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L'intervista

Nuovo Stadio, Veloccia: "Servirà qualche mese per la consegna del progetto"

Le parole dell'Assessore all'Urbanistica a Radio Romanista: "Abbiamo trattato le criticità relative al trasporto pubblico. Ora si entra in campo sul serio"

Maurizio Veloccia durante una conferenza stampa

Maurizio Veloccia durante una conferenza stampa (GETTY IMAGES)

La Redazione
16 Maggio 2023 - 17:54

Maurizio Veloccia è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista nel corso della trasmissione "Secondo Tempo". L'Assessore all'Urbanistica della Capitale ha parlato del progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata: di seguito le dichiarazioni rilasciate.

Sono giorni caldissimi per il progetto del nuovo Stadio. Pochi giorni fa è arrivato il primo step significativo di questa nuova strada. Quanto e in cosa è cambiata la delibera?
"È una delibera importante. È stata aggiornata in questi mesi di discussioni in Assemblea Capitolina con un risultato importante, cioè con 32 voti favorevoli - soltanto tre astenuti - e quindi una larghissima maggoranza. Sono state specificate alcune condizioni per fare lo stadio e per farlo bene ed è stato trattato il tema dei trasporti: è stato specificato come tutti quanti insieme, la Roma e l'amministrazione, dovremo fare in modo che si riesca ad arrivare all'impianto con il trasporto pubblico, quindi con la metro e con i treni regionali. Poi è stata specificata una clausola sul fatto che la società sportiva non potrà alienare lo stadio, che dovrà diventare e rimanere per tutta la durata della concessione la casa della Roma. Sono accorgimenti importanti che i consiglieri hanno voluto rimarcare e sono stati fatti tantissimi approfondimenti anche sul territorio. Abbiamo specificato come l'Ospedale Pertini dovrà essere tutelato: cose di buon senso che erano da approfondire e che sono state giustamente inserite nella delibera".

Avete scritto che la realizzazione di un nuovo stadio multifunzionale può rispondere ai bisogni della società e non limitarsi solo allo sport. L'interesse pubblico quindi si realizza proprio per questo motivo.
"Assolutamente sì. La legge sugli stadi nasce proprio per questo motivo, perché gli stadi si ritengono anche degli impianti che servono a migliorare la vita dei cittadini. La Roma ha l'obiettivo di far vivere lo stadio anche per altri eventi e non solo per i tifosi, quindi diventa un luogo aperto a tutta la città. Aggiungo poi che lo stadio a Pietralata ci permette di catalizzare lo sviluppo di quel quadrante che da 60 anni attende una nuova vocazione, perché la vecchia vocazione è fallita e lì abbiamo pochi interventi pubblici - uno studentato della Sapienza, la nuova sede dell'Istat e poco altro. Abbiamo cercato di unire un'esigenza della città e della Roma a quella dell'amministrazione, in modo tale che si possa ottenere un esito".

Gli interventi previsti sulla mobilità in aggiunta alla delibera quanto incidono sul costo finale dell'opera? I 540 milioni cambieranno per l'investitore privato o gli interventi non smatureranno il business?
"Noi abbiamo precisato e scritto cose già evidenziate dai dipartimenti, che abbiamo specificato come condizioni inderogabili. Se si realizza un nuovo stadio si garantisce che chi arriva con l'auto riesca a parcheggiare, che si possa andare a un pronto soccorso se ce n'è bisogno nel corso di una partita. Lo abbiamo chiarito in modo preciso ed è evidente che tutte le opere funzionali allo stadio devono essere a carico della Roma, questo è scontato. L'intervento infrastrutturale che serve alla città non si può mettere in carico alla Roma: questa è una logica sbagliata e opposta a ciò che avviene in tutto il mondo. Di solito le città e le amministrazioni creano le condizioni in termine di infrastrutture, servizi e trasporti affinché gli investitori le scelgano per investire, mentre noi spesso abbiamo detto: 'Finalmente abbiamo trovato la soluzione ai problemi, facciamo fare agli investitori ciò che non fatto in passato'. Quando sono stati fatti questi ragionamenti gli investitori sono scappati e i problemi sono rimasti, dobbiamo chiedere agli investitori di investire mentre i problemi devono essere risolti dalla città. Abbiamo detto alla Roma che ciò che è funzionale allo stadio deve farlo la Roma. La città deve fare investimenti sulle infrastrutture e la Roma può contribuire. I conti devono tornare per tutti, altrimenti non si fanno gli investimenti".

Ci sono state novità e reazioni da parte della Roma?
"Stiamo facendo i passaggi successivi alla fase di pre-riscaldamento, ora si entra in campo sul serio e vogliamo entrare nella sfida del compimento dell'opera pubblica. Vogliamo avviare il dibattito pubblico e presentare il progetto alla città, vogliamo ascoltare le proposte e le critiche dei cittadini e la Roma deve esporre il progetto definitivo e affrontare i nodi inseriti in delibera, come i problemi evidenziati riguardo l'accessibilità allo stadio: c'è un tavolo tecnico su questo, insieme alle ferrovie e a tutti gli enti interessati. Pensiamo che con questo duplice lavoro si possa arrivare al progetto definitivo".

Per quando possiamo aspettarci il progetto definitivo e quando potremo vedere un disegno?
"Sono domande che non bisogna rivolgere a me. Il progetto definitivo spetta alla Roma e sono fiducioso che possa esporlo nei prossimi mesi, ora si fa la partita. Il progetto è l'ultimo elaborato da consegnare e deve essere di grande dettaglio, serve qualche mese e speriamo che entro un anno si possa avviare la seconda fase".

Tanti tifosi si aspettano di vedere il disegno di quella che sarà la casa della Roma. Siamo sicuri che l'ha visto solo il sindaco? Non c'è nessun retroscena?
"L'unica cosa sicura è che non l'ho visto io. Appena lo vedrò vi dirò, ma è qualcosa di stupendo, proprio come ha detto il sindaco".

Il progetto va a valorizzare un quadrante che merita cose diverse nella città. Le cose vanno fatte bene ma con tutta la calma e la professionalità. La speranza è che non ci siano criticità, che abbiamo invece dovuto raccontare nel precedente percorso.
"L'investimento privato è grande, dobbiamo essere convinti che le criticità si possano risolvere. Non dobbiamo essere pessimisti. Dobbiamo lavorare per rimediare alle criticità".

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