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Roma, Perotti: "Tante differenze tra Spalletti e Di Francesco"

L'argentino ha commentato la vittoria contro il Chelsea e il suo ritorno in Nazionale

La Redazione
03 Novembre 2017 - 14:34

Autore del terzo gol nella splendida vittoria contro il Chelsea, Diego Perotti ha commentato il momento della Roma, facendo anche dei paragoni tra la gestione Spalletti e la gestione Di Francesco. Ecco le dichiarazioni del giocatore argentino.

Ti aspettavi il 3-0 contro il Chelsea?
Non un 3-0, ma eravamo certi di poter vincere dopo la grande partita a Londra. E' stato sicuramente più difficile recuperare il 2-0 lì, perché una volta trovato il primo gol così presto è stato tutto più facile l'altra sera. Abbiamo vinto e fatto divertire i nostri tifosi, dimostrando che la squadra c'è.

E' la rivoluzione di Di Francesco?
Sicuramente ci ha messo del suo perché avevamo una maniera di lavorare diversa da quella che ha voluto sin dall'inizio. Quelli che hanno iniziato a lavorare con lui da Pinzolo magari lo hanno capito prima, rispetto a quelli che sono arrivati dopo. Non è facile cambiare modo di giocare, passando da un allenatore all'altro e ci vuole tempo, ma adesso penso che si stiano vedendo i risultati del suo modo di lavorare e delle sue idee di calcio e di pressing.

Quali sono le differenze tra Spalletti e Di Francesco?
Con Spalletti alternavamo difesa a tre e a quattro, Di Francesco non cambia gli piace il 4-3-3 e gioca così sempre, fino ad ora. Personalmente mi chiede molto di prendere palla e buttarmi dentro tra le linee, cosa che non facevo quasi mai prima.

Il pressing alto?
Sì, vuole una squadra corta  e stretta. Con il tempo abbiamo imparato a farlo bene e i risultati si vedono.

Ti senti meglio rispetto al passato?
Quando uno non gioca con continuità è difficile. Anche entrare per 10-15 minuti non è facile. Giocare sempre non si può perché siamo in tanti e quello l'ho capito. L'anno scorso, nella seconda parte di stagione non ho giocato molto perché c'è stato un cambio modulo e la squadra vinceva. Io dovevo solo allenarmi e farmi trovare pronto. Era una scelta dell'allenatore che magari non mi vedeva in un buon momento e ha scelto altri compagni. Quest'anno sto bene fisicamente, ho fatto un bel ritiro e avevo lavorato per conto mio anche in Argentina, a 29 anni non puoi presentarti in ritiro senza aver fatto nulla.

Speri nel Mondiale?
Dopo sei anni mi hanno richiamato, vuol dire che Sampaoli ha visto qualche partita. Io me la gioco adesso con le amichevoli che ho davanti, dopo la Fiorentina, mi gioco il 90% di possibilità di andare. Non mancano molte gara, le mie possibilità si decidono adesso e io me la giocherò al 100%".

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