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Dream, baby, dream: contro l'Inter l'attacco più giovane di sempre

Il turco per tornare decisivo, il ceco per tornare quello di Genova. L'olandese per prendersi la Roma, Zaniolo per confermarsi e non far rimpiangere Pellegrini

Zaniolo, Kluivert e Under in allenamento, di LaPresse

Zaniolo, Kluivert e Under in allenamento, di LaPresse

02 Dicembre 2018 - 07:00

Ottantuno. Zaniolo, Kluivert, Ünder, Schick, le carte d'identità, sommando, dicono ottantuno anni. Una media di venti e tre mesi a giocatore. Per quello che è il reparto offensivo più giovane della storia giallorossa. Schick centravanti, Ünder e Kluivert esterni offensivi, Zaniolo in quel ruolo di trequartista centrale che sembra fatto apposta per le qualità di un ragazzo che nella testa e nei piedi sembra avere un calcio importante. Quattro ragazzi che dovranno provare a trasformare l'incubo (esagerato, ma ci sta) che stiamo vivendo in questa stagione, in un sogno per il presente e soprattutto il futuro. Con Dzeko ed El Shaarawy alle prese con i muscoli flessori, Perotti appena rientrato e buono solo per la panchina, magari per uno spezzone di gara ma niente più, toccherà alla linea verde provare a tirare fuori la Roma dalla buca in cui si è andata a cacciare.

Sempre che non ci sia qualche nuovo allarme dall'infermeria. Ieri sera infatti, proprio mentre stavamo scrivendo queste righe, si è diffusa la voce che Ünder fosse alle prese con un problema fisico. Rapido giro di telefonate, la Roma ha smentito, «nessun problema», anche se probabilmente il turco un fastidio deve averlo sentito, fastidio che, comunque, non ne dovrebbe mettere in dubbio la sua presenza stasera contro l'Inter. Presenza, tra l'altro, che in conferenza stampa era stata ufficializzata da Di Francesco, unica certezza date alle stampe, perché per il resto Di Francesco non ha voluto dare «aiuti a Luciano». E allora via libera all'attacco baby (in alternativa potrebbe esserci Florenzi alto con Kluivert in panchina e Santon esterno basso) con quattro protagonisti che hanno tutti bisogno di dimostrare qualche cosa.

A cominciare proprio dal turco che negli ultimi giorni ha dormito pochino, ancora inseguito dal pensiero di quell'orrore a porta vuota contro il Real Madrid che potrà essere smaltito del tutto soltanto con un gol o una prestazione in grado di rilanciare la Roma. Ancora peggio, in questo senso, sta Patrick Schick che è un anno e mezzo che sta cercando di ritrovare il se stesso lasciato a Genova dove entrava, giocava, stupiva, segnava, mentre da quando veste il giallorosso il ragazzo ceco è più un flop di mercato che un investimento azzeccato. Si è sempre detto che aveva e avevamo tutti bisogno che Schick giocasse con un minimo di continuità. Ecco, ora ce l'ha. Stasera andrà in campo per la quarta gara consecutiva, e poi ci sarà la quinta, la sesta, la settima, l'ottava, visto che Dzeko prima del ventidue dicembre, trasferta sul campo della Juventus, difficilmente potrà essere di nuovo a disposizione del tecnico. Per Schick è questo il momento per invertire una tendenza negativa che lo sta accompagnando da quando il suo nome è su un armadietto di Trigoria. Forse, infine, quello che ha meno bisogno di dimostrare qualcosa è il baby Zaniolo, diciannove anni di talento che ci ha fatto vedere tutte le volte che è andato in campo. Dovrà farci dimenticare Lorenzo Pellegrini, lo può fare.  E allora, dream baby dream.

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