ASCOLTA LA RADIO RADIO  
L'alfabeto

Scortesie per gli ospiti

Dall’8 dicembre 1929 in poi, la storia non cambia: i padroni di Roma siamo noi. E non solo in campo, con Amadei, Da Costa, Totti e Montella: dominiamo anche sugli spalti

Francesco Totti esulta dopo il gol al derby

Francesco Totti esulta dopo il gol al derby (GETTY IMAGES)

06 Aprile 2024 - 08:46

Autorete

A

Quella con cui Paolo Negro ci regala la vittoria nel derby del 17 dicembre 2000: una serata indimenticabile, un passo decisivo verso la conquista del terzo Scudetto. Non smetteremo mai di ringraziare abbastanza Paolonegrogò.

B, serie

B

Undici (più una) le stagioni che quegli altri hanno trascorso nel campionato cadetto, evitandoci così il fastidio di doverli incontrare, ma privandoci allo stesso tempo del piacere di batterli.

Cinque

C

In due occasioni la Roma è riuscita a infilare una striscia di cinque successi consecutivi: la prima tra il 1958 e il 1961, l’altra tra il 2009 e il 2011. Loro, invece, finora non ci sono mai riusciti.

Dieci marzo

D

Data indimenticabile, quella del 2002, quando la Roma di Capello - col tricolore sul petto - annienta 5-1 la Lazio in una delle stracittadine più a senso unico di sempre. Montella segna quattro gol, chiude i giochi Totti con un cucchiaio che è un’opera d’arte. Una prova di manifesta superiorità a tratti persino imbarazzante.

Esordio

E

De Rossi, al primo derby da allenatore della Roma, giocò la prima stracittadina della sua carriera il 9 novembre 2003 subentrando a Cassano nei minuti finali del derby del tacco di Mancini, vinto 2-0 dai giallorossi.

Faotto (aut.)

F

L’antesignano di Paolo Negro. Il difensore uruguagio, con un autogol al 90’, ci permise di vincere 2-1 il derby dell’11 gennaio 1942, tappa cruciale nella conquista del primo Scudetto. Gloria a te, grande Maximiliano.

Goleador

G

Come Dino Da Costa e Marco Delvecchio, incubi delle difese laziali a distanza di circa quarant’anni l’uno dall’altro. Per il brasiliano 11 reti ufficiali (12 complessive) contro i biancocelesti; 9 invece quelle dell’attaccante Campione d’Italia nel 2001.

Hall of fame

H

Ne fanno parte molti dei volti presenti nella coreografia della Curva Sud per il derby dell’11 gennaio 2015, quella dei «figli di Roma, capitani e bandiere». De Micheli, Carpi, Ferraris IV, Volk, Bernardini, Masetti, Amadei, Losi, Taccola, De Sisti, Di Bartolomei, Rocca, Conti, Giannini, Totti e De Rossi: sedici leggende che raccontano alla perfezione quel vanto che loro non potranno mai avere.

Inferiorità, complesso di

I

Ne sono affetti da sempre, fin dal giorno in cui nacque una squadra che - portando il nome, il simbolo e i colori di Roma - rese ciò che tutti già sapevano. E cioè che loro, nella Capitale, erano ospiti. Indesiderati, per giunta.

«Lazio delenda est»

L

Il celebre motto «Carthago delenda est» di Catone il Censore viene riadattato in «Lazio delenda est» nella splendida coreografia realizzata dalla Curva Sud nel derby del 27 ottobre 2002: l’immagine ritrae il loro stemma distrutto a martellate, In campo la gara termina 2-2, con Antonioli che all’86’ para un rigore a Mihajlovic.

Mapou

M

L’eroe per caso nel derby che vale la Champions del 25 maggio 2015: Yanga-Mbiwa sale in cielo e di testa spizza il pallone che s’infila nella porta sotto la Sud, regalandoci il 2-1 nei minuti finali. Al triplice fischio è festa grande. PArlami d’amore, Mapou.

Ninja

N

Il soprannome di Radja Nainggolan, a segno due volte in meno di un anno contro i biancocelesti: la prima nel 2-0 del 4 dicembre 2016, l’altra nel 2-1 del 18 novembre 2017.

Ottanta

O

È la decade in cui si è giocato il minor numero di derby, soltanto 9 tra il 1980 e il 1989. Il motivo risiede nella loro assidua frequentazione della Serie B in quel periodo.

Piedone

P

Per Pedro Manfredini 5 reti totali contro quegli altri: 3 li segna tutti in una volta, nella vittoria per 4-0 del 13 novembre 1960 (di Orlando l’altro gol romanista).

Quattro a uno

Q

Il 21 novembre 1999 alla Roma bastano 31’ per annientare i biancocelesti; le doppiette di Delvecchio e Montella chiudono i giochi già alla mezz’ora, nel secondo tempo il gol di Mihajlovic riduce soltanto in parte il passivo. Finisce 4-1 per noi. E pensare che, alla viglia, venivano dati per favoriti...

Raggio di luna

R

Il soprannome di Arne Selmosson: l’attaccante svedese, dopo tre anni con la maglia sbagliata, approda alla Roma e ai biancocelesti segnerà 3 gol, in occasione di altrettante vittorie, tra il 1958 e il 1959. Lo imiterà, molti anni più tardi, Kolarov, segnando due volte nel derby da ex laziale.

Sorpasso

S

Un gol di Pierino Prati, il 23 marzo 1975, ci permette di scavalcare quegli altri, portandoci al terzo posto in classifica. Ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, quella gara è nota infatti come “il derby del sorpasso”.

Tomasi

T

Centrocampista non certo prolifico, Ernesto si rivela il mattatore nella stracittadina dell’1 novembre 1933: la Roma vince 5-0 (si tratta della vittoria più larga in un derby della Capitale) e lui segna una tripletta; di Bernardini le altre due reti.

Uno a uno

U

Se ne registrano cinque consecutivi tra il 2 dicembre 1990 e il 29 novembre 1992; seguono poi uno 0-0 e un altro 1-1. Si tratta della striscia più lunga senza vincitori in un derby di Roma (7 gare).

Volk

V

Allo Stadio della Ronadinella, l’8 dicembre 1929, va in scena il primo derby della storia: lo decide un gol di “Sciabbolone” Volk al 73’, che vale l’1-0. Giusto per mettere in chiaro le cose fin dall’inizio...

Zerotré

Z

Nonostante venga data da tutti per perdente, il 27 novembre 1994 la Roma di Mazzone “ciancica” la Lazio di Zeman con un 3-0 che non ammette repliche: segnano Balbo, Cappioli e Fonseca. Al triplice fischio, anche “er Magara” corre sotto la Sud.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: