro per la conclusione vincente di Vangsgaard. Le romaniste ci hanno messo un po’ a prendere confidenza con l’avversaria, ma sono migliorate al crescere del ritmo e della spinta sulle fasce. Al 27’ un’ottima palla gol per Kuhl, due minuti dopo una traversa colpita da Giugliano e un palo da Haavi sull’immediata ribattuta e alla mezz’ora la stessa Haavi con la solita scintilla decisiva: la numero 11 ha ricevuto palla sulla sinistra, saltato di netto Thomas rientrando verso il centro, per poi scoccare un destro imprendibile per Peyraud-Magnin valso il meritatissimo pareggio romanista. Dopo Haavi anche Bergamaschi ha sfiorato la rete con un colpo di tacco da dentro l’area che avrebbe coronato un gran primo tempo dell’ex bianconera.
Dopo un primo tempo equilibrato ma con la Roma in crescita, la ripresa è cominciata all’insegna di qualche errore di troppo dettato dalla tensione e da episodi non sfruttati da entrambe le parti. Al 53’ Lukasova ha commesso un erroraccio regalando palla nell’area piccola a Girelli che non ne ha approfittato, mentre dopo l’ingresso di Greggi e Viens al 60’, la stessa canadese ha sprecato una ghiottissima ripartenza in superiorità numerica per il potenziale 2-1. Come spesso accade in partite del genere, una Juve pur meno brillante della Roma ha colpito al 69’ con un gran tocco di Bonansea su calcio d’angolo: da sempre sanno sfruttare meglio gli episodi e questo tipo di situazioni, ma ancora una volta la squadra di Rossettini ha saputo reagire senza accusare il colpo dal punto di vista psicologico. Tanto per cambiare, l’ispirazione è arrivata da Haavi, stavolta autrice di un cross perfetto da destra per l’inserimento di Giugliano, abilissima a battere Peyraud-Magnin in tuffo di testa. Poi ancora la Roma, addirittura vicina al 3-2 con Viens ma poi punita dall’ennesimo episodio su calcio piazzato, proprio quando la gara sembrava destinata ad andare ai supplementari. Corner battuto dalla destra, nuovamente difesa un po’ bloccata e Lukasova decisamente incerta come in buona parte della sfida, così Thomas ha colto l’occasione per toccare verso la porta e siglare il gol vittoria della Juventus al 92’.
Perdere una finale fa sempre male, soprattutto nel recupero della ripresa, ma questo è un ko che ha più sfaccettature: la Roma sa di dover migliorare negli approcci alle partite, deve smettere di non approfittare delle tantissime opportunità create e deve concedere di meno sui calci piazzati, perché sono aspetti che contro squadre come la Juve si pagano caro. Da ieri però sa anche che il livello di identità, idea di gioco e tenuta è già molto alto per essere al principio di un cammino, sa che la strada seppur lunga, è quella giusta. Quella della vera Roma.
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