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L'analisi tattica di Roma-Fiorentina: Ranieri, arrivano i nostri

L’impulso a centrocampo: il rientro di Pellegrini e Ünder conforta il tecnico che finora ha lavorato solo in difesa. Ecco cosa va e non nelle due fasi di gioco

Lorenzo Pellegrini nella partita contro la Fiorentina, di LaPresse

Lorenzo Pellegrini nella partita contro la Fiorentina, di LaPresse

05 Aprile 2019 - 10:51

Come in quasi tutti i pareggi, anche stavolta l'analisi del 2-2 tra Roma e Fiorentina fornisce elementi che possono dar ragione alle visioni "buoniste" ma anche sostenere quelle più pessimistiche. Anche a livello di singoli dati, che poi andremo ad analizzare nel dettaglio, ci si potrebbe consolare con la capacità di reazione della Roma (per le due rimonte raggiunte), con la ritrovata vena offensiva (il dato degli expected goal riferisce che il risultato più corretto in base alle occasioni costruite sarebbe dovuto essere 1,25 a 0,96, i tiri totali danno un vantaggio per la Roma di 15 a 12, 4 a 4 nello specchio) e anche una certa capacità di lottare (la Roma ha vinto il 75% dei suoi contrasti difensivi, la Fiorentina si è limitata al 43%), oltre alla crescita della squadra nel finale con gli ingressi di Pellegrini, Karsdorp e Ünder.

Ma poi saltano anche agli occhi gli 87 passaggi sbagliati e le 144 palle perse, la scarsa propensione alla costruzione dal basso (appena 2 i palloni giocati da Mirante, come del resto aveva auspicato Ranieri), e la consegna del palleggio agli avversari (anche la Fiorentina come già il Napoli ha tenuto più il pallone, soprattutto nel primo tempo, e ha fatto più passaggi). Così che forse la cosa più saggia è capire che cosa stia funzionando e che cosa ancora no nelle due diverse fase di gioco.

La fase di non possesso

Dunque, Ranieri ha fatto la scelta che auspicavamo dopo aver visto la partita con il Napoli: rinuncia quasi sistematica alle pressioni offensive, abbassamento del baricentro, copertura degli spazi all'indietro e non in avanti, rafforzamento del dispositivo difensivo con gli attaccanti esterni. Nonostante l'anima offensiva della squadra, il tecnico di fronte al bivio se assecondarla cercando la compattezza in avanti (cosa che Di Francesco ha vanamente vanamente inseguito per tutta la stagione) o rinnegarla chiedendo maggiori sacrifici difensivi, ha deciso, forse anche saggiamente, quest'ultima opzione.

Così raramente mercoledì si sono visti gli attaccanti alzarsi in pressione con i terzini a rimorchio e aggressivi sulle mezzeali viola che si "aprivano" sulle fasce. E se questo ha tolto alle spalle della linea difensiva quella profondità che gli attaccanti di Pioli sanno cercare molto bene, come conseguenza ha portato la Fiorentina soprattutto nel primo tempo a gestire il palleggio e a organizzare comunque una manovra sofisticata, puntando proprio sul dinamismo delle punte e dei centrocampisti a supporto dell'estemporaneo "portatore".

Così abbiamo ancora negli occhi una splendida azione (preludio al gol del primo vantaggio) con verticale di prima di Benassi su Simeone che si era staccato nei tempi giusti dalla marcatura di Jesus, con scarico su Gerson e immediata riproposizione verticale per Muriel che era andato ad attaccare proprio lo spazio liberato dal difensore brasiliano. Tempi e sincronismi perfetti studiati sui difetti della Roma.

Evidenti le difficoltà della squadra giallorossa in fase difensiva di passare da un'organizzazione corale incentrata sui movimenti del pallone a quella delle interpretazioni individuale con gli avversari come principale riferimento. Eppure nei calci piazzati Ranieri ha preferito mantenere lo schieramento a zona: così in occasione del primo gol su corner di Biraghi, Kolarov (non certo il miglior saltatore del pacchetto romanista) si è trovato a saltare da solo contro due avversari, Pezzella e Simeone. L'idea che ne deriva è che si sia nella fase né carne né pesce. Ma va dato atto comunque a Ranieri che fino a oggi non ha potuto neanche scegliere quale giocatore far giocare visto che la maggior parte erano indisponibili. Ora che almeno a centrocampo sono rientrati quasi tutti potrà studiare anche qualcosa di diverso.

