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SCONTRO GENERAZIONALE

Roma, 'sti giovanotti sfidano i "vecchietti" dell'Inter

L’età media dei giallorossi è di 25,8 anni Col Milan, la più bassa delle prime 8 in classifica I nerazzurri invece hanno quella più alta (28,8)

Lorenzo Pellegrini durante Napoli-Roma (Getty Images)

Lorenzo Pellegrini durante Napoli-Roma (Getty Images)

22 Aprile 2022 - 05:00

Parlare di "scontro generazionale" è forse esagerato, ma la sfida in programma domani a San Siro metterà di fronte una delle squadre con l'età media per partita più bassa (la Roma) e quella più esperta (l'Inter). Il tema della gioventù dalle parti di Trigoria è stato affrontato spesso, complici l'esplosione di Zalewski e la presenza in pianta stabile nella rosa di Bove e Felix, oltre agli esordi di Volpato, Missori e Keramitsis. A loro, vanno aggiunti tanti altri giovani calciatori che - pur non essendo alle prime armi - sono al di sotto dei 26 anni: parliamo di Kumbulla, Viña, Ibañez, Abraham e Pellegrini. La linea verde della squadra di José Mourinho, del resto, è testimoniata dal fatto che in rosa ci siano soltanto tre ultra-trentenni (Rui Patricio, Smalling e Mkhitaryan). L'età media per partita della Roma è di 25,8 anni, al pari di Sassuolo e Venezia. Dando uno sguardo alle prime otto squadre dell'attuale classifica, emerge come soltanto il Milan sia più giovane dei giallorossi, seppur di pochissimo: l'età media dei rossoneri è di 25,7. Più basse soltanto quelle di Torino (25,3 anni), Empoli (24,6) e Spezia (24,3). I nerazzurri, invece, sono in cima alla classifica dei "decani", con i loro 28,8 anni di età media per gara, davanti alla Lazio (28,6) e alla Sampdoria (28,5); subito fuori dal podio il Napoli (27,6). Il 37enne Handanovic e il 36enne Dzeko guidano il gruppo nerazzurro, ma tra i titolari pressoché inamovibili troviamo anche l'olandese classe 1992 de Vrij(ha compiuto trent'anni a febbraio) e Perisic, nato nel 1989. Abbassano la media Bastoni (23 anni) e i due classe '97 Barella  Lautaro Martinez.

L'esperienza

La gioventù della rosa romanista, unita alla presenza di parecchi calciatori arrivati da campionati stranieri (Rui Patricio, Abraham, Viña e Sergio Oliveira su tutti), fa sì che la squadra vanti un numero di presenze totali in Serie A piuttosto basso: 1.987 i gettoni sommati di tutti i calciatori agli ordini di Mourinho, per una media di poco inferiore alle 71 gare ciascuno (70,96, per la precisione). Soltanto Udinese (1.591), Empoli (1.432), Spezia (1.153) e Venezia (893) ne contano meno dei nostri. Il dato giustifica anche gli alti e bassi avuti dalla Roma nella prima parte di stagione: lo "Special One" ha avuto bisogno di tempo per amalgamare il mix tra i più esperti del nostro campionato, i giovani egli elementi alla prima esperienza in un campionato storicamente molto complesso tatticamente come quello italiano. Anche in questa speciale classifica, è l'Inter la squadra più esperta: sono addirittura 4.464 le presenze totali dei calciatori nerazzurri in Serie A, per una media di 178,56 gare ciascuno, più del doppio rispetto a Pellegrini e compagni. La squadra allenata da Simone Inzaghi stacca di quasi oltre 800 gare la Juventus (3.659) e di più di 1.000 la Sampdoria (3.442). Seguono Lazio, Atalanta e Napoli.

Le differenze

Il gap a livelli di valori c'è e lo stesso Mourinho lo ha sottolineato: ma la Roma attuale è di gran lunga migliore rispetto a quella che ha perso 3-0 in casa all'andata (complici alcune assenze pesanti) e in una gara secca tutto è possibile. Inzaghi sta lavorando su una struttura che, al netto delle cessioni di Hakimi e Lukaku, è ben congegnata e reduce dal tricolore vinto con Antonio Conte: gli arrivi di Dzeko e Calhanoglu praticamente a costo zero, aggiunti agli acquisti di Dumfries e Correa prima e Gosens poi, permettono ai nerazzurri di essere competitivi per il titolo, seppur con maggiore concorrenza rispetto all'anno scorso. Mou, dal canto suo, ha iniziato un'opera di ricostruzione all'insegna della gioventù, segnando una linea di netta differenza rispetto alle guide tecniche del recente passato. Aveva chiesto tempo, e ora i frutti del lavoro quotidiano si stanno vedendo: non solo in campionato, ma anche in Europa.

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