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Ai raggi x

Il profilo di Guedes: l'estro e i gol del jolly offensivo

Tutti i punti di forza del portoghese: tiri da fuori, reti, assist e dribbling. L'esordio al Benfica, l’esperienza al Psg e poi la rinascita con la maglia del Valencia

Guedes con la maglia del Portogallo (Getty Images)

Guedes con la maglia del Portogallo (Getty Images)

Matteo Vitale
23 Giugno 2022 - 08:58

Ieri i fari del mercato del mercato giallorosso si sono riaccesi sul nome di Gonçalo Guedes. Potrebbe essere lui il rinforzo per l'attacco giallorosso. Scuderia Mendes, super agente che lo sta spingendo verso la Capitale, nato a Benavente (nel distretto di Santarém), il 29 novembre 1996: dagli esordi con la maglia del Benfica al salto (forse avvenuto troppo presto) al PSG, dove colleziona solo 13 presenze, poi la maturazione con la maglia del Valencia, piazza a cui è molto legato e non solo per motivi di riconoscenza, ma che ormai gli va un po' stretta. Giocatore eclettico e duttile, dotato di grandi capacità balistiche, a cui riesce ad abbinare qualità anche in zona di rifinitura.

In carriera conta già 279 partite (con le maglie di Benfica B, Benfica, PSG e Valencia), nelle quali ha collezionato 55 gol e 52 assist. Per quanto riguarda la creazione di palle gol, il fantasista portoghese crea in media 3,21 azioni da tiro e 0,48 azioni da gol a partita (dati statistici, questi e seguenti, fbref/StatsBomb). Dicevamo della sua duttilità: può giocare a destra, a sinistra o alle spalle della/e punte, quest'anno ha giocato in posizione più centrale raccogliendo il ricco bottino di 13 gol e 6 assist, in 3092 minuti giocati in 42 partite. Immaginandolo nello scacchiere di Mourinho, potrebbe giocare sia esterno di fascia in un 4-2-3-1 sia al fianco di Abraham, con caratteristiche diverse rispetto a quelle dell'attuale compagno di reparto dell'inglese, ovvero Nicolò Zaniolo, il quale a differenza di Guedes tende più a soluzioni individuali, meno corali. Il numero 22 ama sfruttare gli spazi, mentre il portoghese si trova meglio con il pallone tra i piedi, come dimostra il dato relativo ai tocchi di palla (966 l'ex PSG, 775 l'azzurro), quello sulla distanza progressiva percorsa con il pallone tra i piedi (3.741 m vs 2.912 m) e quello dei controlli di palla in area di rigore (15 Guedes, 31 Zaniolo). Un altro dato interessante è quello relativo al numero di volte in cui i due giocatori sono stati destinatari dei passaggi dei compagni di squadra (1.282 volte il giocatore del Valencia, 973 il giallorosso). I due calciatori potrebbero tranquillamente coesistere in campo e addirittura essere complementari, ma le vie del mercato sono imprevedibili ed è davvero troppo presto per dare per scontato qualsiasi scenario.

Cosa può portare di nuovo e di buono Guedes alla Roma? Gol, assist, strappi a campo aperto, visione di gioco e dribbling (104 tentativi stagionali, con una percentuale di successo del 51,9). Ama gravitare all'esterno dell'area di rigore, come dimostrano i 760 tocchi su 1266 totali nella trequarti offensiva. Le sue caratteristiche tecniche e atletiche potrebbero sposarsi bene con il calcio proposto da José Mourinho, il quale non a caso ne è un sincero estimatore. Protagonista anche con la maglia della nazionale portoghese, con la quale ha segnato 7 gol in 32 presenze. Fin dall'esordio è stato accostato a Cristiano Ronaldo (paragone che lui ha sempre allontanato), il passaggio a vuoto a Parigi ha contribuito a farlo crescere come uomo e come calciatore. Da bambino è cresciuto con il mito di Geovanni, nel 2018 ha ricevuto la benedizione di una leggenda portoghese, Luìs Figo, che di lui disse: "Guedes è un giocatore veloce, irriverente e imprevedibile. Sa costruire le azioni per i suoi compagni ed è capace di concludere bene". A proposito di portoghesi: a Trigoria, nel caso in cui Roma e Valencia riuscissero a trovare un accordo su cifre e modalità di trasferimento, ritroverebbe anche il compagno di nazionale Rui Patricio.

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