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La Leva calcistica del '98

Villar, Perez e Ibanez si presentano: "Orgogliosi di essere alla Roma"

L'ex Barcellona: "Via dai blaugrana per un'altra grande squadra". Il brasiliano: "Mi piace la concorrenza". Il centrocampista: "Mi piace giocare da numero 8"

Perez, Villar e Ibanez nella conferenza stampa di presentazione con il ds Petrachi

Perez, Villar e Ibanez nella conferenza stampa di presentazione con il ds Petrachi

13 Febbraio 2020 - 08:50

Sessantatré anni in tre (ventuno a testa), ma già le idee chiare e la determinazione dei veterani. La leva calcistica della classe 1998 si presenta a Trigoria: Roger Ibañez, Gonzalo Villar e Carles Perez, i tre volti nuovi arrivati nel mercato di gennaio, hanno incontrato i giornalisti.

Queste le loro parole. 

Villar

 «Lavorerò duro». Faccia da ragazzino, ma nessuna vergogna per Gonzalo Villar, che non si problemi a prendere la parola spesso e volentieri a nome di tutti e tre: «Il nostro ambientamento procede bene - le parole del centrocampista di Murcia - Per ora abbiamo giocato pochi minuti, io soltanto contro il Sassuolo, ma adesso sta a noi lavorare duro e dimostrare di poter essere importanti per questa squadra.

Dobbiamo impegnarci duramente, essere scrupolosi e vivere questa avventura da veri professionisti». Gonzalo non nasconde la grande voglia che aveva di trasferirsi a Roma: un'ansia che, negli ultimi giorni di mercato, lo ha portato a perdere addirittura due chili, come raccontato dal suo ex allenatore: «È vero: i giorni tra il 20 e il 30 gennaio sono stati frenetici - le parole di Villar - ed è stato tutto un po' strano.

Ma avevo veramente voglia di venire qui, ma non si riusciva a chiudere la trattativa. Per fortuna poi le cose sono andate bene: ho recuperato la mia serenità e sono tornato alla mia vita». Un grande salto per il ventunenne spagnolo, che Petrachi ha prelevato dall'Elche, nella seconda serie spagnola: «Per me si tratta di un grande salto, ma sono pronto a dimostrare tutto il mio valore - confessa Villar - Inevitabilmente in una squadra come la Roma la pressione c'è, così come in tutti i grandi club.

Ma, come ha detto anche Paulo Fonseca, è giusto che chi non regge questa pressione si dedichi ad altro». Con Amadou Diawara ai box per il ko al menisco, Villar potrà giocarsi le sue chance: «Amadou è un grande calciatore, molto importante per noi: siamo dispiaciuti per il suo infortunio, speriamo possa tornare presto.

Io prediligo giocare come un numero otto, con un mediano più difensivo al mio fianco, ma nella mia carriera ho fatto anche la mezzala all'occorrenza. Posso giocare in qualsiasi ruolo del centrocampo e sono pronto a essere schierato ovunque deciderà il tecnico».

Perez

«Il Barça è il passato». Ha avuto modo di giocare con Messi, Suarez, de Jong e tutte le altre stelle dell'universo blaugrana, ma Carles Perez ora vede solo in giallorosso: «Se ho deciso di venire qui è perché ho intenzione di crescere e di diventare importante per la Roma - le parole dell'esterno offensivo catalano - Il Barcellona è il passato, il mio presente è la Roma: ho firmato un contratto di quattro anni e mezzo e farò di tutto per crescere in questo club».

Del resto, il fascino della squadra giallorossa travalica i confini italiani: «Anche in Spagna ho sempre visto la Roma come una grande squadra - prosegue Perez - Pur arrivando dal Barcellona, considero questo come un passo avanti per la mia carriera, perché devo dimostrare quanto valgo. Per me si tratta di un cambiamento importante: esco dalla mia comfort zone, quindi è una sfida per me».

Inevitabile, quindi, che l'ambientamento richieda un po' di tempo: «Nessuno ti regala niente: non si può pretende di arrivare in una squadra ed essere subito titolari. Devo lavorare duramente per guadagnare un posto importante». Nel suo approdo a Roma ha svolto un ruolo fondamentale lo stesso Paulo Fonseca: «La chiacchierata con lui e la fiducia che mi hanno mostrato sono state determinanti per la mia decisione di venire qui».

Il tecnico lo ha anche messo in guardia sulle marcature strette del campionato italiano, ben diverse da quelle della Liga: «Già in queste prime due partite ho avuto la prova di quanto siano duri i difensori italiani, come mi aveva anticipato Fonseca. Ma già nella seconda gara devo dire di essermi trovato meglio».

Ibañez

 «La concorrenza mi piace»Roger Ibañez, prelevato dall'Atalanta, è l'unico a masticare già l'italiano: «Loro sono una grande squadra, perciò sabato ci aspetta sicuramente una partita difficile - dice il difensore brasiliano - Per ora non ho avuto modo di parlare con Fonseca della Dea, ma stiamo preparando al meglio la sfida».

Alla Roma troverà molta concorrenza: un aspetto che, però, fa da stimolo per Roger: «Farò del mio meglio per conquistarmi un po' di spazio, nono soltanto da qui a giugno, ma anche oltre. È vero, c'è molta concorrenza, ma questo non mi spaventa».

Quindi l'ex atalantino traccia un rapido identikit di quelle che sono le sue caratteristiche: «Sono un difensore veloce e rapido: mi piace giocare con il pallone tra i piedi e far partire l'azione, ma queste sono soltanto parole. Dimostrerò sul campo quello che sono in grado di fare».

Martedì ha avuto modo di cementare il rapporto con i nuovi compagni a pranzo: «Abbiamo mangiato tutti insieme al termine dell'allenamento - racconta Ibañez - È stata un'ottima occasione per fare ulteriormente gruppo e per concentrarci sulla sfida di sabato, decisiva per quelle che sono le nostre ambizioni».

Nonostante sia arrivato soltanto da pochi giorni, il brasiliano (che ha passaporto uruguagio) dimostra di essersi già calato alla perfezione nella realtà giallorossa: «Sia io sia Villar e Perez conoscevamo già la storia della Roma prima di firmare: si tratta di una grande squadra, perciò non intendo paragonarci ad alcun calciatore del passato che ha vestito questa maglia.

Ognuno ha la propria identità: noi vogliamo soltanto fare del nostro meglio per ambientarci il prima possibile: lavoreremo duro per vincere dei titoli». Giovani, sì, ma con le idee chiare: la leva calcistica della classe 1998 giallorossa.

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