Da Souloukou a Baldissoni, un’assemblea amarcord
Tra gli ex anche Pastore e Pinto, oltre al quasi Ceo Antonello

Indovinello: cosa fanno Dan Friedkin, Lina Souloukou, Tiago Pinto, Mauro Baldissoni e Alessandro Antonello nella stessa stanza? Facile, parlano del calcio europeo del futuro. C’è stata tanta Roma del presente, passato e futuro ipotetico (mai divenuto realtà) nel secondo dei tre giorni conditi di riunioni e discussioni all’Hotel Cavalieri, per la 32ª assemblea generale dell’ECA, che da 48 ore ha cambiato nome (e logo) in EFC: European Football Clubs. In realtà, al di là delle suggestioni, l’unico a rappresentare la Roma ufficialmente è stato il suo numero uno, il presidente texano. Per il resto, tanti ricordi (alcuni fantasmi) da un passato più o meno recente. Non solo al livello dirigenziale, di ex romanisti c’erano anche Jeremy Menez e Javier Pastore, oltre a un quasi ex (che fa il paio in un certo senso con Alessandro Antonello, quasi Ceo romanista qualche mese fa) come Zlatan Ibrahimovic. Già, l’ha detto proprio lui, l’ex campione e attuale senior advisor del Milan, intervenendo in uno dei panel in mattinata: «C’è stato un momento in cui potevo andare in una squadra italiana, non farò il nome per rispetto a un amico che tifa l’altra squadra di questa città (dispiace per lui, ndr) e mi deve un passaggio verso casa». In effetti, prima di lasciare l’Ajax, la Roma aveva messo nel mirino lo svedese, poi andato alla Juventus. A quel punto a Trigoria virarono su Mido, passato anche lui da Amsterdam prima di andare poi al Marsiglia. Una delle tante sliding doors della nostra storia.
Quello di Ibrahimovic è stato solo uno dei tanti interventi della giornata dell’EFC, guidata spiritualmente parlando dalle dichiarazioni di Ceferin, presidente della Uefa: «Abbiamo superato crisi senza precedenti, sfidando le tradizioni e diventando più forti. Siamo nella Città Eterna, direi che il calcio europeo ha lo spirito dei gladiatori». Tra le crisi recenti, sicuramente, anche quella legata alla Superlega, con la ferita, interna anche all’ex ECA, che ancora deve risanarsi del tutto. E, proprio ieri, c’è stato il ritorno del figliol prodigo Laporta, presidente del Barcellona, che si è incontrato con Al-Khelaifi che prese il posto di Agnelli ai vertici dell’allora ECA proprio con la tentata e poi abortita Superlega. Tanto il qatariota, quanto Ceferin, ieri hanno parlato di unità d’intenti. Anche se, tra i corridoi dell’Hotel Cavalieri, in tanti hanno sussurrato di un possibile nuovo format per la Champions a partire dal 2027, con contorni simili al progetto del 2021.
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