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La ricorrenza

Accadde oggi, 28 marzo 1993: l'esordio di Totti contro il Brescia

Esattamente 30 anni fa, Boskov fa esordire un 16enne di cui si parla un gran bene. Il ragazzo nei 24 anni a seguire scriverà la storia della Roma

L'esultanza di Totti dopo un gol in Fiorentina-Roma del 1999

L'esultanza di Totti dopo un gol in Fiorentina-Roma del 1999 (GETTY IMAGES)

28 Marzo 2023 - 10:12

La sceneggiatura prevede che il biondo sedicenne sia il protagonista: occhi chiari, sguardo sicuro di sé nonostante la giovane età, doti tecniche fuori del normale. Con un identikit del genere, è inevitabile che il “ragazzino” in questione rubi la scena. Poi c’è la figura paterna, impersonata da questo vecchio volpone slavo - serbo, per la precisione - che dosa ironia e modi burberi in parti uguali, in un mix tipicamente balcanico. Si chiama Vujadin Boskov ed è stato capace di vincere uno Scudetto, due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe con la Sampdoria. Condivide la nazionalità serba con Sinisa Mihajlovic, che ha voluto con sé in quell’avventura alla Roma, e che proprio quel giorno gli suggerisce di dare spazio al “ragazzino”. Una comparsata? No, macché: il biondo ha tutte le carte in regola per fare il protagonista, e lo diventerà nel giro di poco tempo.


La sceneggiatura richiede anche una location adeguata: un pomeriggio primaverile, soleggiato, di fine marzo. Siamo a Brescia, Stadio Rigamonti, lì dove il ragazzino - qualche anno più tardi - realizzerà la prima tripletta della sua carriera. La Roma langue a metà classifica, ma la zona UEFA è a un tiro di schioppo, perciò i giallorossi vanno a caccia di un successo per rilanciarsi in ottica europea. In realtà bastano 180 secondi, tra il 27’ e il 30’, a decidere l’incontro: se fossimo a un incontro di box, diremmo che l’uno-due ha lasciato al tappetto l’avversario. Ci pensa Caniggia - un altro biondo che pure avrebbe il phisique du role da protagonista, se solo fosse più disciplinato e meno propenso al divertimento notturno - ad aprire le danze; a raddoppiare è proprio Mihajlovic, che sigla quel giorno l’unica sua rete in campionato con la Roma
Nella ripresa, è evidente che il Brescia non ha la forza per reagire: la gara è “in banca”, come si direbbe in questi casi. Allora il serbo riccioluto fa valere il suo ruolo di aiutante del protagonista e suggerisce al serbo più anziano - la figura paterna, ricordate? - di mandare in campo il ragazzino. «Forza scaldati, che entri!», dice Boskov, e il biondino pensa si stia rivolgendo a Muzzi, seduto accanto a lui in panchina. Ma è proprio Muzzi - una sola battuta in questa sceneggiatura, ma fondamentale nell’economia del film - a riportarlo alla realtà: «A Fra’, guarda che ce l’ha co’ te!». Il biondino stenta a crederci, ma con le gambe tremanti effettua un breve riscaldamento a bordocampo. All’87’ è il suo momento: fuori Rizzitelli, dentro il sedicenne con la faccia da protagonista. In uno dei primi palloni giocati della sua carriera, si trova a tu per tu con Paolo Negro, un noto caratterista che avrà una sola parte da protagonista, il 17 dicembre 2000, in un derby che farà particolarmente felici il biondino e tutti i romanisti.


Qui, la sceneggiatura offre un flashforward: una sequenza veloce di immagini che ci disvelano il futuro (o meglio, una parte di esso) del protagonista. La staffilata mancina col Foggia per il primo gol in carriera e la serie di finte e controfinte per il primo sigillo europeo con l’Aalst. L’abbraccio con un’altra figura paterna, che lo proteggerà dalla fama e dalle pressioni che questa porta con sé. La maglia numero 10. La fascia di capitano al braccio. Quella botta di mezzo esterno destro, la corsa sotto la Sud in delirio e quelle parole: «È vostro! È vostro!». La festa negli spogliatoi e, poi al Circo Massimo. I gol al Santiago Bernabeu e al Mestalla, il cucchiaio nel derby del 5-1 e quello a San Siro, applaudito anche dalla tifoseria avversaria. L’infortunio, la vittoria del Mondiale, le due Coppe Italia, la Supercoppa italiana e la Scarpa d’Oro. E poi altri gol: decine, centinaia di gol. E poi, prima che si chiuda il flashforward e si torni a Brescia, il pianto del ragazzino, ormai diventato uomo, sotto la sua Curva. 
Ora possono partire i titoli di testa. Starring: Francesco Totti. Prendete i popcorn, ma anche i fazzoletti. Ci sarà da commuoversi.

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