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Verso la ripresa

Cartonati, schermi o effetti tv: così il calcio prova a riempire gli spalti vuoti

Per Roma-Samp anche l'Olimpico diventa virtuale con l'iniziativa lanciata da Socios.com. Ma Gravina spera per luglio: «Il pubblico è l'ultimo tassello per la normalità»

16 Giugno 2020 - 12:59

È iniziato il conto alla rovescia per Roma-Sampdoria. Tra nove giorni la macchina giallorossa si rimette in moto ma all'Olimpico mancherà una componente fondamentale: i tifosi. La Roma ha detto no alle sagome di cartone sugli spalti ma insieme a Socios.com - sponsor del club - lancerà l'iniziativa Front Row che permetterà ad alcuni tifosi di essere virtualmente allo stadio. Ai possessori di fan token As Roma e ai tifosi che parteciperanno a un contest social sarà data la possibilità di inviare un video che sarà poi proiettato sui cartelloni luminosi che circondano il campo di gioco.

L'iniziativa è andata già in scena durante Juventus-Milan di Coppa Italia, visto che anche il club bianconero è partner commerciale di Socios.com. Per i tifosi in carne e ossa allo stadio bisognerà ancora attendere, visto che il dcpm vieta l'ingresso degli spettatori fino al 14 luglio. Ieri il presidente Gravina ha rilanciato la proposta di riaprire gli spalti al pubblico prima della fine del campionato: «Normalità significa che il nostro Paese per una serie di ragioni stia ritornando a riconquistare spazi e capacità di relazione - ha detto a Radio Anch'io Sport - Manca l'ultimo tassello per quanto ci riguarda, ma credo che se l'evoluzione così positiva della curva epidemiologica ce lo consentirà. Vedere i nostri tifosi all'interno degli stadi credo sia l'ultimo tassello e potrebbe dare il senso reale di un ritorno alla normalità». L'obiettivo sarebbe quello di far entrare rientrare i tifosi in numero controllato per le ultime cinque o sei giornate di campionato.

A dettare la linea sarà comunque la curva epidemiologica. I dati sono incoraggianti e quasi in tutta Italia si è già andati verso la riapertura di discoteche, cinema e teatri, seppur con tutte le restrizioni del caso. Lo stadio potrebbe essere l'ultimo luogo-tabù a cadere, ma le incognite restano tante. Qualora fosse varata l'apertura, gli impianti subirebbero una netta riduzione della capienza e tra le ipotesi c'è quella di limitare i posti al 10% del totale. Una percentuale simile rispetterebbe a pieno le norme del distanziamento sociale ma potrebbe generare un problema alle società, visto che per la maggior parte dei club di Serie A questi numeri non basterebbero a garantire l'accesso a tutti gli abbonati. C'è poi la questione relativa alla fruizione dell'evento. Sarà obbligatorio occupare un posto ogni due metri circa e saranno vietati gli abbracci. Ma chi o cosa impedirà ai tifosi di entrare in contatto mentre esultano per un gol? Un interrogativo che per ora non trova risposta, ma l'Italia del calcio avrà tempo per pensarci, magari osservando come si comportano quei Paesi che stanno riaprendo al pubblico. In Serbia per il derby Partizan-Stella Rossa è stato concesso l'accesso a circa 25mila tifosi senza particolare distanziamento sociale in tribuna. In Polonia a partire da questo fine settimana gli impianti apriranno al 25% della capienza, ma senza tifosi ospiti. Va detto però che in entrambi questi Paesi l'epidemia non ha mai raggiunto le proporzioni italiane.

Sagome e altri rimedi

In attesa di riaprire al pubblico, il calcio europeo ha attivato fantasia e ingegno per coprire il desolante spettacolo degli spalti vuoti. La Bundesliga è stato il primo grande campionato a ripartire e dal Borussia Moenchengladbach è arrivata l'idea di riempire la curva del Borussia Park con le sagome a grandezza naturale dei tifosi. Bastava inviare la propria immagine e un contributo di 19 euro da devolvere in beneficenza ad associazioni locali. L'iniziativa è piaciuta a tanti (oltre 12mila le sagome realizzate) ma non a tutti, visto che sotto ai cartonati è apparso anche uno striscione contro la ripresa a porte chiuse: «Il calcio senza tifosi è nulla».

Più interattiva la trovata dei danesi dell'AGF che hanno portato i tifosi allo stadio tramite Zoom, l'applicazione per le conferenze con utenti multipli. Lo stadio virtuale è stato diviso in 22 sezioni, proprio come un impianto vero, dove i tifosi possono accedere con un ticket gratuito e collocarsi a seconda che sostengano la squadra di casa, quella in trasferta o siano neutrali. Alla Ceres Arena, casa dell'AGF, sono stati montati maxi schermi che mostrano i tifosi intenti a seguire la sfida in diretta. Tutta televisiva è invece la soluzione spagnola, che per coprire i vuoti ha optato per un filtro che dava a chi era a casa l'illusione ottica degli spalti pieni. Ma all'occorrenza il filtro è stato anche utilizzato per finalità pubblicitarie. Ancora tutta da esplorare è la tecnologia della realtà aumentata di OZ Sports e RVX. Indossando un apposito dispositivo per la visione a 360 gradi, il tifoso può avere la sensazione di vivere la partita in maniera dinamica, scegliendo il proprio posto allo stadio e sostenendo la squadra con la voce grazie a un sistema che riesce a veicolare l'audio in diretta. Tutti palliativi che provano a farci dimenticare l'insostituibile emozione del tifo dal vivo.

OZ Sports and RVX - Stadium Augmentation from OZ.com on Vimeo.

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