ASCOLTA LA RADIO RADIO  
Le parole

Helsinki-Roma: Mourinho: "Dobbiamo vincere per non dipendere da altri"

Il tecnico portoghese: "Non sarà una passeggiata, non siamo in vacanza. Non vogliamo scendere in Conference. Il sintetico? Non voglio piangere"

José Mourinho in viaggio per Helsinki

José Mourinho in viaggio per Helsinki (GETTY IMAGES)

La Redazione
26 Ottobre 2022 - 19:02

José Mourinho, tecnico portoghese della Roma, ha parlato in conferenza stampa dalla Bolt Arena alla vigilia del match in Europa League contro L'Hjk Helsinki valevole per la quinta giornata del gruppo C. Ecco le parole del mister.

Cosa sa della Finlandia essendo la prima volta che viene qui?
"In realtà non è la prima volta. Non sono focalizzato sulla nazione ma sulla sfida, dobbiamo vincere per non dipendere da altri risultati. Dobbiamo vincere e non sarà facile. Dopo l'andata, a fine gara, ho detto con la massima onestà che la partita era stata da 11 contro 11, poi nel secondo tempo siamo migliorati ed è diventata più facile. Abbiamo visto le scorse partite dell'Helsinki contro il Ludogorets e il Betis e non sono state facili per gli avversari. Il Ludogorets è stato fortunato: poteva andargli peggio. Domani non sarà una passeggiata, non siamo in vacanza: è una gara cruciale e vogliamo restare nella competizione, non vogliamo scendere in Conference dove siamo i detentori del titolo. Vogliamo giocare in Europa League". 

Che cosa ne pensa del terreno artificale? Perché la squadra oggi non si è allenata qui? 
"Non voglio lamentarmi, non voglio piangere. Dobbiamo giocare in queste condizioni, dobbiamo vincere non importa se giochiamo su erba naturale o un terreno sabbioso, dobbiamo essere concentrati solo su questo. Se vuoi la mia opinione: secondo me il giocare su un terreno artificiale è un altro sport, non è calcio. Cambiano delle questioni a livello tecnico, non tattico. Ed evidentemente chi è abituato a giocare su queste superfici è abituato. Ma non mi sto lamentando, sto solo rispondendo con cortesia alla domanda". 

Cosa teme di più di questa squadra? 
"Non voglio dire temere, voglio dire saper conoscere ed essere preparato. Dopo la gara di andata ho fatto i complimento all'allenatore, ho visto una squadra ben organizzata. A dire la verità penso che negli ultimi anni il Nord Europa, la Scandinavia, è una zona in evoluzione dal punto di vista calcistico. 10/20 anni potevi trovare qualche bravo calciatore, ma non le buone squadre. Oggi le squadre svedesi, finlandesi o danesi hanno buoni giocatori, sono organizzate e hanno allenatori preparati. E questo l'ho avvertito nella partita in casa, la squadra sapeva cosa fare in campo e aveva una buona identità, come ho detto in 11 contro 11 sarebbe stata una partita difficile per noi. Domani sarà così quindi serve una partita di alto livello, perché l'avversario è difficile".

Sente che questa può essere la partita della rinascita offensiva e che in attacco qualcuno possa sbloccarsi?
"La squadra. Quando si parla di cose positive sono felice di esaltare le individualità. Quando le cose sono negative non mi piace. L'ho già fatto qualche volta, qualche parola ti scappa ma in generale, di principio, non mi piace. Dobbiamo segnare di più di squadra, non voglio parlare di situazioni individuali". 

L'Helsinki è 212ima nel ranking Uefa e la Roma 12ima. In questo campo il gap si riduce per lei? 
"Non mi interessa il ranking, mi interessa quello che succede in campo. All'andata non ho sentito questa differenza. Il ranking è come le statistiche di una partita: una squadra che ha fatto 5 azioni pericolose e non ha tirato in porta sembra, per statistiche, che non abbia creato nulla. Per me gli unici numeri del calcio sono i numeri di gol fatti e subiti, i punti che una squadra accumula se vince e non accumula se perde. Tutte le altre statistiche interpretabili come si vuole. Il ranking ha un criterio dubbio, per me l'Helsinki ha una buona squadra. Quando tu parli del campo penso di avere già risposto. Chi è abituato ad allenarsi e giocare qui è avvantaggiato. Potevamo giocare su un altro campo affianco. Lo scorso anno ci abbiamo giocato due volte sul sintetico: entrambe sconfitte, di cui una pesante e storica. Poi nella partita della verità, abbiamo ammazzato il Bodo/Glimt all'Olimpico. Con loro non può succedere, non c'è nessuna partita dell'Olimpico: se perdiamo siamo fuori. Per questa ragione non sono venuto in conferenza per parlare del campo, non c'è da piangere: dobbiamo giocare e vincere".

Proprio per parlare di squadra: nella manovra sta avvertendo delle difficoltà degli esterni? 
"Non ho problemi a rispondere e non sono d'accordo con te, molto semplice. Una squadra che ha problemi di manovra è una squadra che non crea opportunità da gol, è così. Nell'ultima partita contro la capolista non abbiamo creato 10 opportunità, contro l'Atalanta che è un'altra buona squadra ne abbiamo create 15. La manovra è positiva. A livello degli esterni, l'unica cosa che si può dire è che per gli infortuni non abbiamo mai giocato delle partite di fila con gli stessi, Zalewski che è un esterno di sinistra si è trovato a giocare a destra, Karsdorp si è operato, Celik è infortunato da un mese, Spinazzola dopo l'anno scorso ha dei limiti e fa fatica a giocare diverse partite di fila. Per quanto riguarda la manovra non sono d'accordo. Nel calcio i numeri che contano, con pragmatismo, sono i numeri di gol e punti e fino ad adesso abbiamo segnato poco rispetto a quanto giochiamo". 

© RIPRODUZIONE RISERVATA