In Europa andiamo a comandare
Succede tutto in un grande primo tempo con autogol iniziale e poi una splendida doppietta di Ferguson. Kovacs ha provato a rianimare gli scozzesi con un rigorino, ma Engels l’ha calciato sul palo
(GETTY IMAGES)
Con un primo tempo spettacolare, il più vicino alla perfezione gasperiniana tra tutte le partite giocate sin qui, e con un secondo di gestione superando alcune difficoltà in parte indotte dall’arbitro Kovacs, in parte dall’atteggiamento di subentrata cautela forse anche inevitabile vista la situazione, la Roma ha asfaltato il Celtic dando un impulso decisivo alla sua classifica di Europa League (ora è decima, a pari merito con lo Stoccarda che in gara 7 il 22 gennaio farà visita all’Olimpico, a un solo passo dal lotto di squadre che si eviteranno il fastidio del playoff di febbraio) e soprattutto mostrando nuove qualità nella rosa alla vigilia di una finestra di mercato controversa, in cui non è ancora ben chiaro quali e quanti siano gli obiettivi da centrare.
Il centravanti, per dire, e in particolare Zirkzee, sembrava l’obiettivo scoperto e condiviso (in qualche modo lo stesso ds Massara pochi minuti prima della partita lo aveva confermato), ma proprio l’uomo che sembra destinato al taglio, Ferguson, si è preso la vetrina con una doppietta superba, con un gol di rapina e un raddoppio splendido, il terzo della serata dopo l’autogol di Scales sul primo corner battuto da Soulé, all’alba della partita. E l’altra risposta importante è arrivata anche sulla condizione fisica del gruppo: Gasp ha tenuto “a riposo” Pellegrini, Dybala, Bailey, Koné, Cristante e Wesley, molti di loro partiranno titolari con il Como lunedì sera e in ogni caso l’immagine del gruppo provato e dimesso di Cagliari è stata spazzata via dalla forza distruttiva e dalle ripartenze veloci mostrate ieri sera, in un tempio del calcio da cui i tifosi sono scappati prima del triplice fischio per non subire fino in fondo l’umiliazione di una sconfitta che poteva essere persino peggiore.
Insomma, come l’aveva immaginata Gasperini la partita si è esattamente svolta, come quando ti siedi sul divano accanto a un amico ciarliero che ha già visto il film che tu vuoi gustarti e lui ti anticipa tutte le scene un momento prima che accadano. Sin dall’inizio questa gara è stata l’archetipo del calcio gasperiniano, a dispetto di scelte anche piuttosto inattese, con cinque cambi rispetto a Cagliari peraltro tutti concentrati tra centrocampo ed attacco. Così dopo all’immutabile difesa con Svilar, Mancini, Ndicka ed Hermoso, e con la conferma a destra di Celik, Gasp ha scelto l’inedita coppia di centrocampisti El Aynaoui-Pisilli, con Rensch preferito a Wesley a sinistra, e davanti El Shaarawy e Ferguson affiancati all’immancabile Soulé. Di fronte lo spaurito 343 del povero Nancy, arrivato a restituir lustro ad una squadra stratitolata ma in evidente difficoltà, al terzo cambio di allenatore stagionale, e alla vigilia di una finale di coppa di Lega che li vedrà affrontare domenica pomeriggio il St. Mirren. Di fronte poi i poveri scozzesi si sono trovati undici lupi famelici, che dopo essere apparsi stanchi e provati a Cagliari appena quattro giorni prima sono sembrati (anche i sei confermati) affamati di calcio nel clima piuttosto freddo e nella pioggiolina di Glasgow, aiutati nella prestazione anche dal potente contributo dei 2200 tifosi stretti nel settore ospiti, bravi a cantare forte tanto da ammutolire il resto dello stadio, come ormai da tradizione britannica.
