ASCOLTA LA RADIO RADIO  
la partita

La Roma si copre di ridicolo

Regalati due gol in 15 minuti, come se l’incubo derby non fosse svanito. Poi il recupero. Follia all’inizio dei supplementari, poi chiudono Verde e Saponara

20 Gennaio 2021 - 08:30

L'incubo non finisce, ai quarti di Coppa Italia ci va lo Spezia per aver vinto 4-2 sul campo come cinque anni fa (allora fu ai rigori, stavolta sono bastati i supplementari, dopo una gara sempre in rincorsa dopo due gol regalati all'inizio, il pareggio a metà ripresa e gli incredibili errori di Borja Mayoral prima del 90'), ma avrebbe vinto comunque perché Fonseca, senza essere fermato da nessuno dei suoi dirigenti, né in panchina né in tribuna, ha effettuato sei sostituzioni dopo una doppia, ridicola espulsione nei primi trenta secondi del primo tempo supplementare, ma sei sostituzioni non sono consentite in Italia, nel mondo e neanche nella repubblica delle banane, se nel calcio ne esistesse una. Così lo Spezia avrebbe vinto comunque a tavolino, proprio come il Verona alla prima giornata di campionato e stavolta qualche testa rotolerà perché quello che sta accadendo alla Roma è davvero impensabile.

Un incubo è stato l'inizio della partita, con le maglie bianche che sembravano solo celesti più stinte, non tanto per le trame di gioco, quanto per l'irresistibile tentazione dei giallorossi di regalar palloni su palloni agli avversari, un po' come avevano fatto per quasi tutta la partita con la Lazio. Da non credere, anche in questa partita dopo pochi minuti si stava sotto 0-2. Eppure dopo venti secondi Mayoral era già da solo con la porta vuota davanti, scavalcato pure il portiere dopo un clamoroso svarione difensivo delle seconde linee dello Spezia mandate in campo da Italiano come se questo fosse solo l'allenamento per la vera partita di sabato. Ma Mayoral quel pallone l'ha spedito nella curva vuota, mentre poco dopo Krapikas, il portiere lituano di riserva dello Spezia, ha trovato con un tracciante larghissimo a sinistra Saponara che con un semplice tocco d'interno ha mandato in area Maggiore: il calcio più verticale che ci sia. L'azione sembrava finita lì, però, perché l'interno spezzino s'è trovato di fronte Cristante e Mancini in recupero, e invece ha provato in doppio passo ad entrare tra i due e ha sapientemente cercato il contatto con Cristante che non è un difensore e non conosce le malizie dei difensori, per cui ha solo tenuto il piede ben piantato sulla terra, mentre l'avversario ha sbattuto il ginocchio sulla sua gamba. Un rigore più cercato che reale, ma nel momento in cui Ghersini lo concede nessun Var lo può togliere: e Galabinov ha trasformato. Al 6' già 0-1. All'8' Pedro ha mancato il pareggio di tacco, sul corner su uno schema Cristante avrebbe potuto battere a rete, ma non è riuscito a deviare, al 10' un gran lancio per Borja Mayoral in taglio dal centro verso destra ha costretto Krapikas a uscire dall'area, sul contrasto col portiere molto fuori area la palla è carambolata su Pellegrini, ma mentre Lorenzo pensava già di calciare in porta è arrivato il fischio dell'arbitro a sancire un fuorigioco che il replay ha evidenziato assai discutibile: un altro errore ai danni della Roma, col Var un'azione così va conclusa, poi semmai rivista col microscopio. Che non fosse serata s'è capito pochi minuti dopo, al 15', quando Kumbulla ha rinviato malissimo una palla dal fondo, beccando giusto Deiola che ha verticalizzato su Galabinov e da questi il pallone è arrivato a Saponara che dentro l'area ha cercato e trovato l'angolo a sinistra di Pau Lopez: 0-2 e tanti saluti alle marcature preventive della Roma. Un incubo, in pratica. Ma qui la squadra giallorossa ha avuto il merito di ricompattarsi.

