Che confusione, sarà perché... arbitriamo
I timori dei romanisti per la designazione per Roma-Napoli erano fondati. Attesa per “Open Var
(GETTY IMAGES)
Roma-Napoli, atto secondo. Si continua a parlare della sfida di alta classifica di domenica sera in chiave arbitrale. Sì, perché le preoccupazioni dei tifosi romanisti, dopo la designazione di un pool arbitrale composto da direttori di gara con i quali non sono mai mancati episodi pieni di polemiche, si sono materializzate durante il big match col Napoli. L’episodio chiave, neanche a farlo apposta, il gol di Neres che ha regalato la vittoria all’Olimpico agli uomini di Conte contro la squadra di Gasperini. In tempi di «vogliamo decisioni giuste, a costo di una revisione al Var in più» (cit. Rocchi), anche a costo di “smorzare” e superare il concetto di «chiaro ed evidente errore», per un gol che può valere un campionato, o comunque tanti soldi, domenica sera dall’Olimpico fino a Lissone erano tutti d’accordo, almeno apparentemente: Rrahmani non commette fallo su Koné. Nemmeno per «imprudenza» (se vai dritto sulle caviglie di un avversario non hai calcolato benissimo il rischio...). Quindi da potenziale punizione dal limite per la Roma a gol in contropiede del Napoli. In questo senso c’è attesa per la puntata di oggi di “Open Var”, nella quale si potrebbe scoprire qualcosa di più, sempre che Rocchi scelga di mostrare l’episodio ai telespettatori.
Sperando anche che venga chiarito (anche a moviolisti avventati), regolamento alla mano, la dinamica del fallo che appare piuttosto chiara. E che prendere (anche) il pallone non scagiona affatto, ma è relativo. Il francese della Roma è in anticipo sul pallone e lo sposta, poi arriva Rrahmani che prende caviglie e pallone (e con due piedi, quasi uniti). Difficile far passare che non sia fallo, più facile incasellare l’episodio tra quelli al limite. Considerando anche che a centrocampo quell’intervento è sempre fischiato, mentre in zone più pericolose non si sa perché si tende a “depenalizzare” invece di aggravare. Misteri. Certo Massa, a cui è sfuggito anche un intervento molto pericoloso di Lang sul ginocchio di Svilar in uscita, non porta fortuna alla Roma, alla quinta sconfitta consecutiva (e non vince dal 1 ottobre 2022...) con il fischietto ligure. Che poi, sulla tipologia di episodio, senza tornare sul pestone - quello sì - da porzione di piede di Abraham in Roma-Genoa del 2022 che portò all’annullamento del gol della vittoria di Zaniolo, in Como-Cagliari di poche settimane fa, ai sardi è stato annullato un gol per un fallo di Palestra a inizio azione, segnalato dal VAR dopo un check che ha richiesto una revisione in campo da parte dell’arbitro. La decisione aveva generato polemiche perché il contatto era lieve (nulla a che vedere con Koné-Rrahmani) e l’arbitro non aveva fischiato inizialmente, portando a discussioni sull’interpretazione del Var. E appunto, in epoca di tecnologia, passi pure Massa, ma restano dubbi - specie alla luce delle richieste di Rocchi - anche sull’operato di Aureliano, con il quale da arbitro la Roma non ha mai vinto (da varista c’è qualche eccezione), ma soprattutto si è trovata spesso in polemica per decisioni poi ritenute sbagliate dalla stessa Aia. Insomma, in tutta questa confusione di un campionato tartassato e che non si riesce a uniformare, per la Roma da Ayroldi a Cremona, come direbbe Jack Nicholson, qualcosa è cambiato. E se tutto può cambiare anche in corso d’opera (come ha spiegato Rocchi con l’adeguamento del protocollo alle esigenze di un campionato equilibrato e combattutto), speriamo che cambi nuovamente e presto.
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