Cogito Ergo Sud

Essere romanista

Perché adesso qualsiasi cosa accada Lorenzo Pellegrini non può più essere una storia sbagliata. E averle detto ti amo quando forse è già finita è la cosa più romanista che ci sia nella vita

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Tonino Cagnucci
23 Settembre 2025 - 06:00

Il giocatore crocifisso si stacca dai chiodi delle critiche, allarga le braccia verso un mondo che torna a essere suo, si libera dalla croce e poi raccoglie le mani sul viso come per pregare una preghiera che è già esaudita. Ha segnato al derby. La Roma è in vantaggio. Tutto quello che voleva lui, tutto quello che volevamo noi, tutto sta tornando…  

Penso che Lorenzo Pellegrini fosse solo in quel momento, con le mani sul viso mentre si guardava dentro. Nell’attimo della gioia più sfrenata, nel momento più condiviso (anche di persona, con gli abbracci, e non solo sui social), in quello più urlato, Lorenzo Pellegrini era solo con sé stesso e il suo silenzio, con tutto quello che aveva passato, quello che aveva sognato e, soprattutto, quello che forse aveva smesso di sognare. In quell’istante riaveva tutto. Qualcosa come il ritorno della donna amata, la correzione su una storia sbagliata, la possibilità di ridire le parole giuste, ma anche qualcosa di più. Non è solo la sensazione di una seconda chance, ma quella di averla sfruttata. Perché 4 gol al derby sotto la Nord con 4 vittorie vanno in archivio come storia, perché adesso qualsiasi cosa accada Lorenzo Pellegrini non può più essere una storia sbagliata.  

Chi gli rimproverava una mollezza insopportabile – pretendendo, anche giustamente, un verace romanismo anche dal punto di vista agonistico - oggi però, proprio in virtù di ciò che lo faceva arrabbiare, non può non stare con lui. Con chi segna alla Lazio sotto alla Nord. Con chi segna alla Lazio e quando segna vince. Con uno della Tuscolana che dice che la Roma la ama

Ho sempre sostenuto Pellegrini come giocatore della Roma e non ho mai sopportato tutte le cattiverie che gli piovevano addosso, però non sono mai stato un “pellegriniano doc (cosa di cui ovviamente chiedo perdono, come ho potuto non amarti se ti chiami Lorenzo e tuo padre Tonino…), una cosa però l’ho sempre sottolineata: il suo atteggiamento è stato sempre clamorosamente dignitoso. Ha accettato tutto. S’è preso tutto. S’è stato zitto mentre tutto il mondo faceva rumore. Mi ha ricordato molto Giuseppe Giannini quando gli dissero dopo il rigore sbagliato al derby di non essere degno di indossare quella maglia. Ok i soldi, la fama e tutto quello che si dice in questi casi, ma voi vi immaginate ad essere un Capitano della Roma entrare in campo a Roma-Udinese e sentire 40.000 persone che ti fischiano appena tocchi il pallone (perché la Sud non c’era)? Voi, dico, come me, che se leggete un commento negativo sui social ci rimanete male, vi immaginate che significa –  soprattutto se sei romanista – venire pressoché detestato da certi tuoi tifosi e diventare quasi una barzelletta in radio? Poteva urlare un “vaffa” al mondo domenica e invece s’è commosso. 

Non era solo la sensazione di una seconda chance, ma quella di averla sfruttata. Perché 4 gol al derby sotto la Nord vanno in archivio come storia, perché adesso qualsiasi cosa accada Lorenzo Pellegrini non può più essere una storia sbagliata. E perché non è per niente detto purtroppo che resterà. E aver dato tutto, e detto ti amo quando forse è già finita, è forse la cosa più romanista che ci sia nella vita.

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