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L'INTERVISTA

Gravina: "Tutti con la Roma. Portiamo a casa la coppa"

"Sarò il primo ultrà a Tirana, sarebbe importante per tutto il calcio italiano Questa società sta lavorando bene e poi confesso di avere una grande simpatia per Mourinho"

Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio (Getty Images)

Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio (Getty Images)

23 Maggio 2022 - 09:20

Anche lui sarà a Tirana, con migliaia di tifosi della Roma: "E io mi sento come un ultras. La Roma merita l'appoggio e il sostegno di tutto il calcio italiano per quello che ha fatto, e mi riferisco al lavoro della società, dell'allenatore e della squadra". Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è di ritorno da Ferrara, dove ha appena visto la finale di Coppa Italia Femminile tra Juventus e Roma. Al telefono accetta il nostro invito e affida a Il Romanista il messaggio di sostegno alla Roma in vista della finale di Conference League. Partendo però prima dalla finale di Coppa con lo sfortunato epilogo per le giallorosse: "Sì, la Roma è stata sfortunata. Ha dominato per 70 minuti, è stata una bellissima partita nella quale le ragazze di Spugna avrebbero meritato di più. Poi una distrazione e la partita è cambiata. Sono comunque felice di aver assistito a un'altra bella finale di una degna competizione. E devo dire che la Roma è arrivata ormai al livello della Juventus".

Magari non sarà possibile ancora fare un paragone tecnico tra le finaliste di Champions League (visto il tenore della sfida dell'altra sera a Torino tra il Lione e il Barcellona), ma le distanze si stanno assottigliando: "La Juventus ha ribadito il suo dominio nella stagione, ma la Roma ha fatto passi da gigante. La qualificazione alla Champions è un altro bel passo. In generale tutto il calcio femminile ha avuto anche da noi un grandissimo sviluppo e ormai ha raggiunto un livello molto alto". Da Ferrara a Tirana il filo conduttore è proprio la Roma: "Ha la spinta di tutto il calcio italiano, e io sarò in prima fila. Sono un ultras della Roma in questo momento, lo dico per il bene del calcio italiano, sarebbe un trofeo importante per l'Italia, per Roma e soprattutto per i suoi tifosi. Quello che si è visto a Roma in questi mesi, con il sold out per quasi tutte le partite, è stata una cosa bellissima. Apprezzo molto la visione, la progettualità della proprietà romanista. È il linea con quello che ho in mente io per lo sviluppo del calcio italiano. La Coppa sarebbe un premio davvero meritato".

Che messaggio si sente di dare alle migliaia di tifosi della Roma in partenza per l'Albania? "Ho visto che c'è tantissimo entusiasmo, sarà positivo, dobbiamo pensare a portare in Italia questa coppa, la prima di una nuova competizione. L'invito per tutti è ovviamente quello di tifare con passione ma anche con tranquillità e tutto andrà bene. Tirana come tutti sanno è molto vicina all'Italia, vedrete che la Roma avrà anche tanti tifosi locali". L'ultimo a portare all'Italia una coppa internazionale è stato Mourinho, vincendo la Champions League con l'Inter dodici anni fa. Mercoledì tocca di nuovo a lui: "Con molta onestà confesso di provare una grande simpatia per lui, è uno che fa crescere il movimento, spesso usa termini critici, ma è quel tipo di critica che stimola la riflessione. A volte esagera, come capita a tutti i protagonisti che hanno grande personalità, ma se uno prende la parte buona dei suoi interventi capisce che ha a che fare con un leader. Lui ha detto che questa è la coppa più importante della sua carriera, lo è anche per tutti noi. Di sicuro lo è per la Roma che sta portando avanti la sua progettazione nel modo migliore".

Più in generale, si è chiuso un campionato tirato fino all'ultimo momento, in vetta e in coda: "Chiaramente la mia valutazione è positiva. È stato un campionato bellissimo, fino all'ultimo momento. Tante squadre fino alla fine si sono date battaglie, è da tanti anni che non si creava una situazione come questa, eravamo abituati a titoli assegnati con largo anticipo e retrocessioni già a marzo. Così è stato tutto più appassionante, più bello per chi ha vinto, più deludente per chi non ce l'ha fatta, ma per il calcio italiano è stato davvero positivo. Poi è inevitabile che alzando il livello del sistema la classe arbitrale sia andata un po' in sofferenza, anche perché in una fase di ampio rinnovamento, ma il giudizio nel complesso è positivo. È un altro metro di valutazione per capire quanto il campionato sia stato complesso, articolato, avvincente e difficile da gestire".

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