La Roma si rialza, decide Soulé
Dopo il ko a Walsall, i giallorossi chiudono il ritiro inglese battendo l’Everton. El Aynaoui in crescita

(GETTY IMAGES)
Festa rovinata. La prima partita dell’Everton nel nuovo Hill Dickinson Stadium, che i locali preferiscono chiamare Bramley-Moore Dock Stadium, la vince la Roma. Un colpo di Soulé a illuminare il cielo grigio sopra Livepool, che durante il secondo tempo si lascia andare a una pioggia estiva, che si può definire così solo a 1.7000 chilometri più a nord di Roma. La sfida in famiglia, Friedkin, va ai giallorossi, sotto gli occhi di Ryan, intercettato dallo sguardo dei meno discreti. Non si nota, invece, e rimane dunque incerta, la presenza del padre Dan, ma in fondo poco importa se il proprietario del Pursuit Sports (la holding che ora controlla Roma, Everton e Cannes) fosse o meno tra i 53.000 sugli spalti. Chi di sicuro c’è stato sono i 600 romanisti che hanno colorato il mare blu intorno a loro dal settore. Una benedizione, a spezzare il silenzio da teatro tutto attorno con il loro canto d’amore per la Roma.
Il racconto
Rispetto alla brutta sconfitta contro l’Aston Villa a Walsall, Gasperini decide di cambiare qualcosa. Esordio dal primo minuto per Ghilardi al posto di Celik, Soulé titolare al fianco di Dovbyk, con El Aynaoui (più avanzato rispetto a Cristante e Koné in mediana) ad agire alle loro spalle, in un 3412 che in fase di non possesso diventa quasi sempre 352. La mossa dell’ex Verona al posto di Celik (squalificato per la prima in campionato) e la gestione dei cambi (sei, tutti arrivati negli ultimi 10 minuti di partita) suggeriscono che Everton-Roma per Gasp sia qualcosa in più di un’amichevole estiva, una sorta di prova generale per il Bologna, che tra 13 giorni andrà ospitato in un Olimpico strapieno (ma rumoroso, lui sì). La gara inizia con un ritmo poco brillante, ma la Roma tiene bene il campo. Il primo vero squillo, dopo un quarto d’ora di studio da parte delle due formazioni, arriva al 19’, lato Everton, che nel frattempo aveva perso per infortunio Mykolenko. Colpa di El Aynaoui, che sbaglia a costruire dal basso, permettendo ai padroni di casa una rapida ripartenza, portando Barry a tu per tu con Svilar. La punta cerca il colpo sotto, trovando solo una brutta figura. Quella di inizio azione rimarrà l’unica sbavatura nella partita di El Aynaoui, ancora in crescita rispetto alle ultime uscite e sempre più convincente, anche da trequartista.
Per il resto, il primo tempo sfila via senza troppe emozioni: i rapidi attaccanti dell’Everton scappano qualche volte alle spalle della difesa romanista, ma prima Mancini e poi Hermoso sono bravi a proteggere Svilar. Al tramonto della prima frazione di gioco, è la Roma a sfiorare il gol del possibile vantaggio. Azione personale di Soulé che, a modo suo, rientra da destra e converge col suo mancino, minacciando il tiro, ma non trovando lo spazio per colpire. La ribattuta arriva su un altro piede mancino pregiato, quello di Angeliño, che da 20 metri ha il tempo di stoppare, mirare e calciare: Pickford battuto, ma è la traversa a negare la gioia del gol all’esterno spagnolo, che per il resto non è in una delle sue serate migliori. Si va all’intervallo sullo 0 a 0. Al rientro dagli spogliatoi in campo ci sono gli stessi 22 che avevano terminato il primo tempo, ma ben presto Moyes pesca dalla sua panchina, operando un triplice cambio: fuori Gana, Dewsbury-Hall e Barry, dentro Iroegbunam, McNeil e Beto, centravanti ex Udinese.
Se nei primi 45’ a regnare è stato l’equilibrio, nella ripresa è la qualità di palleggio della Roma ad emergere, con Ghilardi, Mancini e Hermoso costantemente nella metà campo avversaria, senza permettere ripartenze ai Toffees. Una pressione che premia, con la squadra di Gasperini che sfiora per due volte il gol del vantaggio nel giro di tre minuti, tra il 55’ e il 58’ del secondo tempo, con Wesley prima e El Aynaoui poi poco incisivi dentro l’area di rigore avversaria. Non c’è problema però, perché a portare la Roma in vantaggio ci pensa Matias Soulé, alla sua maniera.
Mancini recupera palla in anticipo e buca completamente la difesa avversaria, servendo in profondità l’argentino. Soulé entra in area, se la sposta sul suo sinistro e a giro la mette sul secondo palo, dove Pickford non può arrivare. Gol ed esultanza sotto al settore. Passa un minuto e Svilar deve fare il fenomeno per preservare quanto fatto da Matias: parata splendida sul colpo di testa di Alcaraz. Quello però rimane l’ultimo pericolo, per il resto una serie di occasioni (da calcio d’angolo prima e azione poi) per raddoppiare, mai sfruttate dalla Roma. Finisce 1 a 0. Si torna a casa, migliorati.
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