Rispetto al derby, Fonseca ne aveva cambiati cinque: Cristante e Kumbulla dietro con Mancini, Bruno Peres per Karsdorp, Pedro e Mayoral in avanti con Mkhitaryan, con Villar e Pellegrini in mezzo. Di fronte ampie rotazioni anche per Italiano: addirittura otto i cambi rispetto a Torino, con un bel 433 sempre piuttosto sfrontato con un tridente composto dal rapido Agudelo, il tecnico Saponara e l'ariete Galabinov. Tatticamente, la Roma non ha sofferto lo Spezia, ma è andata in difficoltà per le sue stesse paure. E quando si è resa conto che stava gettando al vento anche la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, contro la squadra che già cinque anni fa l'aveva sbattuta fuori, e appena quattro giorni quel derby disastroso, ha ripreso a giocare. In pochi minuti ha costruito cinque occasioni da rete, entrando soprattutto a sinistra e per vie centrali, con Spinazzola sugli scudi, ma impreciso nelle conclusioni, con Pellegrini da fuori, con Borja Mayoral sull'esterno della rete, con Pedro a un centimetro dal tocco decisivo, ancora con Pedro. Poi al 42' una bella infilata di Pedro per Pellegrini è stata stroncata ingenuamente in area da Ismajli, rigore trasformato dallo stesso Pellegrini e intervallo declinato più alla speranza che alla paura.

Ma nella ripresa la Roma è partita piano, troppo piano per pensare di risolvere la questione in poco tempo. Il protagonista negativo della frazione è stato Mayoral che ha mancato tre gol clamorosi, uno per un tocco malandrino di Ismajli quando stava per arrivare la deviazione vincente dello spagnolo, ma due per suoi imperdonabili demeriti: al 22', ancora sull'1-2, su percussione esterna di Pedro sul filo del fuorigioco, con palla perfetta orizzontale e deviazione alta sulla traversa praticamente ad un metro dalla linea della porta, l'altra, ancora più grave, sul 2-2, a quattro minuti dalla fine, quando un retropassaggio avventato di Vignali lo ha messo a tu per tu con Krapikas, con tutto il tempo peraltro per piazzare il colpo, e lo spagnolo se l'è preso tutto, per mandare però la palla malinconicamente fuori. Il pareggio era arrivato invece grazie ad un assist di Borja, a chiudere un bel triangolo con Mkhitaryan, poi bravissimo davanti al portiere in uscita a toccare la palla sotto e a riportare in equilibrio questa incredibile partita. Nel secondo tempo lo Spezia ha badato solo a difendersi, ma ha rischiato la clamorosa beffa al 94', con una bella girata di Piccoli deviata in corner da Pau Lopez. L'attaccante aveva preso il posto di Galabinov a metà secondo tempo, con Dell'Orco al posto di Ramos e Ricci per Leo Sena, mentre nello stesso minuto Fonseca aveva inserito Veretout per Villar e Karsdorp per Spinazzola. Nel finale di partita erano entrati anche Acampora per Deiola e Perez per Mkhitaryan.
Ad inizio dei supplementari l'ennesimo record negativo registrato dalla Roma: in trenta secondi due espulsioni, di Mancini per un'entrata fallosa quanto gratuita a centrocampo (secondo giallo, fuori) e, colpa imperdonabile, di Pau Lopez sulla punizione che ne è susseguita, con la palla buttata alle spalle della linea difensiva (che aveva avuto ovviamente tutto il tempo per posizionarsi, ma del resto Cristante non è un difensore e l'utopia di sistemarlo dietro per far partire bene l'azione sta lì a inchiodare anche Fonseca alle sue responsabilità), e il portiere che uscito alla disperata ha lisciato il pallone e travolto Piccoli fuori area. Punizione e rosso.
E qui il fattaccio: Fonseca si guarda intorno e decide di inserire Ibanez per Pedro e Fuzato per Cristante e risistemare la squadra con il 4-3-1. Solo che con quattro sostituzioni sarebbero sei con queste altre due, Pellegrini si avvicina alla panchina e lo fa notare, i dirigenti rassicurano Fonseca che una deroga al regolamento lo consente, ma chissà in quale, non quello federale anche se c'è il giallo del quarto uomo che lo avrebbe autorizzato. In nove la Roma resiste un tempo, poi nel secondo Verde e Saponara chiudono la questione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA