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Pau Lopez: "Felice di aver scelto la Roma, è un passo in avanti per la mia carriera"

Il portiere giallorosso ha risposto alle domande dei tifosi: "L'abbraccio dei tifosi all'allenamento è stato bellissimo, spero di poter rivivere altre giornate così"

, di LaPresse

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La Redazione
02 Gennaio 2020 - 13:14

Pau Lopez si racconta. L'estremo difensore giallorosso ha partecipato ad "Ask", la rubrica organizzata da Roma Tv durante la quale il giocatore ospite risponde alle domande rivoltegli dai tifosi sui social network. Queste le dichiarazioni del portiere.

Che effetto ti ha fatto l'abbraccio dei tifosi all'allenamento al Tre Fontane?
"Sempre bello allenarsi con i tifosi, da quando sono arrivato è la prima volta che mi capita. Per la gente è importante vedere l'allenamento, è stata una giornata diversa, molto bella per tutti. Spero di poterla rivivere"

I bambini sono rimasti impressionati dalle parate di voi portieri, si chiedevano come fate a non farvi male cadendo...
"A volte può capitare, è una questione di rischi. Non so quante volte ci tuffiamo ogni giorno, è una cosa aggressiva per il tuo corpo ma è il nostro lavoro e siamo allenati"

Cosa ti ha convito a scegliere la Roma?
"Un po' tutto, la società è una delle più importanti d'Italia. Quando mi hanno detto che la Roma mi voleva non ho avuto nessun dubbio. E' sicuramente un passo avanti nella mia carriera, sono felice di questa scelta perché questi primi mesi sono stati molto positivi, le mie prestazioni stanno andando in crescendo".

Quali sono le differenze tra Liga e Serie A?
"Non saprei, forse qui si lavora di più sulla tecnica, almeno qui alla Roma con Savorani. Forse è questa la differenza principale".

Come ti trovi con Savorani?
"E' una squadra dove il preparatore dei portieri è molto famoso, appena sono arrivato Petrachi mi ha parlato molto bene di lui. E' molto bravo, tutto quello che fa serve per dare il massimo, quando lavora ci mette il 100%, è molto concentrato su quello che fa. Anche quello che dice poi mi serve sempre in partita".

La tua miglior parata in carriera?
"Forse quella su Soriano contro il Bologna o una che ho fatto contro il Valladolid".

Cosa si pensa dopo una bella parata?
"Nulla, si pensa alla prossima azione. Quello che deve fare un portiere è essere pronto a parare. Il lavoro del portiere è difficile, puoi fare una parata incredibile e l'azione dopo fare un errore che fa perdere la squadra. Bisogna essere concentrati per 90 minuti".

Come fai a stare calmo quando i compagni ti passano la palla con gli avversari vicini?
"E' una cosa che ho imparato lo scorso anno al Betis, l'allenatore voleva giocare da dietro e ho imparato molto, per cui ora è più facile. E' più semplice di quello che sembra, so che appare rischioso ma in partita è più facile di come sembra".

Cosa porteresti su un'isola deserta?
"Nessuna cosa, sono una persona che sa stare senza cellulare, senza internet. Se posso portare le persone, porterei i miei figli e mia moglie".

Quale posto nel mondo ti ha impressionato di più?
"New York è una città bellissima, anche Miami anche se è diversa. Una città dove ho vissuto molto e che mi piace molto è Barcellona, veramente incredibile".

Ti dà fastidio la gente che suona il clacson?
"A Roma si usa un po' più di Barcellona o Siviglia, devo dire che quando suonano a me un po' mi dà fastidio".

Hai giocato in porta anche da bambino?
"Ho iniziato portiere, poi per quasi un anno ho fatto il giocatore di movimento, poi ho cambiato e ho giocato un anno a pallacanestro perché i miei amici di scuola ci giocavano e per me era più facile del calcio, ma dopo sono tornato a fare il portiere".

Hai un idolo che ti ha influenzato, non solo nel calcio ma anche negli altri sport?
"Mi è sempre piaciuto vedere un po' tutti gli sport, per prendere delle cose che possono servirmi nel mio lavoro, per esempio nel tennis mi piace Nadal, provo a imparare un po' da tutti".

Perché hai scelto il numero 13?
"In Spagna il portiere ha o l'1 o il 13. Quando ho iniziato a giocare nella mia prima squadra erano entrambi occupati e ho preso il 25, poi ho preso il 13 e non l'ho più cambiato. I numeri alla fine sono uguali, ma il 13 lo uso da diversi anni e l'ho scelto anche a Roma".

Che consiglio puoi dare ai bambini che vogliono giocare in porta?
"Lo stesso che mi ha dato mio padre: quando giochi ti devi divertire. E' quello che ho fatto sempre e che faccio anche ora, il calcio è per divertirsi, è lo sport più bello che c'è. A volte i genitori mettono pressione ai figli e ciò non è buono, un bambino deve giocare a calcio per divertirsi, poi se arriva in Serie A è una cosa bellissima, ma altrimenti avrà giocato a calcio e sarà contento".

In allenamento hai parato un rigore a Kolarov e Perotti?
"Non ne paro in partita, non li prendo nemmeno in allenamento (ride, ndr), purtroppo non sono un bravo portiere nei rigori. Ci sono portieri bravi dal dischetto perché hanno l'intuizione giusta per parare, ma purtroppo non è il mio caso".

Ci sono portieri giovani che ti piacciono?
"Uno che non conoscevo e che mi è piaciuto molto quando l'ho visto è Meret del Napoli. Non avevo seguito molto il campionato italiano e lui mi ha colpito molto".

Qual è la cosa migliore di Roma?
"La città è bellissima, sono fortunato perché abito vicino al centro, posso godermela molto. Anche la gente mi piace, è bello come mi parlano quando vado a cena al ristorante o quando li incontro per strada".

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