Punto e virgola

Nessuna distrazione: conta solo il campo

Un gol, basta un gol, non per qualificarsi ma per dare un senso a questa serata. In fondo l’idea dell’eliminazione l’abbiamo già digerita, quella della favola soltanto immaginata

Daniele De Rossi in conferenza stampa

Daniele De Rossi in conferenza stampa (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
09 Maggio 2024 - 08:51

Pazzi di gioia. Oppure comunque orgogliosi per un’altra fantastica corsa terminata, è vero, sul più bello, ma in fondo insperata dopo il cambio di allenatore di metà gennaio. Stasera, intorno alle 23, o magari un’oretta più tardi (come suona per la prima volta suadente alle nostre anime l’ipotesi dei supplementari...), ogni romanista indosserà uno di questi abiti, tertium non datur. In fondo la delusione per la possibile eliminazione l’abbiamo già provata, e a questo punto smaltita, una settimana fa, dopo l’inatteso 0-2 della partita d’andata, condannati a veder festeggiare gli avversari in casa propria (evento assai raro, visto il ranking autorevolissimo per cui la Roma non perdeva una partita internazionale in casa nelle gare ad eliminazione diretta addirittura da 7 anni, ci riuscì il Villarreal peraltro dopo aver perso 4-0 in casa) dopo una partita più sfortunata che realmente subita.

Almeno questa è la convinzione di Daniele De Rossi che nella conferenza stampa di ieri ha scacciato ogni possibile motivazione supplementare che non provenisse dal campo. Non gli interessa la gaffe «magari di un impiegato del ticketing» del Bayer che ha pubblicato (e subito rimosso) un post con le modalità di vendita dei biglietti per la finale, non gli interessano le povere parole di Gasperini che per difendere le comprensibili istanze dell’Atalanta ha svilito il comportamento dei romanisti a Udine, non gli interessa pensare alla rimonta col Barcellona o ai discorsi motivazionali.

Almeno pubblicamente De Rossi mostra di pensare soprattutto al campo, al sistema più adatto per contrapporsi ai fortissimi tedeschi, «capaci di battere più volte le squadre che si stanno giocando la Champions». Gli uomini probabilmente saranno quelli, come li metterà campo non è facile capirlo. 433, 4231, 3421, 352, ogni ipotesi è plausibile, anche se la più recente, il 4231 utilizzato con la Juventus e a Milano nell’andata dei quarti di Europa League, gli sta dando importanti risposte in ordine all’equilibrio delle contrapposizioni in fase di non possesso.

È probabile dunque che riparta da lì, magari senza Dybala dall’inizio non per preservarlo per Bergamo («nessuna scelta sarà fatta in funzione dell’Atalanta»), ma per averlo magari al meglio qualora dovesse servire davvero, in un ipotetico secondo tempo in cui la Roma è in vantaggio e ha la teorica possibilità di giocarsi magari la favola della qualificazione ai supplementari. Un gol, basta un gol, non per qualificarsi (ce ne vorranno 3 di scarto, o due giocandosela poi ai rigori, dove ci sarebbe anche Svilar lo specialista...), ma per dare un senso a questa serata. In fondo l’idea dell’eliminazione l’abbiamo già digerita, quella della favola soltanto immaginata. Ai biglietti per la finale, all’Atalanta e a Gasperini ci si penserà poi.

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