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Nuovo stadio, avanti sotto traccia

Dopo il parere positivo del Politecnico di Torino, la Variante non sarà un problema. Il lavoro ora si concentra sulla Convenzione, il “contratto” tra amministrazione e proponenti

19 Marzo 2019 - 09:28

Il lavoro sotto traccia per portare a compimento l'iter amministrativo per l'approvazione (definitiva questa volta) del progetto del nuovo stadio giallorosso prosegue alacremente. Un lavoro che si articola, come vi abbiamo più volte raccontato, intorno a due grandi questioni principali: la Variante al Piano Regolatore Generale della città e la Convenzione Urbanistica tra Comune e privati. Due provvedimenti che hanno vissuto e continuano a vivere due percorsi paralleli, che però vanno a ritmi diversi. Se infatti fino a qualche settimana fa il problema principale sembrava l'approvazione della Variante, oggi sembra che il maggior sforzo debba essere prodotto per la stipula della Convenzione. La Variante infatti dopo il parere (positivo) del Politecnico di Torino sul traffico intorno all'area di Tor di Valle (seppur con numerosi interventi da mettere in cantiere, molti dei quali a carico della pubblica amministrazione) sembra destinata ad arrivare spedita e senza intoppi in aula Giulio Cesare per il voto dell'Assemblea Capitolina. Voto che, forse con qualche sospiro di troppo rispetto a quanto auspicabile, non dovrebbe comunque riservare sorprese, e sul quale la sindaca ormai si gioca la poltrona.

Tempi più lunghi

La Convenzione invece sta richiedendo più tempo e più mediazione di quanto preventivato. Le opere da realizzare sono infatti molte e coinvolgono Enti diversi, dalla Città Metropolitana (responsabile della Via del Mare e della Via Ostiense) alla Regione (proprietaria della Ferrovia Roma-Lido), oltre ovviamente al Comune di Roma. La giunta capitolina sembra che nella rimodulazione del progetto nel febbraio del 2017 non abbia tenuto debitamente conto di come il taglio delle cubature a compensazione (in sostanza i tre grattaceli disegnati dall'architetto di fama mondiale Daniel Libeskind) avrebbe comportato un aumento delle spese per le casse pubbliche. Oggi si tenta di porre rimedio ma dovendosi scontrare con la volontà dei privati, che dopo il taglio non hanno comprensibilmente intenzione di intaccare ulteriormente il margine operativo dell'intera impresa, e che soprattutto temono che rimettere in discussione quanto deliberato dalla Conferenza dei Servizi possa comportare un ulteriore slittamento dei tempi per la posa della prima pietra.

La centralità delle Europee

Eventualità questa che anche dal Campidoglio vogliono scongiurare assolutamente. Anzi, in questo senso, è assolutamente convergente la volontà delle due parti interessate di portare al voto i due documenti prima delle elezioni europee previste per il prossimo 26 maggio. Il Movimento 5 Stelle intende infatti utilizzare la carta stadio per fini elettorali, come (forse unico, quantomeno raro) esempio della capacità degli uomini di Luigi Di Maio di realizzare importanti opere. La Tav oggi (e le Olimpiadi di Roma, ieri) rischia di logorare parte del consenso del Movimento, e lo stadio della Roma potrebbe far recuperare una dose consistente di voti. Stesse considerazioni, con accezioni diverse, che vengono fatte da Trigoria, dove si teme che le europee possano segnare la fine (o la crisi) dell'attuale Governo del Paese, con il conseguente indebolimento della sindaca. Anche per questo si sta preferendo il silenzio mediatico e il lavoro sulle carte. Eccezione (a conferma della regola) ieri le parole dell'assessore allo sport, alle politiche giovanili e dei grandi eventi di Roma Capitale, Daniele Frongia. L'ex vicesindaco (ma sempre uomo forte della giunta grillina) ha parlato a Radio Radio, rassicurando circa le sorti dello stadio giallorosso, ma lasciandosi andare anche ad altre considerazioni. «Proseguono gli incontri tecnici fra le parti - le prime parole proprio sullo stadio della Roma - c'è un interesse convergente quindi da questo punto di vista i segnali sono positivi».

Poche ma chiare parole, spese per mettere freno a qualche voce di troppo, nata forse per l'impazienza della piazza romana verso il nuovo impianto di Tor di Valle. Ed anche per rispondere alle polemiche avanzate dai vertici della Lazio circa una possibile corsia privilegiata per la Roma a discapito proprio dei biancocelesti. «Nessuna corsia preferenziale - ha detto Frongia -ma quanto previsto dalla legge e come ha detto la Sindaca se ci sarà un progetto sarà valutato, come tutti gli altri. Al momento non è pervenuto nulla come abbiamo già detto in più occasioni». Nessuno spazio quindi a polemiche che i vertici del Campidoglio considerano strumentali. Finora gli interventi degli uomini di punta dell'amministrazione romana hanno sempre preceduto passi ufficiali (o quasi) verso l'approvazione del progetto. Vedremo se sarà anche questa volta il caso. Comunque i segnali che continuano ad arrivarci sono ancora positivi ed orientati all'ottimismo. Da parte del Comune ovviamente. E da parte della Roma, che, è sempre utile ricordarlo, investe su questo progetto da più di 2.600 giorni, ed ha maturato (per ben due volte, l'ultima a gennaio dello scorso anno) il diritto ad avere il proprio stadio. Il nostro stadio.

Cosa manca per arrivare alla prima pietra

- La Variante al Piano Regolatore: il Comune di Roma dovrà adottare con delibera il verbale della Conferenza. Un'adozione che conterrà al proprio interno anche la Variante. Gran parte del lavoro è stato completato prima della sospensione dell'iter lo scorso giugno, ora il Comune dovrà in sede di Giunta approvare o respingere ogni atto emendativo presentato motivando tale decisione.

- La Convenzione urbanistica: l'Amministrazione di Roma Capitale dovrà predisporre in accordo con i proponenti il contratto che regolerà i rapporti tra le parti, con obblighi, doveri e tempistiche chiare. Questa fase sarà realizzata in contemporanea con la precedente e ratificata subito dopo.

 - Il ritorno in Regione: il fascicolo relativo allo stadio tornerà quindi in Regione per un passaggio che darà poi l'effettivo via libera a costruire.

- L'Ue e i bandi per le opere pubbliche: proponenti e enti coinvolti dovranno predisporre i progetti e i capitolati tecnici delle opere pubbliche che andranno sottoposti al vaglio degli uffici tecnici dell'Ue e solo successivamente messi a gara con bando europeo. Ci vorranno non meno di 45 giorni prima di poter assegnare ai vincitori la realizzazione delle opere.

- Smaltimento e bonifica: contestualmente alla fase di approvazione dei progetti in sede di Unione Europea i proponenti potranno bonificare l'area di Tor di Valle. Questo include lo smaltimento dei rifiuti e delle strutture attualmente esistenti. In questa fase sarà anche possibile procedere ai rilevamenti archeologici e ambientali, propedeutici alla fase di cantierizzazione dell'area

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