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le iniziative

Da Dzeko a Fonseca: la Roma non si allena ma ci mette il cuore

Per il Covid-19 si svuotano il centro sportivo Bernardini e viale Tolstoj ma si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Fonseca: «La strategia ora è stare a casa»

15 Marzo 2020 - 08:00

Appuntamento a mercoledì. Forse. La Roma, come prevedibile, ieri ha ufficializzato l'annullamento della ripresa degli allenamenti che era stata programmata, con inevitabile scetticismo, per la giornata di oggi. Decisione logica e più che condivisibile, magari non da tutti, visto che ci sono società (bacchettate da Tommasi presidente del sindacato calciatori) che continuano a spingere perché almeno gli allenamenti possano proseguire, roba da pazzi per non dire di peggio. Non è detto, oltretutto, che la Roma si ripresenti a Trigoria mercoledì della prossima settimana. Il giorno della ripresa non è stato indicato a caso.

Ventiquattro ore prima, infatti, è in programma la riunione straordinaria dell'Uefa che dovrà decidere in primis sulle coppe europee. E molto probabilmente si deciderà per una definitiva sospensione (la prossima settimana sarebbero in programma le due partite di ritorno degli ottavi di finale di Champions, le sei di Europa League più gli impegni d'andata di Roma e Inter contro Sivigia Getafe). Il presidente Ceferin ha tentato di resistere sino all'ultimo, ma su spinta della stragrande maggioranza di federazioni e leghe, deciderà per lo stop. E poi si vedrà visto che ora non si può neppure immaginare quando sarà possibile tornare in campo senza rischi.

Gli allenamenti sono fermi, ma la Roma continua a muoversi con l'obiettivo di aiutare, sensibilizzare, tenere compagnia, regalare un sorriso. È di ieri un toccante messaggio del tecnico Fonseca che, se me ce ne fosse stato bisogno, ha ribadito le sue qualità umane: «In questo momento la strategia di gioco è chiara a tutti: stiamo a casa. Ed è quello che sto facendo anche io qui a Roma. Insieme possiamo vincere questa battaglia in Italia, in Europa e nel mondo e sono sicuro che questa emergenza sanitaria che ora ci separa, ci unirà di più in futuro», queste le parole con cui il portoghese ha voluto essere al fianco di tutti. Non solo Fonseca nella Roma.

Ieri ha fatto sentire la sua voce anche Edin Dzeko. Il bosniaco ha diffuso due video in cui ha invitato a sostenere l'ospedale Spallanzani perché è sacrosanto «aiutare chi ci aiuta». La Roma, dal canto suo, dopo i centomila euro devoluti dal presidente Pallotta e da Roma Cares, ha voluto partecipare idealmente ai tanti cori e canti che in questi giorni di reclusione in casa, hanno visto protagonisti i cittadini della nostra città. Molti di questi cori hanno visto protagonisti i tifosi giallorossi con la colonna sonora, quasi sempre, dell'inno vendittiano. A questo proposito la Roma donerà una maglia autografata al miglior video che si vedrà in questi giorni.

Allenamenti vietati e, ovviamente, l'obbligo di rimanere a casa, hanno svuotato Trigoria e la sede della società a via Tolstoj. Solo pochi giorni fa era difficile anche solo immaginarlo per il Fulvio Bernardini, sempre popolato all'interno e all'esterno da tifosi pronti a buttarsi sotto una macchina pur di avere un autografo o un selfie dei loro idoli. Le presenze a Trigoria sono ridotte al minimo, seguendo i dettami dello smart working che in questi giorni abbiamo cominciato a conoscere un po' tutti.

Sulla tv giallorossa va in onda soprattutto materiale di repertorio e, confessiamo, dopo aver rivisto i gol di Totti e di Dzeko, giusto per fare un esempio, la cosa c'è stata di compagnia fino quasi alla commozione. A lavorare per la televisione fissa c'è una persona adetta al ticker, ovvero quel serpentone con le notizie che vediamo scorrere in basso. In radio, invece, il palinsesto prevede comunque la presenza almeno di una persona davanti al microfono. Stesso programma ridotto al minimo è stato previsto per l'ufficio stampa, solo un rappresentante al giorno si presenta a Trigoria.

Lo stesso deserto, pure di più, c'è nella sede di via Tolstoj, dove soprattutto chi lavora nel commerciale, può tranquillamente continuare con un computer a farlo da casa. I contatti con i calciatori sono praticamente quotidiani. Tutti hanno avuto un programma di lavoro da fare, possibilmente, nelle loro abitazioni. Un programma più dettagliato lo hanno avuto i giocatori infortunati. Zaniolo, Zappacosta, Pastore e anche Perotti e Under, stanno seguendo un piano di lavoro che dovrebbe consentirgli di non prolungare i tempi di recupero.

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