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La partita

Roma-Sunderland: ricomincio dai tre (e da Zalewski)

Mourinho conferma lo schieramento difensivo della scorsa stagione. Zaniolo va oltre le polemiche: gioca, prende un palo e segna. Il numero 59 è sempre più maturo

I giocatori della Roma esultano dopo il gol del 2-0 di Zaniolo al Sunderland

I giocatori della Roma esultano dopo il gol del 2-0 di Zaniolo al Sunderland (As Roma via Getty Images)

14 Luglio 2022 - 09:17

Ma Zaniolo gioca? È in panchina? E dove si siede? E ha salutato Mourinho? E si parlano? E com’è con i compagni? Ha riso? È arrabbiato? Il calcio che certi narratori vorrebbero consegnarci è questo qui. Sbatti un (presunto) caso in prima pagina (per una cinquantina di volte, fino a dilatarne a piacimento le dimensioni) e sprofonda dentro di esso. Di calcio non si parla più d’estate, proprio quando ci sarebbe il tempo per ogni riflessione. Conta solo il titolo del giornale, meglio se inventato. E invece pronti... via!, e Zaniolo ha giocato regolarmente e segnato il secondo (solo per caso) gol della Roma della stagione ufficiale, non contando nel file la sgambata con il Trastevere della scorsa settimana. Il primo l’ha segnato Felix, che non ha bisogno di corse lunghe e ripetute per acquisire la velocità che lo rende imprendibile per la maggior parte dei difensori che gli si parano davanti, specie se sono non ancora rodati come i centraloni di Premiership del modesto Sunderland visto ieri ad Albufeira.

Dicevamo che Nicolò ha segnato il secondo gol solo per caso, perché una manciata di minuti prima del gol di Afena, con un classico movimento da destra verso il centro con tiro a giro di collo interno, aveva colto il paletto interno con la palla che era beffardamente tornata sul campo dalla parte opposta a quella verso cui era stata indirizzata. Gemme di calcio d’estate che però nei piedi di uno come Nicolò fioriscono anche d’autunno, e pure in inverno e in primavera. Perché Zaniolo è forte ed è un peccato davvero se dovesse lasciare la Roma. Ma se lui vuole andarsene e, soprattutto, se chi lo vuole acquisire è disposto a spendere il prezzo del suo cartellino (sopra i 50 milioni), bene faranno Pinto e Mou a lasciarlo andare, a patto ovviamente di sostituirlo meglio. E per migliorare e non peggiorare solo un giocatore, tra quelli accostati alla Roma, è necessario: Paulino Dybala. Altrimenti meglio restare così.

Mou intanto è ripartito dai soliti noti, con esclusione di Rui Patricio, Cristante, Spinazzola, Pellegrini e Abraham, che poi fanno mezza squadra. E Mancini è entrato solo un quarto d’ora, il tempo di indossare la fascia da capitano (il quarto della mattinata, dopo Smalling, Veretout e Zalewski, che peraltro l’ha indossata in un momento in cui per regola sarebbe spettata a Zaniolo, ma chi ha deciso diversamente ha agito con buon senso), di stendere un avversario e di concludere la partita con i compagni. E proprio Zalewski è sembrato ancor più maturo di quanto non avesse già fatto intravedere nell’anno della sua affermazione. Vedremo. Di sicuro, però, lo schieramento da cui si è ripartiti è il 3421/3412. E allora forse prima di cominciare la stagione servirà almeno un altro centrale.

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