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Per la Roma

Come se il tempo non fosse mai passato: martello e incudine

Le mezze figurine da Serie B degli sconosciuti scoperti sui tabelloni

Il biglietto per il match tra Lazio e Campobasso

Il biglietto per il match tra Lazio e Campobasso (web)

06 Aprile 2024 - 08:39

Da bambino non sapevo cosa fosse il derby.

In realtà, per dirla tutta, non conoscevo nemmeno la squadra contro la quale avremmo dovuto giocarlo perché abitava da un’altra parte, calcava palcoscenici differenti e i suoi giocatori, come dentro un ascensore nell’ora di punta, resistevano stretti-stretti in due, o tre, dentro la stessa figurina.

Quella figurina, come tutte le altre della serie B, la tenevo in un mazzetto a parte perché non aveva un gran valore quando andavi a scambiarla: una sorta di tanto al chilo per pensare di chiedere in cambio campioni del livello di Falcao, una dozzina per tutti gli altri. I tabelloni dell’Olimpico, però, me la iniziarono a far conoscere quella squadra perché, alle volte, ne scrivevano il nome lampeggiando negli aggiornamenti provenienti da Campobasso, Cava de’ Tirreni o San Benedetto del Tronto.

Se, è cosa nota, in Italia si mangia bene ovunque questo non si può dire per come si gioca a calcio e, allora, le immagini che arrivavano da quei campi si vedevano poco, male e sempre in orari improbabili di fascia notturna: dormivo, insomma. Ero un ragazzino innamorato del pallone ma erano altri tempi, non esisteva YouTube e figurarsi le TV a pagamento o i siti specializzati… se ti piaceva una cosa così di nicchia come la serie cadetta avresti dovuto sprecare tanto tempo e, probabilmente, troppe energie per cercare immagini, azioni, riferimenti.

Non era il mio caso.

Però, come chiunque altro a quell’età, anche io avevo un cugino più grande, quel riferimento – insomma – che aveva già messo il naso fuori di casa e poteva raccontarmi cosa succedeva lì fuori. Anche per questo, allora, la prima volta in cui ho visto, con i miei occhi, un derby ero tutto sommato preparato… per quanto anche il cugino più loquace e bravo con le parole non avrebbe mai potuto descrivere perfettamente la differenza di stati d’animo, orizzonti e maniera di vivere il calcio che non ci rende differenti ma proprio tutt’altra cosa.

Interpreti e spettatori, protagonisti e figuranti, martello e incudine.

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