Fra progressi e necessità Hermoso si (ri)candida
Mario sta convincendo e adesso sembra destinato a restare

(GETTY IMAGES)
Stagione nuova, vita nuova. Undici mesi dopo il suo approdo in giallorosso, Mario Hermoso sembra un altro giocatore. Molto più simile a quello ammirato nell’Atletico Madrid, che alla scialba copia intravista nei primi mesi di permanenza capitolina. Decisamente più asciutto dal punto di vista fisico; più presente in campo, materialmente e come personalità; volendo più “sfacciato”, fino al punto di prendersi qualche licenza inattesa, come l’incarico di tirare in porta punizioni da limite a giro indirizzate sotto l’incrocio, mostrando doti tecniche dimenticate nell’esperienza romanista.
Vedendolo all’opera oggi senza pregiudizi, si potrebbe pensare che la cura Gasperini stia funzionando oltre le aspettative sullo spagnolo. E forse non si andrebbe lontani dalla realtà, visto che la sua permanenza sembra molto meno incerta rispetto a inizio ritiro, quando si dava per scontato che facesse parte dei cosiddetti esuberi. Invece no. Non soltanto Hermoso fa parte della rosa in ritiro in Inghilterra, ma la sensazione è che possa ritagliarsi uno spazio di una certa rilevanza nella stagione alle porte. Un po’ perché la difesa imperniata su Mancini e Ndicka non ha ancora decretato la titolarità del terzo componente, un po’ perché Mario è il solo mancino oltre all’ivoriano, che peraltro è fermo dall’amichevole col Lens e presumibilmente non disputerà gli altri test in programma nella fase inglese di lavoro. Il reparto è stato sì arricchito da Ghilardi, ma l’ex veronese ancora non vanta esperienza internazionale, uno dei punti di forza dello spagnolo, che giorno dopo giorno sta convincendo Gasperini a suon di lavoro duro e disponibilità.
Certo, i tasselli si stanno incastrando anche per necessità: se il suo ingaggio fosse stato più abbordabile, probabilmente l’ex Atletico sarebbe stato ceduto senza troppi rimpianti, dopo la deludente esperienza della scorsa stagione. Ma è anche vero che bisogna concedere qualche attenuante a quell’esperienza, quando il suo arrivo è somigliato più a una toppa che a una scelta, con l’affare Danso sfumato a giochi praticamente fatti e il mercato già chiuso. Tre mesi di inattività, almeno altrettanti di confusione generale a Trigoria non sono stati il miglior viatico per lui. Ma ora l’aria è cambiata. E Gasp ha fatto tabula rasa del passato. Rilanciando anche chi non ti aspetti.
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