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Il gran rifiuto

Ex aequo? Sacerdoti al Modena disse: «No, grazie»

Nel 1928 la Roma declinò l'offerta degli avversari dopo i due pareggi in finale. E vinse il suo primo trofeo, la Coppa Coni

La Roma posa con la Coppa Coni, consegnata ai giallorossi il 24 febbraio 1929, in occasione di Roma-Triestina 4-0

La Roma posa con la Coppa Coni, consegnata ai giallorossi il 24 febbraio 1929, in occasione di Roma-Triestina 4-0

Vittorio Cupi
03 Agosto 2021 - 15:38

Dividere una medaglia d'oro? Neanche per sogno. No, non è Gianmarco Tamberi che ci ha ripensato. È il modo in cui avrebbe risposto Renato Sacerdoti, se fosse stato un saltatore in alto finalista olimpico a Tokyo... Non serve neanche fare tanti sforzi di fantasia. Il presidente della Roma di Testaccio era fatto così e lo dimostra la storia. Che inizia quando Testaccio ancora non c'era, cioè nell'estate del 1928, con Sacerdoti che da marzo aveva sostituito Italo Foschi alla guida della Roma. In questa storia c'è comunque qualcosa di olimpico, perché si sta parlando del primo trofeo della storia giallorossa, cioè la Coppa Coni. Un torneo lungo, di quindici partite. Praticamente è un altro campionato, il primo della storia della società si era chiuso dopo venti giornate. La squadra arriva in finale contro il Modena, a Roma finisce 0-0, a Modena un gol del capitano Attilio Ferraris IV sigla il 2-2 nel finale. È necessario lo spareggio, si giocherà a Firenze il 29 luglio 1928. E cosa accade? Il Modena propone l'assegnazione ex aequo del trofeo, la Federazione fa capire di non avere nulla in contrario se i giallorossi sono d'accordo. Questo il testo del telegramma firmato da Renato Sacerdoti e pubblicato su tutti i giornali: «Riteniamo che l'improvvisa sospensione del torneo, senza un incontro definitivo, danneggerebbe ed amareggerebbe gli sportivi della Capitale, che richiedono alla loro squadra un ultimo sforzo per raggiungere l'ambita méta. Perciò, benché il provato valore della cavalleresca avversaria ci faccia scendere sul campo con qualche brivido d'ansia, preferiamo il leale combattimento all'assegnazione amichevole».

La Roma il 29 luglio 1928 a Firenze vince 2-1 nei supplementari grazie a un gol di Bussich. In tribuna ci sono Renato Sacerdoti e Italo Foschi. Oltre ai dirigenti del Modena, che non ci stanno e presentano un reclamo sostenendo che la Roma, per bocca dell'avvocato Crostarosa, aveva accettato la richiesta dell'assegnazione ex aequo del trofeo. Il reclamo viene respinto. E scende in campo ancora una volta Sacerdoti, affermando che «l'avvocato Crostarosa dichiara in modo formale di non essersi assolutamente impegnato con chicchessia per la classifica ex aequo della Coppa Coni. Alla iniziativa dei dirigenti del Modena rispose che avrebbe atteso istruzioni dalla presidenza della Roma, che sola poteva decidere. Ciò è confermato da un telegramma compilato da un dirigente del Modena, e tuttora in nostro possesso, con il quale si proponeva la divisione ex aequo e che il rappresentante della nostra società avrebbe dovuto spedire ove la risposta della Roma fosse stata favorevole (...) Fui informato che la Federazione era favorevole ma non insisteva, aspettando una risposta della Roma. Risposi come da telegramma già pubblicato. Nella Roma esistono disciplina e cordialità tali da non consentire ad alcun dirigente di assumere impegni che vadano al di là dell'incarico ricevuto. D'altra parte tengo a specificare che se ciò per contingente necessità dovesse avvenire, presidenza e Consiglio se ne assumerebbero in ogni modo e sempre la piena e totale responsabilità. Così nel caso specifico dell'avvocato Crostarosa per la finale Roma-Modena». La Roma è nata grande e nella sua prima stagione vince un trofeo, la Coppa Coni. La Roma è già la Roma e fin dall'inizio ha dentro di sé caratteristiche che l'accompagneranno sempre. Conquista tutto con le proprie forze e nessuno le regala niente.

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