La fase di possesso

Quando invece è la Roma a gestire il pallone l'idea è che sia più il talento individuale a far andare il pallone che qualche movimento studiano in allenamento. E anche questa scelta è comprensibile. Non ha (avuto) tempo Ranieri di esercitare anche la fase offensiva, dovendo intanto cercare almeno di risolvere i problemi in fase difensiva. Logico che ora si aspetterà anche qualcosa in più dai rientri di Pellegrini e Ünder, già apprezzati proprio contro la Fiorentina.

Il loro ingresso (soprattutto quello di Lorenzo) ha fatto abbassare il baricentro ai viola e consentito alla Roma di tirare fuori la testa dal guscio fino a vivere un finale quasi inaspettatamente brillante, mentre gli avversari denunciando qualche limite atletico si affidavano solo ad estemporanee transizioni. Così ora la speranza è che proprio una ritrovata vigoria in mezzo al campo (potendo contare con la Sampdoria tra due giorni su giocatori vivaci o riposati come De Rossi, lo stesso Pellegrini e ovviamente Zaniolo) unita alla velocità di interpreti come Ünder e Kluivert (scelte obbligate, a fronte del risentimento muscolare di Perotti, anche se ieri si è rivisto in gruppo anche El Shaarawy) potrà consentire alla Roma di affrontare la pericolosa squadra di Giampaolo puntando su un maggior tasso tecnico e dunque anche su più articolate scelte tattiche.

Già sarebbe sufficiente migliorare il dato dei passaggi sbagliati: ogni errore di questo tipo in meno, soprattutto nella metà campo avversaria, è un'occasione di sviluppo di gioco in più e per quanto banale possa sembrare è proprio questo che fa la differenza nel calcio, a qualsiasi livello. La Roma è indubbiamente una squadra di grande spessore tecnico (basti guardare la dfferenza che c'era mercoledì tra le due panchine), ma troppo spesso il rendimento dei giocatori è stato al di sotto delle attese. È necessaria una svolta anche in questo senso.

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???? TATTICAMENTE ???? Di @danielelomonaco Una piacevole novità per la stagione della Roma, la riscoperta dell'efficacia dei cambi di gioco. Appena un minuto dopo il gol incassato in apertura di partita sul corner trasformato da Pezzella, Dzeko riceve da Perotti un pallone difficile da gestire in mezzo agli avversari, tutto defilato sulla sinistra (fotogramma 1). Ma il bosniaco alza lo sguardo e nota dall'altra parte del campo Kluivert con davanti ampie porzioni di campo libere e lo serve sprigionando tutta la potenza e la tecnica necessarie per un gesto tecnico così. Kluivert a quel punto riceve e mette a terra (fotogramma 2), mentre i difensori della Fiorentina riguadagnano rapidamente l'area che viene attaccata inizialmente solo da Zaniolo (e si prefigura un 1 contro 3). Così è giusta la scelta dell'olandesino (classe ‘99, ricordiamolo sempre) che invece di affrettare i tempi preferisce temporeggiare e rientrare sul sinistro (fotogramma 3), consentendo agli altri compagni di squadra di attaccare gli spazi liberi, configurando così un più accettabile 3 contro 4. Nella concitazione, Pezzella (che aveva appena esultato per il gol segnato) si perde un po' la marcatura di Zaniolo e sul cross il romanista può saltare quasi in solitaria, con l'avversario in ritardo. Poi il talento di Massa è bravo a spizzare la palla sull'angolo più lontano. Peraltro, come si può notare nel 4° fotogramma, per fortuna della Roma la palla sbatte sul palo e rientra poi in porta da sola: se l'avesse toccata Perotti probabilmente il gol sarebbe stato annullato perché dalle immagini l'argentino al momento del tocco di Zaniolo sembra più avanti rispetto a tutti gli altri

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