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Il protagonista

La Roma riparte da Zaniolo: è lui la stella del presente e del futuro

Nella passata stagione esordio da campione, poi aveva fatto nascere il dubbio Il derby lo ha restituito a Fonseca a livelli molto importanti

, di LaPresse

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02 Settembre 2019 - 10:14

Il dubbio non c'è più. Il dubbio che, un po' a tutti, era germogliato dopo le prime cinque-sei partite di Nicolò Zaniolo. Partite in cui aveva riempito gli occhi e acceso la fantasia della gente con una serie di giocate che avevano costretto anche a paragoni scomodi e impegnativi. Poi, dopo quegli effetti speciali, il ragazzo era come rientrato progressivamente nel ruolo dei giocatori normali. Un po' perché l'età è quella che è, ci sta che possano esserci alti e bassi, l'importante è saperli gestire. Un po' perché la passata stagione con l'arrivo di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma, fu costretto ad abituarsi al ruolo di esterno offensivo. Un po' perché non è sempre semplice saper gestire l'improvvisa notorietà, popolarità, ricchezza e magari si può cadere in qualche errore nei comportamenti che bisogna capire, metabolizzare, superare. Sta di fatto che lo Zaniolo che avevamo visto nelle sue prime apparizioni in serie A, anticipate peraltro dal ct Mancini che lo aveva convocato per la Nazionale dei grandi, non si era più visto complice pure un'esperienza nell'Europeo under 21 che tutto era stata meno che un successo, in campo e fuori. E allora ecco perché era nato il dubbio.

La risposta

Ecco se c'è una risposta che ci ha dato il derby, fermo restando che pci saranno ancora alti e bassi, è proprio quella che il giocatore che era entrato nel calcio italiano facendo subito capire di poter essere un predestinato, è quello delle prime partite, quello capace di giocate ai confini del calcio che pensiamo noi umani, quello in grado di spezzare equilibri e partite. Ce lo ha fatto vedere pure contro la Lazio. Con quei due tiri dalla distanza che si sono andati a stampare sul palo dando la sensazione che solo per sfortuna non siano entrati in rete (in questo senso anche la Lazio può vantare le sue recriminazioni). Due tiri dalla distanza, due tiri che molti altri giocatori non avrebbero neppure pensato tanto meno fatto, due tiri che ci hanno riconsegnato un giocatore che sembra avere tutto per poter diventare un protagonista ai massimi livelli. Fermo restando che il ragazzo non è ancora al top della condizione. A noi era piaciuto già contro il Genoa, così come ieri nel derby, ma in entrambe le partite, intorno all'ora di gioco Zaniolo ha cominciato a diminuire di intensità, incapace di fare quegli strappi che possono spezzare in due qualsiasi difesa. Ha avuto accenni di crampi che ne certificano come il cento per cento della condizione deve ancore arrivare. Ci sta all'inizio della stagione, ma su questo dovrà lavorare anche in questi giorni in cui si aggregherà alla nazionale Under 21 dove è stato retrocesso in conseguenza dei comportamenti non impeccabili (insieme a Kean) avuti nell'Europeo di categoria.

Margini di miglioramento

Ma la cosa importante per Zaniolo è quella di metabolizzare che pure per lui c'è ancora molto da lavorare. Anche per capire, da qui a un paio d'anni, quale possa essere la posizione migliore in cui poterne sfruttare le sue indiscutibili qualità. C'è chi lo vede una mezzala classica d'altri tempi, chi una mezzala moderna, chi un trequartista, chi, pure, uno che può giocare in tutte e tre le posizioni dei trequartisti alle spalle dell'unica punta che prevede il quattro-due-tre-uno. Noi lo vediamo comunque un giocatore importante, uno su cui si può azzardare la costruzione di una squadra per il presente e il futuro. E questo è stato dimostrato anche dalla considerazione, si fa per dire, che gli è stata dimostrata dai tifosi della Lazio che hanno dedicato qualche coro non proprio carino (come succedeva a Totti con Ilary) alla mamma (che ha risposto via social facendo i complimenti al figlio). Ecco, queste cose sarà il caso che il ragazzo se le dimentichi, per concentrarsi sugli aspetti del gioco in cui dovrà migliorare. Come, per esempio, il senso di squadra che qualche volta ancora latita, con scelte che lo portano a errori che non possono far parte del suo bagaglio tecnico. Non dimentichiamoci mai che ha ancora venti anni. Ha dimostrato di volere bene alla Roma (ieri ha postato «noi c'avemo il core grosso, mezzo giallo e mezzo rosso), la Roma se lo coccoli e se lo tenga a lungo. Perché ha tutto per diventare un campione.

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