Roma-Midtjylland: sistemata anche l'Europa
Midtjylland battuto con le reti di El Aynaoui e, nel secondo tempo, di El Shaarawy. Accorcia Paulinho
(GETTY IMAGES)
El più, storia di tiri precisi e ragazzi per bene. Si potrebbe sintetizzare così, trovando ispirazione nelle vecchie filmografie della tradizione romana e riadattando il titolo (della serata) ad altri titoli, più o meno nobiliari, nella versione riveduta e corretta in ossequio ai tempi. Se “Er” una volta era l’articolo determinativo romano per eccellenza, stavolta è diventato El, il “prefisso” di Aynaoui e di Shaarawy, cognome marocchino uno e egiziano l’altro, l’Africa al servizio della Roma per rientrare in Europa, in questo caso League. Hanno segnato entrambi, i due “El” di Gasperini, e alla fine la vittoria contro l’irriducibile quanto impronunciabile Midtjylland è arrivata, a risistemare una classifica che adesso vede la Roma a nove punti, a basculare tra la decima e la quindicesima posizione della classifica, comunque a un solo punto dai dieci che consentono oggi a Sporting Braga, Porto e Genk di stazionare nella zona più alta, quella che consentirebbe di andare agli ottavi della competizione senza passare per le forche caudine dei play off. Missione compiuta, in ogni caso, anche se l’esigentissimo Gasperini alla fine non sembrava affatto contento.
Il compito della Roma è stato indubbiamente facilitato dal gol arrivato all’alba della partita, al 7’, con una strepitosa giocata di El Aynaoui, il migliore in campo alla fine, che ha girato al volo di destro in diagonale all’angolo più lontano un cross addirittura di sinistro di Celik, da destra: e se non è Gasperini chi altri merita di portare oggi il nome di Re Mida? Ma la Roma è sembrata da subito quadrata, aggressiva e ben disposta, stavolta senza neanche patire quei dieci minuti iniziali che solitamente concede agli avversari per il tempo di adattamento tattico. Stavolta è stato subito tutto chiaro, anche per la disposizione a specchio degli avversari, con un 343 su cui si sono facilmente poggiati in marcatura naturale i romanisti. Due erano state le sorprese al momento dell’annuncio delle formazioni: Dybala, preferito a Ferguson che nell’allenamento di rifinitura della mattina aveva evidentemente palesato qualche incertezza, e Ghilardi, terzo centrale all’esordio dal primo minuto in Europa League. Gasperini ha scelto di schierarlo a destra, destinandolo alla marcatura di Gogorza, mandando Mancini a sinistra su Castillo, l’ecuadoriano classe 2004 schierato solitamente a centrocampo ed alzato nell’occasione da trequartista di destra, e Ndicka su Franculino, l’attaccante più temuto, per fisico e movenze piuttosto simile al difensore ivoriano. In mezzo al campo si sono invece fronteggiati, guardando da destra nella direzione d’attacco romanista, Celik e Bak Jensen, El Aynaoui e Billing, Koné e Bravo, Wesley e Mbabu, cliente difficile, trentenne esperto che ha girato mezza Europa per trovare con i danesi la sua dimensione migliore. In attacco invece Soulé sul centro destra ha preso in custodia in fase di non possesso Bech, Dybala ha faticato non poco per star dietro al mobile centrale Erlic, ex Parma e Sassuolo, e a sinistra Pellegrini, di nuovo con la fascia al braccio, se l’è vista invece con Diao. La costante negativa per tutta la partita è stata rappresentata dai troppi errori tecnici che hanno rallentato la manovra romanista nelle buone uscite sotto pressione e anche in qualche sviluppo offensivo. Fortemente negativa in questo senso la prestazione di Wesley che a sinistra ha fornito molte accelerazioni non sempre corredate dalle giuste rifiniture, ma anche Ghilardi, Mancini e Ndicka nelle prime impostazioni hanno a volte sbagliato la misura fino a ritardare le partenze. Nonostante ciò, nel primo tempo la superiorità dei padroni di casa è stata evidente e a parte un destro finito addirittura in fallo laterale di Castillo, Svilar non è stato mai impensierito. Invece la Roma ha costruito diverse occasioni, a volte solo potenziali, come già dopo due minuti con buone combinazioni non concluse bene tra Pellegrini e Dybala (sinistro deviato in corner) e poi al 3’ ancora tra Pellegrini e Dybala, con conclusione debole di Soulé. Al 7’ il gol: insistita azione di Soulé sulla destra, scarico per Celik, cross teso di sinistro e destro al volo ad incrociare di El Aynaoui, rapido ed indolore, a sorprendere difensori e portiere. In vantaggio, la Roma ha abbassato i ritmi e sbagliato qualche ripartenza, facendo arrabbiare Gasperini che poi si è infuriato sul fallo non sanzionato su Koné al 13’ (pestone su caviglia piegata). Manu si è rialzato e ha riprovato a giocare, ma al 26’ si è dovuto arrendere e al 27’ è entrato Cristante. Alla mezz’ora un’altra combinazione sulla catena di sinistra con splendida imbeccata di Dybala per Wesley (con movimento opposto ad ingannare di Pellegrini) ha messo il brasiliano in condizione di entrare in area da solo, ma il controllo non perfetto ha consentito a Mbabu di deviare il pallone in calcio d’angolo. Poi al 40’ un’altra ghiotta occasione romanista ha sancito la superiorità del primo tempo: numero dei suoi di Dybala in mezzo a tre giocatori, scarico per Pellegrini e destro forte e teso, deviato in traiettoria assai vicino al palo.
Nella ripresa Tullberg ha provato a dare più vigore alla manovra offensiva inserendo Osorio e Brumado per gli inconsistenti Gogorza e Bravo, e il cileno ha subito impegnato Svilar. Ma è stata ancora la Roma a rendersi pericolosa al 6’ con Soulé e al 9’ con Dybala, entrambi col sinistro a giro ad accarezzare il palo. Poi sono entrati Andreasen e, per la Roma, Ferguson ed El Shaarawy per Soulé e Pellegrini, due cambi in chiave Napoli. Il tempo per Celik di imitare Soulé (sinistro poco efficace), che Tullberg ha inserito anche Paulinho. Su corner al 22’ Brumado ha preso la traversa, ma da posizione di fuorigioco, mentre un minuto dopo El Shaarawy ha preso le misure del portiere, prima crossando basso per Ferguson (tentativo respinto), poi calciando in porta in prima persona, scaldando le mani a Olafsson. Poi sono arrivati gli ultimi cambi: da una parte Simsir per il deludente Franculino, dall’altra Tsimikas per Celik, con spostamento a destra dell’impacciato Wesley, e Bailey per Dybala. Il giamaicano ha avuto subito l’occasione per segnare, ma un liscio di Bech lo ha confuso e la palla gli è sbattuta addosso per poi uscire al lato della porta. Prove generali del gol che è arrivato al 38’: palla strappata ancora da El Aynaoui a Bech, imbeccata per Bailey lanciato con Ferguson, sterzata e scarico per l’arrembante El Shaarawy, destro morbido ad ingannare Olafsson e 2-0. Partita finita? Macché: al 42’ Simsir ha ubriacato Wesley e servito Paulinho che ha ridotto le distanze. Seguiranno sei minuti di patimenti interrotti da una splendida traversa di El Shaarawy, a strozzare in gola la gioia del 3-1. Ma va bene anche così.
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