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Dal portogallo

Ritiro Albufeira: Zaniolo e Pellegrini, uomini soli (in campo)

I due calciatori della Roma al riparo da orecchie indiscrete. Una lunga chiacchierata al termine della seduta, per il 22 tre gol in partitella, dopo quello al Sunderland

Zaniolo e Pellegrini, da soli, al centro del campo

Zaniolo e Pellegrini, da soli, al centro del campo (Il Romanista)

15 Luglio 2022 - 07:00

Dall'inviato in Portogallo

Se lo avesse fatto un vecchio volpone come José Mourinho, abituato da sempre a cavalcare le onde dei mass-media, salendoci sopra per farsi trasportare invece di lasciarsi travolgere, avremmo tutti pensato a un qualcosa fatto apposta, un gesto studiato, per lanciare un amo, e vedere chi avrebbe abboccato, invece lo hanno fatto due ragazzi, che pure se decisamente affermati nel calcio, complessivamente non fanno cinquant’anni.

Al termine del primo allenamento mattutino della trasferta in Algarve - la squadra è sbarcata in Portogallo martedì nel tardo pomeriggio, e nella mattinata di mercoledì ha giocato l’amichevole con il Sunderland, che ha concluso il suo ritiro ad Albufeira proprio con l’arrivo dei giallorossi - Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo si sono fermati a fare due chiacchiere. E fin qui non sarebbe una grande notizia: i due hanno un buon rapporto, oltre che con la Roma giocano insieme anche con la Nazionale, sin dai tempi della selezione Under 21, occupano zone di campo attigue, e l’intesa tra loro è naturale, come può esserla quella tra un trequartista che lancia il pallone, e una seconda punta che scatta per prenderlo, né una frazione di secondo prima, per non finire in fuorigioco, né una dopo, per evitare di arrivare quando è già tra le braccia del portiere.

Ma le due chiacchiere sono diventate quattro, otto, sedici o trentadue, perché la chiacchierata è durata una mezz’ora buona. E soprattutto, è avvenuta nel giorno - non è escluso che ce ne sia un secondo in futuro, ma per ora è l’unico - in cui Mourinho aveva fatto sapere ai giornalisti venuti in Portogallo al seguito della squadra, che erano autorizzati a seguire l’allenamento, peraltro da una posizione privilegiata, a bordo campo, come capitava negli Anni 80, prima di canali tematici, esclusive e ossessione per la segretezza.

Come un quadro

Verso mezzogiorno la seduta, iniziata alle dieci e mezza, si è conclusa, ai giornalisti è stato chiesto di lasciare la pista d’atletica e di imboccare il tunnel appena prima dell’uscita dei giocatori, e sono stati fatti accomodare, per finire di lavorare prima di rientrare in albergo, non in una sala stampa, ma nella parte di tribuna a loro riservata, la stessa da cui il giorno prima avevano assistito all’amichevole. Visione sul campo perfetta, e così anche di una scena che sembrava un quadro. Perché Zaniolo e Pellegrini per chiacchierare si erano fermati sul rettangolo di gioco, al sole, seduti al centro del campo - Zaniolo era esattamente sulla linea, Pellegrini alla sua destra - lontano da orecchie indiscrete, fossero pure quelle dei compagni, che erano già sotto la doccia, o dello staff tecnico. Lo spezzino con la maglia giallorossa, il romano con ancora il fratino azzurro con cui aveva giocato la partitella di fine allenamento: entrambi si erano tolti gli scarpini, come se fosse già chiaro che la conversazione sarebbe durata un po’. Dietro di loro, le bandiere giallorosse piazzate a decorare lo Estadio Municipal de Albufeira durante questo ritiro, poi gli alberi, un paio di palazzoni bianchi, e il cielo azzurro pallido dell’Algarve. Sul campo, a una certa distanza, due addetti che controllavano le zolle, e un altro che guidava il trattore che falciava il prato: a un certo punto, per non farli alzare, ha saltato la zona in cui erano seduti, tornandoci solamente qualche minuto dopo, quando i due erano rientrati negli spogliatoi.

In bilico

Si sono ritrovati da poco, i due compagni: erano rientrati entrambi (e con loro Gianluca Mancini, Spinazzola e Cristante) nella lista dei convocati di Roberto Mancini per le cinque gare in programma tra il primo e il 14 giugno, contro Argentina, Germania (due volte), Ungheria e Inghilterra, ma il 30 maggio il numero 22 giallorosso aveva dato forfait, per un problema alla caviglia. E così, saltando le gare in azzurro, si è presentato regolarmente alla prima fase della preparazione con la Roma, quella iniziata il 5 luglio a Trigoria, mentre Pellegrini, come gli altri nazionali, ha avuto diritto a un supplemento di ferie, e si è messo agli ordini di Mourinho all’inizio di questa settimana. Per cui occasioni per parlare faccia a faccia non ce ne sono state molte, in questo ultimo periodo, decisamente particolare per il numero 22 giallorosso.

La trattativa per il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2024, è stata rinviata a settembre dal club, che ora deve pensare ad accontentare Mourinho sul mercato. Ben sapendo che quella trattativa - che sarebbe lunga e complessa, visto che il ragazzo vuole l’ingaggio di Abraham e Pellegrini, ovvero un cospicuo aumento, di quelli che rischiano di innescare una catena di richieste di ritocco verso l’alto da parte dei compagni - potrebbe non esserci mai: nella Roma non ci sono incedibili, Zaniolo piace da tempo alla Juventus, club che ben pochi giocatori al mondo rifiuterebbero (e Nicolò non è tra questi).

Al momento non c’è nessuna trattativa in piedi, ma potrebbe partire da un momento all’altro. Solo che non dipende né dalla Juventus né nella Roma, che chiederebbe  non meno di cinquanta milioni per un Nazionale di 23 anni, che ha appena segnato il gol decisivo in una finale di coppa: i bianconeri prima di intavolare una trattativa dovrebbero cedere Matthijs de Ligt, valutato il doppio del romanista. Il cui futuro è legato a scelte che devono essere prese tra Monaco e Londra: se Bayern o Chelsea non faranno un’offerta congrua per l’olandese bianconero lui rimarrà in bilico per tutta l’estate. Martedì contro il Sunderland, subentrando dopo l’intervallo, ha giocato molto bene, fatto ammonire un avversario al primo scatto, colpito il palo interno con un gran tiro, e segnato il 2-0, poi si è fatto la doccia di corsa ed è salito sul pullman per primo, da solo; ieri tre gol in partitella, e una lunga chiacchierata con il suo capitano. Un bel quadretto romanista senz’audio: magari erano solo due amici che si salutavano, ma quello che si sono detti, lo sa solo il vento fresco dell’Algarve.

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