Il primo tempo è stato un monologo giallorosso, interrotto da una sola azione pericolosa al 38’, con un tiro di Hatate alto di poco sopra la traversa e poi dall’episodio che ha sfiorato il ridicolo a fine tempo. Prima, però, c’è stato un diluvio tutto romanista, tra i crescenti imbarazzi degli scozzesi, schierati secondo il nuovo verbo del 343 del neoassunto Nancy, ma stritolati dalle pressioni perfette dei giallorossi. Poco hanno potuto i pochi elementi biancoverdi che hanno provato a organizzare un calcio minimamente credibile, dagli esterni di centrocampo Tounekti e Yang, costantemente brutalizzati da Celik e Rensch, dagli interni Hatate e MacGregor, mangiati da El Aynaoui e Pisilli, dai difensori Trusty, Scales e Tierney, letteralmente terrorizzati rispettivamente da El Shaarawy, Ferguson e Soulé. Non pervenuti gli attaccanti Engels, Nygren e soprattutto il 28enne centravanti giapponese Maeda, bullizzato da Mancini. E la presenza in area del difensore romanista ha impaurito anche il tremebondo Scales che già al 6’ del primo tempo, su parabola perfettamente tagliata da Soulé da calcio d’angolo, per anticipare Gianluca ha deviato di testa mandando la palla sotto la traversa dell’esterrefatto Schmeichel. Ma la fortuna aiuta gli audaci, così la Roma non si è crogiolata sul vantaggio e ha insistito, cercando il gol del raddoppio prima con El Shaarawy e poi con Soulé. Al 16’ Celik ha battuto velocemente un fallo laterale per Soulé mentre il pubblico e mezza squadra del Celtic attendevano l’intervento dell’arbitro per restituire la palla agli scozzesi, ma Kovacs non aveva interrotto alcuna azione e ha lasciato legittimamente proseguire il gioco, ma l’argentino è stato bloccato in calcio d’angolo. Ne batterà tre alla fine, tutti di collo interno, a creare tanti grattacapi ai difensori. Al 24’ un’altra grande azione con un triangolo veloce El Shaarawy-Ferguson avrebbe potuto avere un epilogo migliore, al 27’ ancora Ferguson ha colpito un palo calciando forte da dentro l’area dopo un bel recupero in pressione di El Aynaoui, al 29’ un’iniziativa insistita a sinistra è passata dall’altra parte sui piedi di Soulé che è rientrato sul sinistro e ha calciato forte a giro, costringendo Schmeichel al miracolo, poi Rensch ha servito sulla respinta El Shaarawy che ha però calciato alto. Al 32’ Ndicka ha servito Pisilli che ha calciato bene, ma ancora alto. Al 36’ il meritatissimo raddoppio con una perfetta sovrapposizione ancora su palla rubata alta di Celik su Soulé, con assist perfetto per Ferguson che da due passi ha realizzato il suo primo gol europeo con la maglia della Roma. E al 46’ ha realizzato addirittura la sua doppietta personale con un gol bellissimo, con assist centrale di Soulé, controllo a lasciar sul posto l’avversario e destro incrociato. Quando poi non si attendeva altro che il fischio finale, Kovacs ha provato a fare il protagonista, punendo con il rigore una lievissima trattenuta di Hermoso su Nygren, che al confronto quella di Bastoni su Wirtz in Inter-Liverpool era netta: e pensare che pochi istanti prima Soulé si era inferocito per aver resistito senza tuffarsi in area ad una evidente trattenuta di Tierney, senza che Kovacs ritenesse di intervenire. Al fischio dell’arbitro si sono scatenate le proteste dei romanisti e Hermoso ed El Shaarawy sono stati sanzionati con due gialli per proteste, stessa sorte pochi istanti dopo per Soulé che ha esultato in faccia all’arbitro quando Engels ha calciato il rigore sul palo.
Ad inizio ripresa Nancy ha inserito tre giocatori nuovi (Iheanacho, Donovan e Paolo Bernardo) e spostato più avanti Hatate, e i nuovi impulsi hanno rinvigorito l’attacco scozzese proprio mentre la Roma è entrata in modalità gestione, rinunciando così alle pressioni estreme che avevano caratterizzato tutto il primo tempo. Solo con un lampo di testa di Pisilli (fuori di poco, ma da posizione di fuorigioco), la Roma ha riguadagnato qualche posizione, ma Iheanacho con un destro che ha sfiorato il palo, McGregor con un tiro alto di poco e con un quasi autogol di Ferguson su corner il Celtic si è mostrato vivo. A smontare ogni ambizione è arrivato poco dopo il responso del Var che ha annullato per fuorigioco un gol segnato da Iheanacho su assist di Engels, sfuggito a El Shaarawy. Gasperini, infuriato per il pericolo corso, ha subito chiesto di cambiare tutto l’attacco, inserendo Bailey, Pellegrini e Dybala falso nove. E subito dopo è arrivato il gol del 4-0 proprio di Bailey, purtroppo annullato ancora per fuorigioco: peccato perché era stato bellissimo, con un sinistro al sette di precisione e potenza. Dopo altri cambi (dentro anche Ziolkowski per Hermoso) c’è stata un’altra doppia occasione per Bailey e Dybala (prodezza del portiere e respinta casuale della difesa sul tap-in dell’argentino) e infine Gasperini ha voluto restituire un po’ di fiducia ad Angeliño, mandato in campo da trequartista al posto di Pisilli, con arretramento di Pellegrini in mezzo al campo. Prove di futuro, ma il presente è tornato a sorridere con convinzione.
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