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le parole

Spinazzola: "Un piacere conoscere Mourinho. Mi aspetta, ma ci vorrà pazienza"

L'esterno giallorosso e della Nazionale: "Dopo l'infortunio ho pianto perché sapevo cosa mi stavo perdendo. La Roma mi è servita nella mia crescita"

Spinazzola a Wembley dopo il trionfo in finale con l'Inghilterra, di Mancini

Spinazzola a Wembley dopo il trionfo in finale con l'Inghilterra, di Mancini

La Redazione
14 Luglio 2021 - 08:41

Leonardo Spinazzola è uno degli uomini simbolo della spedizione dell'Italia a Euro 2020. Nonostante sia stato fermato dalla rottura del tendine d'Achille nella gara contro il Belgio ai quarti è stato comunque inserito nella top 11 della competizione. E ha fatto di tutto per essere a Wembley la sera della finale. L'esterno della Roma ha rilasciato delle dichiarazioni a La Repubblica e a Il Messaggero, parlando dell'Europeo e dell'incontro con Mourinho. Eccone alcuni estratti.

Spinazzola a La Repubblica

Leonardo, ma cosa avete combinato?
"Vi abbiamo preso per mano e portato con noi. Abbiamo davvero unito un po' l'Italia. Pazzesco ma anche normale: sapevo che saremmo arrivati in fondo, per questo ho pianto dopo l'infortunio. Non era dolore ma rabbia".

Ci racconti quell'istante
"Sento un colpo forte al tallone, con la coda dell'occhio cerco il belga che mi ha colpito ma non vedo nessuno, dietro di me quell'avversario non c'è. Arriva Cristante, crollo a terra e capisco. Ho pensato 'Perché adesso, perché a me?'. E poi ho pianto per quello che stavo perdendo. Tra una settimana tolgo i punti e comincio con un obiettivo al giorno, e se tra 6 mesi non riprendo a giocare vado in campo per forza, da solo, e voglio vedere chi mi acchiappa".

Come ha fatto a tirar fuori Spinazzola da Spinazzola?
"Con infinita pazienza. All'inizio non ero ancora maturo e ho faticato parecchio a trovare il ruolo giusto in campo. La Juve e la Roma mi sono servite tanto".

Spinazzola a Il messaggero

In campo a Wembley per prendere la sua medaglia e sulle spalle di De Rossi per salutare i tifosi. Come sta Spina?
"Distrutto. La gamba non c'entra. Sono state ore pesantissime. Emozione, ma anche tanta fatica. Sempre con le stampelle. Non so di quanti giorni ho bisogno per riprendermi. Non esco di casa, penso solo a riposarmi. Ma quel viaggio a Londra non potevo certo perdermelo e nemmeno il lunedì con il Quirinale, Palazzo Chigi e i festeggiamenti".

Bernardeschi, sul charter che vi ha riportato da Monaco di Baviera a Firenze, ha preso il microfono e ha cominciato a intonare il coro «Spina-Spina». Che cosa ha provato?
"Sono state ore in cui la commozione è stata grande. Non mi ricordo se ho pianto. Ho finito le lacrime all'Allianz Arena".

Come è andato il primo incontro con Mourinho?
"Mi ha fatto piacere conoscerlo. È stato carino, mi ha detto che lui e la squadra mi aspettano in campo. Gli ho risposto che dovrà avere pazienza, la stessa che ho io".

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