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Roma-Venezia: il congedo dai tifosi, lottando per l'Europa

I giallorossi affrontano i quasi retrocessi arancioneroverdi per "essere padroni del proprio destino" senza pensare alla finale del 25 a Tirana

L’inutile tentativo di Lorenzo Pellegrini di avere spiegazioni sulle surreali decisioni dell’arbitro Aureliano nel corso della partita d’andata a Venezia, di Mancini

L’inutile tentativo di Lorenzo Pellegrini di avere spiegazioni sulle surreali decisioni dell’arbitro Aureliano nel corso della partita d’andata a Venezia, di Mancini

14 Maggio 2022 - 11:52

Ci sarà un saluto alla fine, «speriamo col sorriso», ha detto ieri Mourinho. Quello dipenderà dal risultato ovviamente anche se al congedo della Roma dal suo pubblico, almeno da quello dell'Olimpico, immaginare un esito diverso dalla vittoria stasera significa davvero lavorare tanto con la fantasia (calcio d'inizio ore 20,45, telecronaca stavolta divisa tra Sky e Dazn). Tre punti significheranno tanto: intanto la retrocessione del Venezia in serie B, anche se quella potrebbe essere sancita già se oggi pomeriggio, nell'anticipo delle 15, la Salernitana non perderà a Empoli. Ma significherà che l'Europa dipenderà da quello che poi la Roma saprà fare a Torino venerdì prossimo, a prescindere dal risultato di Tirana del 25.

La lotta è serrata, tra quinto e ottavo posto ci sono quattro squadre nello spazio di tre punti e una resterà sicuramente fuori dall'Europa (ieri in un lapsus Mou ha detto che se la Roma arriva ottava e vince la Conference saranno otto le squadre ad andare in Europa, ma non è così: nel caso quinta, sesta e Roma andrebbero in Europa League, nessuno in Conference). Pesanti responsabilità arbitrali hanno inquinato la corsa europea: basti pensare all'assurdo gol in fuorigioco concesso alla Lazio a La Spezia e solo all'ultimo misfatto contro la Roma a Firenze, così ora i biancocelesti si ritrovano avanti di tre punti (a 62) mentre Roma, Fiorentina e Atalanta seguono a 59. La Roma nei confronti diretti è avanti con tutte e tre (con la Fiorentina solo per la differenza reti generale, al momento Roma +13, Fiorentina +9). E dunque se solo una delle due a pari punti (Fiorentina in casa con la Samp, Atalanta in casa col Milan impegnato per lo scudetto) perdessero la loro partita non bisognerebbe neanche aspettare la gara di Torino per avere l'aritmetica certezza di aver guadagnato un posto europeo, poi si vedrebbe quale. Tutto aperto, insomma, e comunque non c'è da fidarsi neanche del Venezia, teoricamente ancora appeso alla speranza salvezza.

Quest'anno l'Olimpico è stato un propulsore niente male per la Roma. In campionato Mou ha vinto dieci delle diciotto sfide fin qui disputate, pareggiandone cinque e perdendone tre, due in maniera rocambolesca (con Milan e Juventus), una nettamente (con l'Inter). In Europa è invece uscita imbattuta, con cinque vittorie e due utilissimi pareggi buoni entrambi per la qualificazione al turno successivo (col Bodø nel girone e con il Vitesse agli ottavi). E la sublimazione col pubblico entusiasta è stato il fenomeno più emozionate e più spettacolare da raccontare. Le ultime tre partite hanno superato tutte la soglia dei 60.000 spettatori e se in un caso l'importanza della posta in palio giustificava l'interesse (con il Leicester), per le due sfide di campionato contro Salernitana e Bologna si è trattato di amore puro e incondizionato. Lo stesso che porterà anche oggi al sold out, con i romanisti pronti anche a riempire lo spicchio di settore ospiti tornato invenduto dai tifosi del Venezia. All'andata le suggestive immagini dei tifosi pronti a riversarsi al Penzo dai battelli hanno fatto da contrasto emozionale quasi insopportabile con la rabbia per l'immeritata sconfitta maturata sul campo. La Roma andò sotto su calcio piazzato dopo pochi secondi, ma poi ribaltò decisamente la partita, salvo vedersi poi raggiungere dall'ennesimo calcio di rigore inventato dall'arbitro, tale Aureliano di Bologna (che la Roma non ha fortunatamente mai più incontrato). E spingendo poi in maniera sicuramente avventata per ritrovare i tre punti fu colpita e affondata in contropiede. Fu la quarta sconfitta su tredici confronti in assoluto: quasi una bestia nera considerando il lignaggio decisamente modesto degli avversari. Al Penzo Capello si giocò praticamente uno scudetto, stavolta in palio c'è un po' meno. Ma non è il caso di correre rischi.

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