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El Shaarawy e Perotti servono, eccome!

Accolti con scetticismo, adesso sono due insostituibili. Se ne sono accorti pure Ventura e Sampaoli per le rispettive nazionali

04 Novembre 2017 - 12:00

Uno non serviva, l'altro ma chi è? Uno si era perso nelle polveri delle nebbie milanesi, l'altro non era più tornato a giocare ai livelli dei suoi anni al Siviglia. Uno era un investimento a perdere, l'altro neppure un investimento. Stephan El Shaarawy e Diego Perotti. Per cercare una risposta attendibile su tutto quello che abbiamo scritto, provate a chiederla ad Antonio Conte, ma tappatevi le orecchie perché come minimo vi manderà a quel paese.

Perché i due esterni offensivi della Roma, il Chelsea lo hanno letteralmente fatto a pezzi, due gol l'azzurro, un altro l'argentino che proprio da poche settimane ha riscoperto l'effetto che fa essere convocato per la nazionale che come capitano ha Leo Messi. E ora puntano a fare altrettanto domani a Firenze nella sfida che concluderà il secondo mini ciclo di partite prima della sosta che vedrà entrambi partire per rispondere alle chiamate dei ct Ventura e Sampaoli. Toccherà ancora a loro giocare ai fianchi di Dzeko in un tridente che fino al ritorno di Schick (si spera dopo la sosta), sembra essere ormai quello titolare con Defrel e Under al momento che sono le alternative.

Pensare che entrambi, per la verità più l'azzurro che l'argentino, sono stati criticati e bocciati ancora prima che sbarcassero a Trigoria, con uno di quei tanti luoghi comuni che sconfinano nella menzogna che ormai da troppo tempo popolano la nostra città. Per il Faraone ci fu pure chi ne mise in dubbio l'utilità, magari per poi fare marcia indietro, del resto come non farla quando si sta parlando di un ragazzo di venticinque anni che in questa settimana è stato eletto il migliore dell'ultimo turno di Champions League? Finora ha segnato cinque gol in stagione, tre in campionato e la doppietta, la sua prima in Europa, al Chelsea, cominciando a dare una parziale consolazione a tutti quelli, con qualche ragione per carità, che si sono professati orfani di Salah.

Non trovò il tappeto rosso neppure Diego Perotti, per lui due gol in questa stagione, uno su rigore in campionato, l'altro al Chelsea martedì scorso al Chelsea con un grande destro da fuori area. Ma soprattutto protagonista di prestazione sempre più convincenti che, dopo sei anni, lo hanno riportato in nazionale e asognare di partecipare al prossimo mondiale, come ha sottolineato ieri in un'intervista rilasciata ai microfoni di Sky: «Nelle prossime due amichevoli mi gioco il Mondiale. Devo fare bene, altrimenti non ci saranno molte altre occasioni». Prima però c'è la sfida di Firenze, dove si presenterà una Roma molto più consapevole di se stessa dopo la grande gara contro il Chelsea: «Sapevamo di poter battere gli inglesi, certo non immaginavamo nella maniera in cui lo abbiamo fatto. Di Francesco ha portato un nuovo modo di lavorare, i frutti si stanno vedendo. A me chiede di buttarmi dentro il campo tra le linee, una cosa che lo scorso anno non facevo mai. Vuole una squadra corta e stretta, con il passare delle partite lo stiamo facendo sempre meglio». Grazie anche agli «inutili» Perotti ed El Shaarawy.

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