AUDIO - Amelia: "Gasperini ha capito la piazza. Domani un test con un Milan forte"
L'ex portiere della Roma e dei rossoneri a Radio Romanista: "Svilar è e sarà il protagonista dei giallorossi. L'attacco è migliorabile dal tecnico"
(Instagram)
A Radio Romanista è intervenuto Marco Amelia. L'ex portiere di Roma e Milan tra le altre ha parlato della situazione in casa giallorossa e, ovviamente, della gara di domani tra le sue due ex squadre.
Parliamo della Roma di Gasperini, una squadra ancora non sfavillante, imprevedibile negli atteggiamenti, ma che intanto è prima. Che idea ti sei fatto?
"Mi sono fatto un'idea molto chiara. Dopo il girone di ritorno dell'anno scorso è stato scelto di completare la parte tecnica con un allenatore che poteva aggiungere quel qualcosa in più che forse mancava, il modello di gioco di Gasp è conosciuto in tutto il mondo. L'idea è stata chiara e semplice, il mister è stato bravo nel venire a Trigoria e capire subito la piazza, senza cercare di imporre subito il suo gioco, importando le sue idee in modo graduale, inserendo cose graduali al sistema dell'anno scorso, e rianimando quei giocatori che ne avevano bisogno. I giocatori poi hanno risposto alla grande, e oggi la Roma è lì, prima in classifica, con grandi margini di miglioramento, che sono convinto il mister sappia dove possono portare. C'è grande entusiasmo, lo si percepisce da fuori: bisogna mantenerlo".
Secondo te dove metterà di più le mani Gasperini? Da fuori sembra che la Roma crei ma non segna abbastanza: quanto è migliorabile l'attacco?
"L'attacco è migliorabile per tanti motivi: l'attacco che ha la squadra, e parlo delle punte perché i trequartisti sono fortissimi, ha caratteristiche diverse: uno è più uomo d'area, l'altro è più bravo a giocare coi compagni. Dove può migliorare? Nel ritrovare la fiducia, Ferguson viene da un infortunio, e gli manca lucidità. Dovbyk ha fatto cose buone l'anno scorso, veniva dal gran campionato in Spagna, ma magari le sue non sono le caratteristiche dell'attaccante che vuole Gasperini. Perciò l'attacco è migliorabile sia con loro, che devono andare incontro all'idea di Gasp, ma poi anche nei prossimi mercati credo la Roma interverrà cercando un giocator in più con caratteristiche che l'allenatore chiede. Non è facile perché ce ne sono pochi. Intanto credo che faranno gol anche questi seguendo le idee del mister".
Quindi per te è solo un discorso di meccanismi? Perché a volte sembrano inadatti al gioco di Gasperini, nonostante Dovbyk sia un bomber, e non si capisce dunque il motivo.
"Abbiamo visto tante occasioni sprecate in queste partite, è più una mancanza di lucidità che sterilità. Ritrovarsi anche a livello mentale, penso sia questo. Gasperini ha l'esperienza e uno staff per aiutarli, io ho molta fiducia in questi giocatori ma poi è normale che la Roma pensi ad intervenire per trovare un attaccante che la Roma vuole. Io penso Gasperini stia lavorando intanto con i giocatori che ha, nonostante sia stato descritto come uno molto attacco alle sue idee a me sembra che stia lavorando bene con i giocatori".
La gara di domani è un crocevia per l'Europa?
"No, è un test contro una squadra forte, che sa cosa deve fare perché ha un allenatore che conosce l'ambiente. Questo è un bel test per la Roma, per dimostrare come in queste gare si può prendere il sopravvento o capire che bisogna soffrire, e saperlo fare. Può dire tanto alla Roma ma ancora è presto per pensare che sia un crocevia perché la Roma può infilare poi filotti di vittorie. Non cambierebbe niente, sono solo curioso di come questa squadra si presenterà a San Siro contro un Milan forte, e vedere con che atteggiamento e voglia di portare il risultato da San Siro".
Svilar in un paio di partite non ha convinto tantissimo, come a Firenze e contro Inter e Plzen. Un giudizio?
"Mile ci ha abituato troppo bene, e con situazioni così pensiamo sbagli. In realtà sono situazioni troppo difficili e veloci. Svilar ha iniziato anche quest'anno da protagonista e sarà protagonista, perché ha una forza mentale per cui anche in queste situazioni reagisce in modo positivo. Non lo critichiamo quando sbaglia, così capirà che qui può rimanere 15 anni".
Hai fatto parte della Roma del terzo Scudetto: che aria c'era? Quel tipo di aura lì, l'hai trovata anche in nazionale?
"Quando sei in un ambiente che poi finisce per vincere, avverti sempre un'aria positiva. Si creano quelle situazioni ambientali, anche in modo inconscio, che ti portano a rendere meglio. Situazioni individuali positive che aiutano il risultato di gruppo. In quella Roma c'erano giocatori di personalità e di qualità, che Capello ha saputo sfruttare meglio nei giusti momenti, perché se pensiamo a come è andata la stagione, è capitato magari che Capello ha tolto Totti per mettere Nakata e Nakata ha risposto presente. Le staffette tra Delvecchio e Montella, tutto succedeva senza problematiche. Mi sono sentito importante anche io, che ero giovane ed ero il terzo portiere, ma mi sentivo importante magari nell'allenarmi con Batistuta. Penso a tutti i giocatori di quella squadra, Capello è riuscito a metterli tutti nel momento giusto per un contributo che ha portato allo Scudetto. C'era un ambiente armonico, dai giocatori ai giardinieri. C'era unione verso l'obiettivo, che era vincere il campionato".
Ma nel 2001, quanto ha influito lo scudetto vinto dalla Lazio l'anno prima?
"Beh... La Lazio vinse quello scudetto un po' particolare... Lo aveva in mano la Juventus, che aveva 9 punti di vantaggio: lo buttò via, un po' nello scontro diretto di Torino, un po' a Perugia, dove ci fu quella partita strana, particolare. In tutta Italia c'erano 40 gradi, a Perugia il diluvio universale... Non so chi lo avesse voluto... Influì, sì, nel creare una voglia di rivalsa. Non facemmo una grande stagione, perdemmo anche il derby con una punizione di Veron. Ma ci diede un motivo in più per strappare lo scudetto: fu bellissimo. Loro vinsero il campionato nel 2000, ma la loro gioia durò poco".
Era quasi meglio non averlo vinto... Per loro!
"È una situazione che ho vissuto anche a Milano, quando andai al Milan. L'Inter aveva vinto lo scudetto e nel 2011 lo scucimmo dalle loro maglie. Sono sensazioni belle. Tante volte sono stato usato come amuleto, ho avuto un po' di fortuna...! Tra l'altro, una volta comprai una maglia dell'Inter, a Milano, e ritagliai lo scudetto dal petto. Fu una cosa bella, me la ricordavo da Roma: qualcuno, non ricordo chi, portò questo scudetto con dei bordini celesti... Era stato dunque tagliato da una maglia della Lazio. E lo mettemmo sulla nostra, dopo il 17 giugno. Ma è il bello del calcio, lo sfottò bello, che si accetta sempre con ironia".
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