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Stadio Bentegodi, Ore 18.30

Hellas Verona-Roma: Mou si spinge

Comincia in trasferta una settimana fondamentale per noi. Prima di Ludogorets e derby bisogna prendere la rincorsa con i tre punti

Il gruppo festante dei giocatori giallorossi a Milano con l’Inter

Il gruppo festante dei giocatori giallorossi a Milano con l’Inter (As Roma via Getty Images)

31 Ottobre 2022 - 09:02

In un campionato che non risparmia nessuno e, Napoli a parte, decide partite e destini sempre sul filo dell’episodio decisivo, e a volte regala sorprese inaspettate nei risultati e nelle sanzioni disciplinari, la Roma pratica e compatta di Mourinho va in trasferta a prendere la rincorsa per dare un senso, con le prossime due partite casalinghe, a questa prima parte di stagione. Nell’anticipo del giorno del posticipo la squadra giallorossa, accompagnata come sempre dal suo esercito di fedeli (addirittura 3500 dovrebbero essere i tifosi al seguito), scende in campo al Bentegodi (calcio d’inizio ore 18,30, telecronaca esclusiva su Dazn) con il doppio obiettivo di riportare a casa la truppa intatta e tre punti in più in classifica. Poi si penserà a consumare in pochi giorni le residue energie adrenalitiche contro Ludogorets (giovedì) e Lazio (domenica) in un duplice e consecutivo bagno di folla che benedirà (o maledirà) i primi verdetti stagionali. Il calcio è questo, del resto: sentenze sparate a distanza di tre giorni con motivazioni opposte, ad uso e consumo delle sterili polemiche che avvelenano il dibattito dando la sensazione che invece siano il balsamo che allunga la vita e moltiplica gli appassionati di uno sport che invece avrebbe bisogno di maggiori competenze per elevare le discussioni. Anche della Roma di Mourinho si dice tutto e il contrario di tutto, ecco perché chi le vuole bene si augura che in questi sei movimentati giorni l’allenatore muova le pedine giuste per arrivare alla fine di questo primo segmento centrando l’obiettivo di mantenere intatte le probabilità di successo da portarsi dietro direttamente nel 2023. Ma se stasera si fallisse il bersaglio grosso ogni considerazione sarebbe intossicata da stille di veleno di cui non c’è bisogno.

Non ci fosse stata la macchia di Udine, il cammino in trasferta della squadra giallorossa si potrebbe persino definire esaltante, con le quattro vittorie (compresa l’Inter, l’ultima volta che si giocò con maglia bianca e pantaloncini rossi) e il pareggio di Torino ad illuminare il percorso. Dagli ultimi tre viaggi sono arrivati nove punti, e la statistica inquieta l’animo di ogni tifoso scaramantico come sempre accade di fronte ai dati estremamente positivi: è dal 2019/2020 che non si raggiungono quattro vittorie consecutive in trasferta, era la Roma di  Fonseca, post lockdown, quando arrivarono una serie di fortunati risultati positivi. A quest’altro mago portoghese che invece sta in panchina da quindici mesi spetta il compito di distribuire bene, lungo l’arco di questi sei giorni, le pedine da muovere sulle tre scacchiere tattiche. Della formazione di oggi parliamo a parte, incrociando tutte le dita incrociabili per le condizioni dei giocatori totem, quelli che non possono mancare dovendo già sopportare le pesantissime defezioni di Dybala e Wijnaldum. 

L’anno scorso la Roma arrivò al Bentegodi forte di una striscia di vittorie consecutive che aveva esaltato gli animi (prodromi di un fuoco che si è poi diffuso tutta lunga la stagione fino al trionfo di Tirana e, come si vede, non si è ancora spento), invece arrivò una brutta sconfitta che sorprese la Roma e le tolse qualche certezza. L’anno prima ci fu addirittura il pasticciaccio della sconfitta a tavolino. Quel Verona non c’è più, sembrano passati secoli: due anni fa in panchina c’era Juric, l’anno scorso Tudor, quest’anno era partito Cioffi ed ora c’è il nuovo corso di Bocchetti, ex tecnico della Primavera fino a tre settimane fa. Di lui si sa poco, ma molto si conosce della qualità di giocatori che sembrano ancora inespressi. Lunga la lista anche delle loro assenze, non è dunque il caso di accampare scuse tecniche preventive. Semmai preoccupa i romanisti l’accoppiata designata al Var: Maresca e Aureliano, cognomi che sono entrati ormai nell’immaginario collettivo degli incubi giallorossi. La speranza è che la partita fili liscia e non ci ci sia il bisogno di consultazioni al monitor.

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