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stadio olimpico, ore 18.30

Roma-Atalanta: per l'effetto Europa e una botta d'orgoglio

Un esame difficile per i giallorossi, in campo contro una squadra a trazione anteriore e nel giorno solitamente dedicato alla coppa

Dzeko segna il momentaneo vantaggio giallorosso nella sconfitta dell'andata, di LaPresse

Dzeko segna il momentaneo vantaggio giallorosso nella sconfitta dell'andata, di LaPresse

22 Aprile 2021 - 08:17

Sembra incredibile ma la Roma in casa non batte l'Atalanta dal 13 aprile 2014, 7 anni fa: finì 3-1, segnarono Taddei, Ljaic e Gervinho. Sembra incredibile, ma prima della partita di andata la Roma aveva sei punti di vantaggio sull'Atalanta, adesso ne ha dieci in meno. Sembra incredibile, ma l'unica squadra con cui Fonseca fino ad adesso ha rimediato solo sconfitte nel campionato italiano in almeno tre incontri è proprio l'Atalanta: l'anno scorso finì 2-0 per i bergamaschi all'Olimpico e 2-1 a Bergamo. Quest'anno nella gara d'andata è arrivato un sonoro 4-1, con l'illusorio vantaggio tenuto per quasi un'ora di gioco, sconfitta che arrivò peraltro in in mezzo a una serie di cinque nette vittorie della Roma. Oggi il momento di forma sembra molto diverso. Sembra incredibile, ma nelle ultime cinque partite di campionato la Roma ne ha vinta una, faticando con il Bologna, e ne ha perse tre. Sembra incredibile ma i bookmakers, nonostante il fattore campo, danno largamente favorita l'Atalanta rispetto alla Roma (3,50 per i giallorossi, 1,90 per i nerazzurri) nella sfida di questa sera della 32ª giornata del campionato di Serie A (calcio d'inizio ore 18.30).

Ci scusino i lettori per questa serie di riferimenti negativi ma i numeri sono impietosi e citarli è un semplice dovere di cronaca. La Roma, appare ormai chiaro, ha puntato tutta la sua attenzione sull'Europa League. Chissà se il fatto che si giochi di giovedì, giorno della settimana che è stato teatro delle cinque vittorie (su sei partite giocate più recentemente) nella competizione europea, possa fungere da amuleto. Questo non è certo un dato statistico, né tecnico-tattico, ma solo scaramantico. E già che ci siamo annotiamo pure che l'ultimo precedente di campionato disputato di giovedì è stata una sconfitta, lo scorso 2 luglio contro l'Udinese. Ai più curiosi, infine, ricordiamo anche, visto l'orario anomalo, che l'ultima partita giocata con calcio d'inizio fissato alle 18.30 in campionato è stato a Roma-SPAL 3-1 del 1 dicembre 2017.

Queste sono tutte piccole curiosità, poi però ci sarà da giocare la partita e di sicuro le premesse sono indirizzate tutte in una unica direzione: l'Atalanta è nettamente favorita per la sfida di stasera. Ieri Fonseca ha rassicurato che anche in campionato l'attenzione dei suoi giocatori è massima. Ma a giudicare le ultime prestazioni nessun osservatore esterno ha questa impressione. E soprattutto l'allenatore, in questa anomalia ormai solo romanista delle conferenze stampa con le domande riportate, dribbla le domande sull'identità smarrita. Prima della sfida di Torino aveva promesso che i tifosi avrebbero rivisto la Roma arrembante di qualche tempo prima: in realtà trovato il vantaggio la squadra si è smarrita e ha arretrato decisamente il baricentro pure contro la quindicesima squadra del campionato italiano, finendo poi per essere demolita sotto i colpi di Sanabria, Zaza e Rincon. Strategia di gara rivedibile, fase difensiva inguardabile, fase offensiva approssimativa, interpretazioni personali irritanti. E di fronte stasera c'è una squadra che è nel pieno delle sue potenzialità, reduce da una striscia di nove vittorie nelle ultime dieci partite, e la sconfitta è maturata a San Siro con l'Inter in una partita decisamente equilibrata. E con la sconfitta del Milan ieri col Sassuolo, ora i nerazzurri possono addirittura puntare al secondo posto. La Roma invece, per lo stesso risultato di San Siro, vede pericolosamente avvicinarsi la squadra di De Zerbi, ora staccata di cinque punti. Davanti ci sono invece la Lazio a quattro punti e il Napoli a sei e sono le due squadre che si affronteranno stasera, proprio dopo Roma-Atalanta. Aspettando Manchester, serve una botta d'orgoglio. Perché si può capire la flessione, ma la resa incondizionata proprio no.

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