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Punto e virgola

Teste di calcio

Se qualche tesserato romanista sarà riconosciuto colpevole non conti sulla nostra comprensione

Zalewski durante una partita della Roma

Zalewski durante una partita della Roma (GETTY IMAGES)

14 Ottobre 2023 - 15:50

Niente teste di cazzo. Ci sia perdonato il turpiloquio, ma è solo il titolo testuale di un libro che Luciano Spalletti non ha fatto in tempo a regalare ai giocatori della Nazionale e magari a tutti quelli che la maglia azzurra possono (potevano) sperare di indossarla. Il libro (pubblicato da Mondadori) è una summa di lezioni di vita e di leadership sugli All Blacks ed è stato scritto da James Kerr, uno specialista di cervelli da rimodulare in modo di poter più facilmente arrivare al successo. Spalletti, che stasera a Bari contro Malta ricomincerà per conto del nostro calcio a riscalare l’ennesima montagna della perduta credibilità, aveva tratteggiato qualche giorno fa anche il prototipo del giocatore che non avrebbe voluto vedere in Nazionale per giustificare il regalo che aveva in animo di fare: «Non mi piacciono gli zombie che ciondolano in ritiro con le cuffie alle orecchie». Magari fosse quello il punto più basso dell’asticella morale dei tuoi calciatori, caro Luciano. A quanto pare qualche zombie, in tuta azzurra o in altri colori, per ora non fa differenza, faceva qualcosa di ben più grave che ascoltare musica per estraniarsi dal contesto. Il quadro che sta emergendo, tra uno strepito e l’altro del menestrello che grazie alle confidenze a quanto pare di un suo amico pluripregiudicato sta dettando l’agenda degli interventi pure agli uffici dei procuratori interessati, è sconfortante: uno, tre, quattro, undici o forse cinquanta calciatori professionisti di diversi livelli a quanto pare butta(va)no gran parte dei soldi spremuti ai tifosi dentro piattaforme virtuali illegali e controllate dalla malavita. 

Per conoscere le conseguenze (relative alla giustizia ordinaria e quella sportiva) di questi comportamenti bisognerà accertare, giocatore per giocatore, i diversi comportamenti tenuti resistendo per adesso alla tentazione di considerare tutti colpevoli nella stessa misura. Buttare i soldi in un videopoker o in una slot o per scommettere sulla Nfl può essere deprecabile, ma non configurerebbe comportamenti illeciti per la giustizia sportiva. Farlo invece su eventi calcistici avrebbe tutto un altro significato. Ci sia consentito solo di marcare una differenza: tifosi di altre squadre sono forse da sempre abituati a mettersi nel recinto a difendere a prescindere ogni malefatta fatta in nome dei propri colori, magari nella convinzione che il risultato finale giustifichi ogni cosa (c’è persino chi ne ha fatto uno slogan societario...).

Noi romanisti a queste cose non siamo purtroppo (anzi, per fortuna) abituati: e se venisse accertato ogni oltre ragionevole dubbio che un tesserato della Roma si è macchiato di questi comportamenti non potrebbe mai contare sulla nostra comprensione. Tutt’altro.

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