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L'analisi di Betis-Roma

TatticaMente: il 3-5-2 è possibile anche con Zaniolo

Finché manca Dybala è bene tenere così denso il centrocampo. In mediana Nicolò e Pellegrini possono diventare valide alternative a Matic

Nicolò Zaniolo in Roma-Betis

Nicolò Zaniolo in Roma-Betis (As Roma via Getty Images)

15 Ottobre 2022 - 07:00

Quando alla fine della partita di Siviglia l’inviato di Sky Angelo Mangiante ha chiesto a Mourinho se la formula con Abraham e Belotti in attacco fosse riproponibile anche in futuro, la risposta dell’allenatore portoghese è stata ironica e significativa allo stesso tempo: "E Zaniolo poi dove lo faccio giocare? Esterno di fascia?". Nella sua idea, dunque, in mancanza di Dybala, Nicolò dovrà occupare la posizione di trequartista dietro Abraham magari al fianco di Pellegrini, con un centrocampo formato sempre da due giocatori a scelta sui tre che lui ritiene in questo momento all’altezza del ruolo da titolare: Matic, Cristante e Camara, in crescita dopo la buona prova in Coppa. 

La diversa solidità del 352

Proviamo a vedere la cosa da un altro punto di vista, partendo dal fatto che oggettivamente la prestazione di Siviglia della Roma è stata considerata buona soprattutto per la sensazione di equilibrio generale fornita dalla squadra nelle due fasi, sia in possesso sia in non possesso. Anche se si è spesso detto che cambiare posizione a un giocatore (in questo caso Pellegrini) di 10 o 15 metri sul campo incide poco, in realtà esistono significative differenze tra uno schieramento con quattro centrocampisti e un trequartista e un altro con tre centrocampisti centrali e due esterni, anche se la posizione di uno dei due intermedi di metà campo può essere, per caratteristiche specifiche del giocatore, anche più avanzata dell’altra. Di sicuro, ad esempio, Pellegrini è portato ad avvicinarsi a cucire il gioco più sulla tre-quarti che non sulla linea di metà campo.

Ma quando l’impostazione tattica soprattutto in fase di non possesso ti impone di allinearti ai tuoi compagni di reparto sulla prima impostazione avversaria, la squadra acquisisce automaticamente un equilibrio diverso anche se in pressione vai a prendere il play avversario esattamente come poteva capitare partendo dalla posizione di trequartista. Uno dei problemi riconosciuti di questa Roma anche dallo stesso allenatore è proprio il fatto di non avere un centrocampo assortito a perfezione da quando si è infortunato Wijnaldum, l’elemento che era stato individuato proprio per conferire alla squadra quel dinamismo di metà campo che la sola presenza di Cristante e Matic non riesce a garantire.

Troppo spesso la Roma è lenta nello sviluppo e sull’iniziativa avversaria tende a schiacciare sulla linea dei difensori i due esterni, lasciando ai due poveri mediani il compito di coprire in ampiezza tutto il campo sulla trequarti, compito a volte impossibile da assolvere. Così accade sempre più spesso che gli avversari vadano al tiro nei pressi della linea dell’area di rigore creando comunque problemi a Rui Patricio. Non per caso, in Italia solo Spezia e Salernitana (5) finora hanno subito più reti della Roma (3) da fuori area.

E in Europa League solo Zurigo (4, ma su 14 totali) e Omonia Nicosia (3 su 9 totali) hanno fatto peggio della Roma (2 su 5). Si potrà obiettare: ma il gol subito giovedì sera è arrivato nonostante lo schieramento con tre centrocampisti. Vero, ma a parte la componente di casualità che ha determinato il successo del tiro da fuori area di Canales, bisogna pure dire che alla Roma non si riesce a perfezionare il meccanismo che dovrebbe portare i centrocampisti a presidiare meglio la zona dello scarico in area, come accaduto anche al Villamarin in altre azioni e testimoniato nelle grafiche della pagina accanto. C’è dunque in primo luogo un difetto strutturale e poi un difetto tattico che deriva proprio dallo scarso numero di centrocampisti utili in non possesso. 

Ma Zaniolo potrebbe adattarsi

Quale potrebbe essere, allora, un buon compromesso tale da consentire alla Roma di mantenere la struttura con tre centrocampisti e due punte? La scelta di campo che andrebbe fatta riguarda proprio Zaniolo, per certi versi assimilabile alla scelta già fatta a Siviglia con Pellegrini. Parliamo infatti di due giocatori, Nicolò e Lorenzo, che hanno caratteristiche tali da poterli far adattare tranquillamente a giocare da mezz’ala, dove entrambi hanno più volte giocato agli inizi della loro carriera, da trequartisti o addirittura, più Zaniolo che Pellegrini, da seconda punta. Se andiamo anche a guardare le possibilità offerte dalla rosa a Mourinho ci rendiamo conto che se a metà campo ci sono solo due giocatori per tre ruoli e nessuno con le caratteristiche del convalescente Wijnaldum,  invece tra trequarti e attacco ci sono addirittura sette giocatori a disposizione per tre ruoli: Pellegrini, Zaniolo, Dybala, El Shaarawy, Shomurodov, Belotti e Abraham.

La soluzione potrebbe essere proprio quella di abbassare il baricentro di Zaniolo e Pellegrini, farli partire da intermedi di centrocampo con chiare tendenze offensive, mettere in campo uno tra Cristante e Matic nel ruolo di play e usare per i due ruoli residui d’attacco 2 tra i 4 attaccanti a disposizione della rosa. La Roma si ritroverebbe all’improvviso con tante alternative in più in ogni settore, considerando che in certe partite puoi anche permetterti poi di giocare con Zaniolo seconda punta in base all’avversario o per il risultato maturato sul campo fin lì. 

Sampdoria, test ideale

Chiaro che nel 2023, con il ritorno di Wjinaldum e di Dybala, le cose poi potrebbero cambiare e si potrebbe tornare ad uno schieramento con due trequartisti e una punta. La sfida con la Sampdoria di Stankovic sembra fatto apposta per poter immaginare un esperimento tipo Zaniolo e Pellegrini più bassi e due punte. Nel 352 è peraltro una cosa già vista, per esempio nella Lazio Inzaghi ne ha sperimentato i vantaggi con Luis Alberto e Milinkovic - che peraltro Sarri ha confermato addirittura intermedi di un 433 - e ha ribadito la sua scelta nell’Inter schierando in quel ruolo un trequartista puro come Calhanoglu.

Quanto allo specifico della sfida pareggiata l’altra sera, anche i dati confermano lo stallo che si è visto in campo: pochi tiri nello specchio della porta, poche iniziative offensive, addirittura zero contropiede per entrambe le squadre, pochi calci d’angolo, poche punizioni, pochi possessi palla portati nelle zone calde degli avversari. Sul campo si sono confrontate due squadre che si sono rispettate e che hanno provato a vincere forse rinunciando a farlo solo nella parte finale della contesa, quando è apparso chiaro che il pareggio avrebbe potuto accontentare le diverse esigenze degli allenatori. Resta consolante, per la Roma, aver difeso senza affanni. È un passo avanti e forse la novità del 352, ancora inedita in questa stagione, qualcosa c’entra...

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