AS Roma

Cremona manifesto futurista romanista

El Ayanoui e Ziolkowski sempre più inseriti. E Ferguson mette la firma

(MANCINI)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
26 Novembre 2025 - 06:30

Giovani e forti. L’ha detto Gasp, l’aveva detto DDR. L’ha fatto capire anche Ranieri, nel suo interregno. La Roma dopo Mourinho aveva bisogno di rifondare, o meglio, di integrare una rosa che aveva già gente con una certa esperienza o che s’era fatta le ossa con calciatori più giovani, da sgrezzare, ma dalle sicure prospettive. Pronti, via. Il lavoro l’ha cominciato Ghisolfi, non riuscendo in tutto, ma nemmeno in niente, lo sta portando avanti, seppur con la sua visione Massara. Potenziali talenti, soprattutto sani, che potessero crescere sotto la guida di uno “stregone” come Gasperini. Sono lontani quei momenti, quando uno sguardo provocava turbamenti: Wesley «non vale 30 milioni», Soulé «nuovo Iturbe», Ferguson «sovrappeso», El Aynaoui «come Le Fée» (che poi non era così male). Ziolkowski «non ha un alluce di Huijsen» (sì, quello sfanculato dopo Udine l’anno scorso che però ora regala sì i biglietti di finali di Champions). Gasperini da quest’orecchio non ci sente: lui non solo lavora con tutti, ma anche quando dice lui. E poi va nell’orto e raccoglie i frutti: i nuovi li ha inseriti gradualmente, ha intravisto subito in Wesley e El Aynaoui qualcosa in più dal punto di vista del timing.

Non erano nati pronti, ma quasi. Ziolkowski ha avuto qualche chance, è stato “rimandato” con il Plzen, si è fidato di lui quando c’era da mettere centimetri nella parte finale della vittoria con l’Udinese. Gli ha ridato fiducia a Cremona, dove non è andato benissimo, complice anche l’episodio della solita (e qui deve migliorare) ammonizione rimediata. Ultimo ma non ultimo Evan Ferguson, arrivato con le stimmate del campione nella Capitale in un mondo dove - per lui - guidano al contrario, che ha incontrato sì diverse difficoltà ma ha ora un enorme spazio davanti a sé, dopo l’infortunio di Dovbyk. E a Cremona ha già risposto presente, su assist proprio di El Aynaoui. Cremona, manifesto futurista della Roma di Gasperini. Dove sono andati a segno Soulé e Wesley, classe 2003, e appunto l’irlandese, classe 2004. E non è finita qui: «A Pisilli devo qualcosa», ha detto Gasp di recente. Magari lo pensa pure di Ghilardi, di cui ci sarà sicuramente e presto bisogno. L’ex veronese ha preso il numeretto e resta in attesa, consapevole anche del fatto che se l’orchestra suona così bene non è facile per il direttore alterare i suoni.

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