AS Roma

Si riparte col destro giusto: Wesley regala l'1-0 col Bologna

Battuti di misura i rossoblù di Italiano con un gol del brasiliano ad inizio ripresa. Pali per Cristante e Castro

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Agosto 2025 - 06:00

Esulta Gasperini, si gira verso la sua anima buona, il suo secondo Gritti, e lo abbraccia felice, poi finiscono insieme seppelliti da altri abbracci quando l’incerto Zufferli ha appena fischiato la fine e la Roma si è assicurata i primi tre punti della stagione, fondamentali per proseguire il cammino con la serenità che alcune incertezze sul mercato rischiavano di condizionare. Ma la nuova Roma ha funzionato e plasticamente il primo match winner è stato Wesley, l’esterno brasiliano utilizzato più da ala che da quinto.

Sì perché Gasperini aveva presentato la Roma nel suo abito usuale, il 3421, che in fase di non possesso stavolta si è adattato al vestito tattico del Bologna (4231) e quindi è diventato un 442 piuttosto agevole da leggere, con lo slittamento verso l’alto e verso destra, perché Hermoso, Mancini e Ndicka si sono messi sulle tracce di esterno sinistro e attaccanti centrali (nello specifico Cambiaghi, Odgaard e Immobile, e poi Castro dal 30’) mentre sull’altro attaccante (Orsolini) si è abbassato Angeliño. Per diretta conseguenza Wesley è diventato l’esterno di un centrocampo a quattro (ad occuparsi di Lykogiannis), con Koné e Cristante contrapposti rispettivamente a Pobega e Freuler, e di qua El Shaarawy a contenere (si fa per dire, vista la condizione approssimativa dell’ex laziale) De Silvestri. Così la prima impostazione dei centrali rossoblù Casale e Lucumì è stata disturbata da Soulé e Ferguson, preferito a Dovbyk, presumibilmente in uscita in questa settimana. Ed è proprio nei duelli tra l’irlandese e Casale che sono venute fuori le prime cose interessanti della caldissima serata (con l’umidità a far sudare anche gli spettatori più stabili, per l’ennesimo soldout della serie: 63681 il numero dei presenti da mandare agli archivi). Il primissimo brivido è stato determinato da uno scivolone di Mancini sul prato inzuppato dalle abbondanti innaffiature, a cui ha fatto per fortuna seguito anche lo scivolone di Immobile, fischiatissimo dalla curva, e in realtà visto in versione aderente al suo cognome. Poi è cominciato lo show di Ferguson, particolarmente abile nei contromovimenti e dunque assai sfuggente alla marcatura a volte distratta di Casale: al 5’ l’ha saltato netto, poi è andato in uno contro uno con De Silvestri e si è creato uno spazio (ristretto) per il tiro di sinistro, respinto da Skorupski. Due minuti più tardi l’irlandese si è liberato ancora del diretto avversario e ha servito El Shaarawy che ha assecondato la sovrapposizione di Angeliño, sul cui cross ancora Skorupski si è disimpegnato in tuffo. All’11’ Casale si è quasi dimenticato della marcatura dell’attaccante, lasciato solo - e lì trovato da Soulé - al limite dell’area, in surplace Evan si è spostato il pallone sul piede debole, il destro, e ha calciato comunque forte, trovando la respinta del portiere polacco. E ancora al 16’ su un cross di Angeliño sempre Ferguson ha anticipato tutti di testa, deviando in diagonale verso il palo, sfiorandolo. E il Bologna? Quasi inoffensivo, frustrato al 19’ con Freuler, costretto a stendere Koné per ridurne lo strappo. Anche Cambiaghi ha usato subito dopo le maniere forti per fermare Soulé, e stavolta Zufferli non se l’è sentita di ammonirlo. Sulla punizione, Cristante è svettato a deviare la traiettoria tagliata dello stesso Soulé, ma la palla è stata respinta dal palo. Poi su una palla lunga Immobile si è stirato il retto femorale, tra gli applausi irreverenti (ma comprensibili) della Curva Sud, e al suo posto è entrato Castro. E la Roma ha cominciato ad abbassare un po’ i ritmi, anche per combattere gli effetti dell’umidità perniciosa. Al 38’ Wesley è rientrato da destra e ha calciato di sinistro sbagliando la misura, stessa cosa prima dell’intervallo ha fatto Castro, sprecando un regalo di Cristante. E proprio sul fischio finale Casale si è infortunato, lasciando il posto dopo la pausa a Vitik.

Nella ripresa la Roma si è ripresentata con lo stesso sistema tattico che così bene aveva funzionato soprattutto nella prima mezz’ora: imbrigliato il Bologna, c’erano spazi per ripartire e attaccare da ogni parte. Ma era mancata la precisione in alcune rifiniture, come, ad inizio del nuovo tempo, con una verticale di Cristante per Wesley fuori misura. Subito dopo il brasiliano ha calciato forte, non trovando la porta. Poi, improvviso, l’unico rischio vero della serata: su una palla allargata sulla destra, Castro è sembrato caricare il cross, ma gli è uscito un tiro tagliato e angolatissimo, capace di scavalcare la mano protesa di Svilar (che infatti poi ricadrà pesantemente sulla schiena) e trovare solo l’opposizione della traversa. Ma il pericolo ha determinato la reazione: su un bel lancio di Cristante, l’attivissimo Wesley ha stoppato male il pallone rientrando dentro il campo, ma Lucumì è stato ancora più approssimativo e glielo ha di fatto restituito, lanciandolo in area: bravo il brasiliano a soffiare il possesso a Lykogiannis e a calciare in equilibrio precario colpendo così tanto di piatto da toccarla col tacco, comunque in modo tale da rendere inutile l’allungamento di Skorupski. Subito dopo Soulé ha mandato nello spazio Koné che ha preso posizione davanti a Pobega che all’ingresso in area lo ha toccato da dietro: Zufferli è stato persino plateale nella negazione del fallo, e la revisione Var non avrebbe potuto avere alcuna influenza perché in ogni caso l’eventuale fallo era geograficamente avvenuto fuori area e quindi fuori dalla sfera dell’influenza tecnologica. Lykogiannis ha fatto poi subito dopo un altro regalo a Wesley che ha servito Ferguson, anticipato sul più bello. Allo scadere dell’ora di gioco El Shaarawy ha lasciato posto e posizione a El Aynaoui e al 18’ Koné ha avuto la palla giusta per il 2-0, ma, servito in area perfettamente da Ferguson, nonostante il tempo per stoppare di petto e piazzare, ha calciato incredibilmente fuori. Poi al 21’ Soulé ha provato a calciare dalla sua mattonella, alzando però la traiettoria. Dopo i cambi (Zortea e Fabbian per De Silvestri e Odegaard, Dovbyk e Dybala per Ferguson e Soulé), il Bologna ha tentato il forcing finale soprattutto dopo l’ingresso di Bernardeschi per Freuler. Gasperini ha risposto con la scelta conservativa di Rensch per Angeliño che aveva cominciato ad accusare le iniziative dalla sua parte di Orsolini, ma a parte qualche conclusione velleitaria (e sballata) Svilar non ha rischiato più di tanto. Così le occasioni migliori nel finale le ha create Dybala, fermato prima da Skorupski e poi da una deviazione quasi casuale di Pobega. E al fischio Gasperini ha festeggiato forte la sua 600ª partita in Serie A. Bel (doppio) traguardo: per la storia e per il futuro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI