L'analisi di Roma-Torino: Gasp rischia di incartarsi, l'attacco come primo pensiero
Due centravanti in panchina, Dybala perso nei suoi dolorini. Le alternative non si vedono e la squadra tira verso la porta senza precisione

(GETTY IMAGES)
La (brutta) notizia sulla lesione di Dybala l’avete già letta. Ciò che troverete qui è invece un approfondimento su quello che la notizia rappresenta per Gasperini anche alla luce di quello che è successo negli ultimi giorni, con il lavoro in qualche modo specialistico realizzato sul giocatore a Trigoria e in rapporto a ciò che (non) è successo invece sul prato dell’Olimpico domenica in tarda mattinata. La logica ci porta a pensare infatti che l’infortunio muscolare patito dal giocatore non abbia fatto altro che rendere inevitabile una scelta che in qualche modo sarebbe comunque stata obbligata per l’allenatore: e cioè pensare ad una squadra per affrontare il derby che potesse comunque fare a meno del contributo dell’argentino. Gasperini era stato tentato infatti di rinunciare a lui già nel primo tempo della sfida con il Torino, tanto da aver provato e valutato anche una formazione iniziale con Ferguson e Soulé di punta con El Aynaoui alle spalle (e chissà col senno di poi come sarebbero andate le cose sia dal punto di vista del risultato, sia dell’infortunio di Paulo), ma poi ha scelto un attacco inedito, indirizzato in qualche modo dalla condizione generale non brillantissima di Ferguson e comunque dall’idea di avere in campo anche un trequartista in grado di contrapporsi all’eventuale play del centrocampo avversario. Ma poi Baroni ha mandato in campo una formazione inattesa, con tre difensori e quattro centrocampisti, a cui Gasperini si è dovuto adattare “aprendo” El Aynaoui in fase di non possesso su uno dei centrali (inizialmente Maripan, ma poi anche Ismajli). Dybala è stato quindi schierato inizialmente come attaccante esterno di sinistra, con Soulé omologo di destra, ma poi per buona parte del primo tempo si è mosso comunque su zone più centrali. Il fatto è che dopo un tiro in porta Paulo ha sentito un leggero indurimento muscolare che lo ha portato a disimpegnarsi progressivamente dalla partita fino a fargli chiedere il cambio all’allenatore, per via dell’ennesimo infortunio muscolare della sua esperienza giallorossa. Un deja-vu che è stato la croce portata un po’ da tutti gli allenatori che si sono succeduti negli anni, alleggeriti dai periodi di inarrivabile delizia dei momenti in cui Paulo è stato in campo a decidere quasi da solo le sorti della squadra.
Il nuovo ciclo di Gasperini
Il fatto è che all’allenatore di Grugliasco è stato chiesto di avviare un nuovo ciclo che in qualche modo si faccia carico dell’esigenza di rinunciare - da qui alla prossima stagione - all’estro del fantasista argentino. Certo, si tratta di un sacrificio dolorosissimo se si pensa al contributo tecnico che la Joya ha garantito in questi anni, ma è anche vero che ogni allenatore della Roma ha dovuto - più o meno per la metà delle partite - individuare delle situazioni d’emergenza per tamponare le assenze del fuoriclasse, a volte improvvise, a volte programmate. Ma il peso dello stipendio a bilancio è rimasto sempre inalterato, anzi è persino aumentato negli anni, di fatto riducendo le possibilità di intervento finanziario nelle varie finestre di mercato. Insomma Dybala quando ce l’hai ti risolve da solo le partite, ma in tutti questi anni di fatto ce l’hai avuto una partita sì e una no. E ciò che perdi quanto ti manca è forse superiore a ciò che riesci ad avere grazie a lui.
Contro la Lazio col 3412
Ecco perché ora Gasperini è concentrato nel suo pensiero fisso: garantire a questa squadra un attacco incisivo anche senza Dybala. Semplice? Per niente. Ma certo è che dietro questi pensieri il tecnico rischia di incartarsi. è successo con il Torino, per esempio, con il dubbio Ferguson, poi l’inserimento di Baldanzi al posto di El Aynaoui, “bocciato” ben oltre i suoi demeriti, e poi Pisilli per Cristante e pure El Shaarawy per Angeliño. E della scarsa precisione dell’attacco raccontano nel dettaglio le statistiche della partita, laddove è stato registrato il dato di 20 conclusioni verso la porta e di appena 5 nello specchio. E sulla pagina twitter di AsRomaData c’era un altro dato interessante: a fronte di un dato di 1.3 xG pre-tiro, la Roma ha creato un misero 0.6 xG post tiro, mostrando scarsa qualità e precisione. Ma se è vero che dalle sconfitte si impara più che dalle vittorie, allora il tecnico ha maturato un’altra esperienza importante sul cammino della conoscenza della sua nuova squadra. E se, come dicevamo, l’infortunio di Dybala ha reso scontata una mossa che magari Gasp avrebbe comunque fatto (fuori Dybala dalla formazione iniziale del derby), bisogna ora capire quali saranno le scelte in vista delle prossime partite, visto che dopo la partita di domenica a pranzo con la Lazio poi ci sarà a stretto giro l’esordio in Europa League a Nizza mercoledì 24 e la successiva sfida casalinga col Verona. Molto, in questo senso, dipenderà dal sistema di gioco delle avversarie. Con la Lazio di Sarri, ad esempio, è probabile immaginare una soluzione per disinnescare le iniziative del play (Rovella, se recupera, o Cataldi) e la più logica sarebbe quella di schierare due punte con un trequartista alle spalle. E quindi Ferguson (favorito su Dovbyk) al fianco di Soulé e uno tra El Aynaoui, Pisilli o, perché no, Pellegrini sulla trequarti col compito di schermare la prima impostazione avversaria. I due esterni di centrocampo salirebbero così sui terzini, i mediani avrebbero nelle mezzeali biancocelesti i naturali dirimpettai, e i tre difensori prenderebbero in custodia i tre attaccanti. Diverso sarà, sempre tatticamente parlando, il confronto europeo col Nizza, che scende in campo solitamente con lo stesso 3421 della Roma e quindi è probabile che ci si schiererà a specchio.
Art attack
Il problema maggiore di Gasperini ora è dunque quello di trovare le soluzioni per far esprimere alla Roma un calcio offensivo e produttivo. Logico che la più grande curiosità sia legata all’esordio di Bailey, l’altro acquisto di rilievo dell’attacco oltre a Ferguson, fermo però dal giorno del suo primo allenamento con la maglia della Roma, lo scorso 24 agosto. Il giamaicano è il principale candidato oggi a diventare il titolare del ruolo di attaccante di sinistra, pur essendo anche lui mancino come Soulé. Del resto Leon ha giocato decine e decine di partite in quella posizione con la maglia del Bayer Leverkusen. Se poi ancora non basterà a rendere irresistibile l’attacco giallorosso, Gasperini dovrà inventarsi qualcos’altro. Non resta che aspettare.
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