Per la Roma

Il quarto d’ora di Gustavo Bartelt

Quel sogno durò un istante eppure c’è rimasto addosso, come quegli amori estivi che nessuno ha mai dimenticato. E qualcuno ancora domanda: «Ma te lo ricordi il gol di Bartelt?»

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
04 Maggio 2025 - 08:59

Quando giocava Pelè di televisioni ce n’erano poche.
Tanto che due avversari saltati in dribbling, nel passaparola degli appassionati di calcio, diventano tre e poi quattro, cinque fino a tutta la squadra. 
Non si mettevano argini al sogno, insomma. Segno dei tempi ma anche della voglia di fantasticare perché questo magnifico sport, tra tutte le altre cose, deve darci anche l’opportunità di preservare il lato più infantile della nostra esistenza.
E se il fuoriclasse brasiliano, leggende o no, ha realizzato quasi ottocento gol per scrivere, e guadagnarsi, la storia... c’è chi, di gol, gliene è bastato solamente uno per essere ricordato per sempre dai Romanisti: Gustavo Bartelt.
Già, perché – a proposito di ROMA Fiorentina ma anche di leggende popolari – per tutti, in quel due a uno dell’ottobre del ’98, l’attaccante argentino aveva segnato. 
E, invece, se andate a rileggere il tabellino “scoprirete” che il suo nome non c’è: pareggio di Alenichev e gol vittoria, con tanto di applauso al piede, di Francesco Totti a tempo scaduto.
Potere di un pomeriggio fuori le righe e di una partita piena zeppa di cose come, forse, solamente alcune del primo Zeman sapevano essere: espulsioni, rimonta, corse e rincorse ed entusiasmo generale. 
Quell’entusiasmo capace di alterare ricordi e popolare i racconti di metafore appassionanti al punto da trasformare una meteora in una stella nascente. 
E chi se ne frega se poi, da lì a poco, quella stella – Bartelt – diventò cadente scomparendo dai radar fino, addirittura, a rimanere coinvolta, tempo dopo, nello scandalo passaporti... 
chi se ne frega perché in nemmeno un quarto d’ora in campo era stato capace di seminare il panico nella difesa viola riuscendo, dal nulla, a creare le situazioni insperate per ribaltare il risultato e farci sognare d’aver trovato un nuovo fenomeno.
Quel sogno durò un istante eppure c’è rimasto addosso come quegli amori estivi, di quando eravamo ragazzini, che duravano una sera ma che, a conti fatti, nessuno ha mai dimenticato: il biondo attaccante con il simbolo della ROMA tatuato sulla pelle e noi conservando ancora nitido il ricordo di una rete… mai realizzata.
Ma qualcuno ancora domanda: «Ma te lo ricordi il gol di Bartelt?».

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