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L'emozione di poter sognare ancora

Dietro la sfida dell’Olimpico, c’è un mondo tutto da scoprire. C’è un futuro che da domani sera potrebbe essere meno lontano. Una specie di presente già opzionato per i mesi che verranno. Con basi concrete

, di LaPresse

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14 Aprile 2021 - 08:30

Qui non si tratta (solo) di eliminare l'Ajax e andare avanti. Qui c'è da recuperare il tempo perduto. Ritrovare antiche sensazioni, togliere la polvere dal cuore e tornare a sognare. Perché, in fondo, il pallone non serve altro che a sognare. Che cosa è, se non un sogno realizzato, poter urlare tutta la propria gioia per una vittoria? O sentirsi importanti, anche se non si conta niente, per il brivido di un gol?
È cambiato il modo di tifare all'esterno, non dentro noi stessi. Dentro c'è sempre la paura mischiata al coraggio; la tensione a braccetto con la calma; il sorriso che fa a botte con il pianto. Dentro ci sono le emozioni. Quelle che ti fanno vivere una partita, qualsiasi partita, come se fosse la più importante della tua vita di tifoso. Anzi, di amante della Roma. Un amante troppo spesso tradito, ma sempre pronto a dimenticare tutto, a perdonare in cambio di un'emozione forte.
Qui non si tratta (solo) di eliminare gli olandesi e proseguire l'avventura in Europa League. Dietro la sfida dell'Olimpico, c'è un mondo tutto da scoprire. C'è un futuro che da domani sera potrebbe essere meno lontano, ad esempio. Una specie di presente già opzionato per i mesi che verranno. Con basi concrete; o meglio, più concrete rispetto a quelle attuali. Basi sportive e economiche.
Ecco perché la Roma non può, non deve sprecare l'occasione. L'occasione di emozionare e di emozionarsi. Facile a dirsi, complicato riuscirci. Il risultato della gara di Amsterdam non deve trarre in inganno nessuno, non deve illudere che tutto o quasi sia stato già fatto. Vietato ragionare sul passato. Obbligatorio concentrarsi sul secondo tempo da novanta minuti della sfida. Sarà un'altra battaglia, vedrete. Occorrerà usare tanto le gambe ma ancor di più la testa. E limitare al minimo il margine di errore in entrambe le fasi di gioco. Servirà la Roma d'Europa, non la Rometta di campionato. Daje.
E, nell'attesa di una verifica diretta, va aggiunto che se i calciatori metteranno in campo (anche) un po' di voglia di sognare, tutto potrebbe risultare meno problematico. Non è un calcolo matematico, ma un'ipotesi molto probabile. «Se puoi sognarlo, puoi farlo», giusto?
Roma, nun fa' la stupida domani sera...

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