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Roma-Waalwijk 3-0: segnali di crescita dal ritiro portoghese

Di Abraham, El Shaarawy e Zaniolo i gol. Rui Patricio torna fra i pali. Mourinho ridisegna la squadra con la difesa a 4 e i 3 trequartisti

Abraham e Zaniolo esultano dopo un gol

Abraham e Zaniolo esultano dopo un gol (As Roma via Getty Images)

23 Dicembre 2022 - 09:21

Un’altra Roma è possibile. Al termine del ritiro portoghese, nell’ultima gara (per quanto amichevole) dell’anno solare, si torna al modulo di partenza: 4-2-3-1, proprio come all’inizio dell’avventura mourinhana sulla panchina giallorossa. Il messaggio arriva come a chiusura di un cerchio: l’intero 2022 (o quasi) impostato sulla linea difensiva a tre, considerata più "confortabile" - copyright JM - dalla squadra, che con quel sistema ha comunque portato a casa il primo trofeo continentale dopo 61 anni di digiuno. Il resto, come si suol dire, è storia. Adesso però è arrivato il momento di cambiare: Dybala sta per tornare iridato e molto più che rinfrancato; Wijnaldum lavora per essere a disposizione in tempi ragionevoli; Pellegrini sembra aver recuperato dagli acciacchi di inizio stagione; il mercato ha già portato in dote Solbakken e potrebbe regalare qualche altra sorpresa. Insomma, il momento del cambio di marcia in vista della seconda decisiva parte di stagione è arrivato.

 Il test contro il modesto RKC Waalwijk (decimo in Eredivisie) sarà anche stato poco probante, ma può fornire indicazioni in merito al futuro prossimo. Con un pizzico di ottimismo in più pure per quanto riguarda l’attacco dalle polveri bagnate nei primi mesi di campionato. In gol tutti e tre i giocatori più offensivi, con il Capitano (in campo per un’ora) al centro della trequarti a fungere da ispiratore di una manovra decisamente più brillante e verticale di quanto visto finora. Alle spalle del poker più avanzato, spazio alla coppia formata da un uomo d’ordine e un mediano più dinamico (Matic e Bove nel caso specifico), mentre dietro Mou schiera Zalewski “basso” a sinistra, con Celik dal lato opposto e Kumbulla-Ibañez coppia centrale, mentre in porta si rivede Rui Patricio dopo la lunga assenza per il Mondiale. Il polacco ha ovviamente maggiore licenza di offendere rispetto al turco e nella partenza sprint dei giallorossi (avanti 2-0 dopo appena 19 minuti) si ritaglia spazi importanti, centrando anche un palo dopo sterzata e destro a giro. Una presenza costante nella trequarti avversaria quella del ragazzo di Tivoli, che sottolinea la trazione anteriore della squadra, ma non gli impedisce di farsi trovare pronto sulle iniziali ripartenze olandesi: tocca a lui e a Ibañez stoppare le potenziali occasioni. L’unica vera del primo tempo per il RCK è sui piedi di Jozefzoon, che la divora tutto solo davanti a Rui. L’acuto olandese resta però isolato, fra la rete del vantaggio firmata Abraham, arrivata dopo spunto personale e triangolo con El Shaarawy, e il raddoppio dello stesso Faraone, pronto a spingere dentro l’assist di Zaniolo con portiere ormai fuori causa.

La Roma continua a macinare occasioni fino all’intervallo ma è soltanto al rientro in campo dagli spogliatoi (dopo ovazione del pubblico portoghese per lo Special One) che trova il 3-0. Stavolta è Tammy e vestirsi da assist-man e Zaniolo a mettere la firma. Intanto con l’ingresso di Mancini - ma non di Smalling, rimasto in panchina per tutto il match - torna la linea a tre, con Spinazzola e Karsdorp interpreti vivaci per ciascuna fascia di competenza, mentre Cristante rileva Matic in mezzo. Dopo qualche altro tentativo fruttato dal pressing alto, la successiva girandola di cambi blandisce inevitabilmente i ritmi. Gli olandesi ne approfittano e si riaffacciano dalle parti di Rui, ottenendo anche un rigore per un’ingenuità di Kumbulla. Dal dischetto però Seuntjens trova soltanto la traversa. Il punteggio resta fissato sul 3-0, ma quello che più conta sono i segnali incoraggianti, al rientro in Italia e a campionato più vicino.

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