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Final Four Champions

la sfida tra Francia e Germania. Tre tedeschi più Rudi da campioni

Le prime quattro d’Europa. Nagelsmann, Tuchel e Flick con il quarto incomodo Garcia si giocano la Champions

Rudi Garcia

Rudi Garcia

17 Agosto 2020 - 15:00

Tre tedeschi sul tetto d'Europa, quasi quattro. Sì, perché le Final Eight di Lisbona hanno dato il loro responso e ridotto a quattro le pretendenti alla coppa dalle grandi orecchie. Non senza riservare sorprese e spettacolo.


E tutto all'insegna di Germania e Francia. Con protagonisti tre tecnici tedeschi: Hans-Dieter Flick, condottiero della corazzata Bayern Monaco che qualche sera fa ha umiliato niente meno che il Barça di Messi e compagni; Julian Nagelsmann, il ragazzo prodigio che a 33 anni si è lanciato nel grande calcio a tutta velocità, come una Red Bull, non a caso nel Lipsia, la squadra rivelazione di questa edizione della Champions League; Thomas Tuchel, uno che è divenuto noto al grande calcio grazie al modello Dortmund che ha contribuito a esportare e ha spiccato il volo per uno dei club più ricchi del mondo, quello della capitale della Francia, il Paris Saint Germain, che certamente non proprio come un'ossessione ma dopo essersi "annoiato" di vincere la Ligue 1 vuole arrivare finalmente in fondo anche in Champions. Più uno francese, quello del Lione, ma con un nome tedesco, l'ex allenatore della Roma e che la Roma nel cuore ancora un po' ce l'ha, Rudi Garcia, che il papà chiamò così in onore di un ciclista in voga in Germania negli Anni 60, Rudi Altig, di cui era grande tifoso.


Dunque una sfida incrociata tra Germania e Francia, che anche la politica internazionale ha salutato con entusiasmo, se il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ha twittato oltre il semplice sport: «A Bruxelles come sul campo, Francia e Germania sono i motori dell'Europa! La cancelliera Merkel non mi biasimerà se martedì e mercoledì sosterrò Psg e Lione...». Una sfida tra due mondi calcistici europei che da sempre vengono considerati - almeno a livello di squadre di club - di secondo livello e che invece, conti alla mano, hanno soppiantato le tradizionali rivali blasonate del vecchio continente. A casa le spagnole, le inglesi e le italiane, se la giocheranno loro, il Bayern Monaco e il Lipsia, che nel caos della pandemia da coronavirus hanno ripreso subito a giocare, facendosi con la Bundesliga i portabandiera del dopo lockdown, e il Paris Saint Germain e il Lione, che invece con la Ligue 1 hanno interrotto tutto e subito (non sono mancate le polemiche, soprattutto da parte del Lione che doveva giocarsi la Champions con la Juventus) e sono rimasti fermi praticamente fino a poco prima del fischio di inizio delle Final Eight portoghesi. Tutte e quattro contro il favore del pronostico, visto che in pochi si aspettavano che le tedesche fossero ancora in palla ad agosto inoltrato avendo ripreso prima degli altri e che le francesi fossero "già" così fresche nello stesso periodo nonostante le poche partite nelle gambe.


Tanto che addirittura l'Atalanta - che un po' se l'è giocata, in effetti col Psg - veniva data da alcuni come possibile outsider per superare l'ostacolo dei ricchissimi parigini. Una bella rivincita, soprattutto del calcio francese (l'ha sottolineato con un tweet Mbappé ironizzando sul soprannome della Ligue 1 "farmers league" - il campionato dei coltivatori di talenti) che da quest'anno incasserà 1,1 miliardi di euro a stagione per diritti tv e che ha chiuso i battenti in anticipo ma riaprirà per primo il prossimo week end. Forse l'exploit di Champions non se l'aspettavano nemmeno loro.

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