AS Roma

L’eredità british, è nata un’altra Roma

La squadra prende forma, anche il ko contro i Villans è servito a mostrare le carenze. Dalla crescita sul campo alle sinergie rinnovate col club: Gasp torna più forte di prima

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
11 Agosto 2025 - 06:00

Altro che perfida Albione. La settimana inglese, terminata sabato con la vittoria di misura contro l’Everton nel nuovo, bello e silenzioso Hill Dickinson Stadium ha portato i frutti sperati a Gian Piero Gasperini. Tra doppie sedute, test, riunioni per pianificare il mercato e anche qualche punto di contatto con quei tifosi che, a partire da Roma-Bologna del 23 agosto, torneranno a riempire l’Olimpico.

Procedendo con ordine, innanzitutto la Roma di Gasp prende forma, somigliando ogni giorno di più a una sua squadra. Le gambe si sciolgono, lasciandosi alle spalle i pesanti carichi delle prime settimane di lavoro a Trigoria. Uno step fondamentale per rendere la squadra più intensa, condizione necessaria ma non sufficiente ad applicare i dettami tattici gasperiniani. Il suo è un progetto ambizioso, che ha provato a trasmettere ai suoi calciatori in questi giorni, chiedendo a più riprese coraggio. Coraggio nel difendere in avanti, pensando di poter pressare contro tutto e tutti, anche rischiando in questo momento estivo figuracce come quelle di Walsall contro l’Aston Villa. Il coraggio che devono avere, in avanti, giocatori come Wesley e Soulé, per puntare l’uomo, rischiare la giocata e creare pericoli per gli altri.

D’altronde, questa settimana inglese Gasperini l’aveva iniziata confessando che: «Molto di quello che saremo dipenderà dal reparto offensivo». Anche qui, di risposte ne sono arrivate, dal campo e dalle dichiarazioni. Le prestazioni a Walsall tutto ombre e poche luci di El Shaarawy e Baldanzi, lasciati poi in panchina per 90’ l’altro ieri a Liverpool. L’altra faccia della medaglia è Soulé, a paletti il più brillante dell’estate romanista. Un giocatore che, dopo un anno di ambientamento, dà la sensazione di poter fare il definitivo salto di qualità. Tra i due estremi c’è Dovbyk, messo in dubbio dalle voci di mercato, difeso pubblicamente per l’impegno (anche oltre la fine dell’allenamento giovedì scorso, sotto la pioggia, a studiare i movimenti con lo staff) da Gasperini. Sempre lì, in avanti, Gasp ha ammesso di aspettarsi i prossimi innesti dal mercato, rassicurato dalla riunione andata in scena coi Friedkin, oltre a Massara e Ranieri.
Quell’ambizione che Gasperini porta con sé deve averla ritrovata nel progetto presentatogli dai texani a fine maggio, nel pranzo a Firenze, e ribadita qualche ora fa nel meeting di Liverpool. Di sicuro quell’ambizione esiste nel cuore di chi ha viaggiato fino al Regno Unito per vedere due amichevoli e un allenamento, dopo aver polverizzato i seggiolini della campagna abbonamenti. Quelli chi non vedono l’ora di ricominciare, perché “tutto il mondo dovrà tremare”.

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