AS Roma

La Roma di nuovo in gruppo a Trigoria: fari puntati su Mkhitaryan

La squadra torna agli allenamenti collettivi: da oggi consentite anche le partitelle. L’armeno può essere l'arma in più nel finale di stagione. E si lavora per il riscatto

, di LaPresse

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PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
25 Maggio 2020 - 07:00

Ci siamo. La settimana decisiva è appena cominciata. Tanto per la ripresa del campionato, quanto per gli allenamenti. Entro il 28 dovrebbero essere sciolte le riserve sul ritorno della Serie A. E da oggi la Roma rientra a Trigoria ad allenarsi in maniera completa. Qualche seduta collettiva è già andata in scena negli ultimi giorni, ma sempre seguendo le regole del distanziamento. In soldoni, l'uso del pallone era stato limitato ai tiri in porta e a qualche prova di schema tattico. Ancora niente partitelle, che però da oggi hanno il via libera allo svolgimento anche dalla Federazione.

Dunque la lunga trafila verso il ritorno alla normalità sta per arrivare al culmine, proprio nei giorni in cui si valuta il prosieguo della stagione agonistica. A due mesi e mezzo di distanza dall'ultima seduta completa della squadra, in quella che avrebbe dovuto essere la vigilia del match di Europa League contro il Siviglia. Poi due mesi di allenamenti domestici, con i necessari consigli in videochiamata da parte di Fonseca, dei preparatori e dei nutrizionisti.

Il ritorno al Fulvio Bernardini a inizio maggio, dopo tre giorni di accuratissime visite cliniche con la collaborazione degli specialisti del Campus Biomedico, ricominciando il lavoro in tre gruppi scaglionati in diverse fasce orarie. E adesso, dopo altri cicli di tamponi (sono stati in totale cinque quelli ai quali si è sottoposta la squadra), si riparte tutti insieme. Anche con le partitelle, in vista di uno sprint di preparazione che dovrà portare tutti i giocatori al massimo possibile per la metà di giugno. Quando presumibilmente ci si tufferà nuovamente in clima campionato.

Sembra ormai un ricordo sbiadito, ma gli ultimi turni del torneo avevano riproposto una squadra in crescita, dopo il pesante calo a cavallo fra gennaio e febbraio. La Roma stava ritrovando il bandolo della matassa, grazie soprattutto all'ottima vena di Henrikh Mkhitaryan. Un problema muscolare alla coscia lo aveva tolto dai giochi proprio nel momento più complesso, ma il suo ritorno dall'ultimo infortunio era stato in grande stile. Tre gol e tre assist nelle cinque gare disputate in quel lasso di tempo: un evidente peso specifico nella manovra offensiva che hanno portato Fonseca a schierarlo sempre titolare in quel periodo. Fino alla partita vinta a Cagliari (l'ultima giocata dalla Roma prima dello stop per la pandemia), nella quale l'armeno si è distinto come vero e proprio mattatore.

La stima che il tecnico portoghese ripone nei suoi confronti non è certo un mistero. Tutte le volte in cui ne ha parlato pubblicamente, gli elogi si sono sprecati. E anche lontano da taccuini e microfoni, l'allenatore non fa che tessere lodi sperticate del fantasista. Giocatore dotato evidentemente di talento cristallino, ma anche e soprattutto di intelligenza fuori dal comune. E non soltanto calcistica.

Dopo una prima parte di stagione poco fortunata perché condizionata da qualche noia fisica di troppo, Micki ha sprigionato tutto il suo potenziale, lo stesso che nel corso dell'ultimo decennio gli ha consentito di essere protagonista con le maglie di Shakhtar Donetsk, Borussia Dortmund, Manchester United e Arsenal. Proprio ieri ricorreva l'anniversario dell'Europa League alzata al cielo con la maglia dei Red Devils. L'armeno ha voluto celebrare la ricorrenza sui social, rinnovando la dedica del trionfo al padre. Di quel torneo è stato l'eroe, con sei reti in undici presenze, fra le quali quella che ha marchiato il nome dello United sulla coppa, nella finale di Solna contro l'Ajax (su assist di Smalling).

E nella stessa competizione avrebbe voluto riprovarci con la Roma quest'anno. Decisivo nell'eliminazione del Gent che ha sancito il passaggio agli ottavi, potrebbe continuare a esserlo se l'Europa League proseguirà in estate come pare. Poi il termine della stagione - sia pure prorogato a fine agosto - dovrebbe in teoria riportarlo all'Arsenal, club che è ancora proprietario del suo cartellino. Ma la Roma lavora da tempo per il suo riscatto.

Come nel caso di Smalling, per lo stesso Mkhitaryan le richieste sono elevate. Anche il trequartista però - come il difensore - ha manifestato in più occasioni la volontà di restare nella Capitale. La differenza fra i due (che sono peraltro coetanei) risiede nella scadenza dei rispettivi contratti con le società di appartenenza: quello del numero 77 scade il prossimo anno. Un termine che teoricamente avrebbe messo la Roma nelle condizioni di poter forzare la mano ai Gunners per strappare un prezzo vantaggioso. Ma i dieci milioni ipotizzati non sembrano bastare dalle parti di Londra Nord.

Un ruolo determinante nella trattative può però averlo l'agente del giocatore Mino Raiola, che cura gli interessi di Kluivert, che all'Arsenal piace. Ma sarebbe preferibile monetizzare un'eventuale cessione dell'olandese, in prospettiva di un mercato che necessita di cash, attualmente poco abbondante (eufemismo) nelle casse di Trigoria. E allora si prospetta un'ulteriore soluzione: il rinnovo del prestito di Mkhitaryan con obbligo di acquisto differito al prossimo anno. Espediente che imporrebbe però il rinnovo del contratto del giocatore con l'Arsenal.

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