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in Germania

Bundesliga, la sfida della ripresa "in libertà vigilata"

L'altro mondo della Germania: aumentano i contagi, ma il sistema tiene e il campionato tornerà ufficialmente il 16 maggio. Gli altri sport protestano

L'Allianz Arena, stadio del Bayern Monaco

L'Allianz Arena, stadio del Bayern Monaco

08 Maggio 2020 - 07:00

Adesso è arrivata l'ufficialità: la Bundesliga, intesa nel suo complesso con prima e seconda divisione, ripartirà il prossimo 16 maggio. L'annuncio è stato dato ieri in conferenza stampa dall'ad della Dfl, la Lega Calcio tedesca, Christian Seifert. L'ultima giornata avrà luogo il 27-28 giugno: «Non saranno partite normali, dobbiamo essere chiari: stiamo giocando in una situazione di libertà vigilata e tutti devono essere consapevoli che ogni giornata è una nuova possibilità per dimostrare che meritiamo di giocare la prossima», ha detto Seifert. Parole del tutto rassicuranti, ma che suonano come un tentativo coraggioso di un campionato di calcio che ha raggiunto un livello alto scalando posizioni e non vuole cedere di un centimetro.

Il patto stato-cittadini

Coraggio, tanto. E ragionevole spensieratezza. Con questi due ingredienti Angela Merkel (che si sta giocando anche una buona fetta del proprio futuro in politica) sta guidando il Paese, forte di infrastrutture e certezze sistemiche ataviche per la nazione tedesca, fuori dall'emergenza sanitaria che la Germania l'ha toccata, certo, ma in maniera non così poderosa (gli ospedali non hanno avuto affanni enormi), almeno stando ai numeri ufficiali: meno di 170.000 casi e poco più di 7.000 morti. Nulla a che vedere, soprattutto in termini di decessi, con gli altri grandi d'Europa come Spagna, Italia, Francia e Gran Bretagna. Un vero lockdown nazionale non c'è mai stato e se c'è stato è durato pochissimo. Le regioni hanno pressato e ottenuto (anche per via del federalismo) di adottare misure sempre meno rigide nel corso di questi due mesi (il Länder dello Schleswig-Holstein ha revocato il divieto d'ingresso per i turisti con effetto dal 18 maggio).

Il tutto con il distanziamento sociale e con il buonsenso e la responsabilità ispirate dal sempre stretto - in Germania (dove la metro di Berlino non ha i tornelli) - rapporto fiduciario tra istituzioni e cittadini. Scuole, piccoli negozi e ristoranti sono ripartiti. E ora - pur con un monitoraggio attivo e con la possibilità che tutto si fermi di nuovo - anche il calcio lo farà. Anche se i contagi sono in aumento (ieri +750). Anche tra i calciatori, visto che altri due giocatori sono stati trovati positivi al Covid-19 nella seconda fase di test: «Ma tutti sono privi di sintomi», ha "rassicurato" Seifert. «Se abbiamo posto un limite al numero di infezioni per fermarci? Dico che statisticamente non è molto probabile che il calcio professionistico possa essere responsabile di una possibile seconda ondata di infezioni, il gruppo di persone del sistema è abbastanza gestibile», ha concluso il Ceo della Dfl. A breve dovrebbe essere calendarizzata anche la coppa nazionale. Nessuna decisione invece per la stagione 2020-21: «Bisogna vedere che succederà nelle coppe europee».

Il dibattito e le tv

Un'altra cultura, decisamente, quella della Germania, dove la discussione sul calcio da chiudere o da riaprire non è così accesa come in Italia (Merkel, che pure parla pochissimo, non riceve domande sul calcio in conferenza stampa, per dire), non è così tanto uno scontro politico. Si è fatto sentire, certo, il fronte del no: all'interno della Lega, Fortuna, Norimberga, Werder e Mainz erano contrarie a partire già nel weekend (anche per i pochi allenamenti di gruppo nelle gambe) e parlano di «competizioni falsate». Gli ultras si sono espressi e, come in Italia, sono contrari. Anche la scienza ha detto la sua: Karl Lauterbach, epidemiologo della Spd alleata politica di Angela, ha definito una «farsa» il protocollo di igiene e sicurezza dei giocatori: «Il riavvio del campionato è un segnale fatale, una decisione falsa e commerciale». Contrari anche i Verdi, che hanno parecchi consensi in Germania: «Incomprensibile bonus per i professionisti del calcio», ha sostenuto Monika Lazar, portavoce delle politiche sportive, in rappresentanza degli atleti delle altre discipline.

Sul fronte tv, tra i vari aspetti legali (ripartendo sabato 16 per ora è rimandato il problema dell'anticipo del venerdì di Dazn che lo ha appaltato da Eurosport, l'unica tv a non aver pagato l'ultima rata), in vista della ripresa delle partite di campionato, Sky (il cui commentatore Lothar Matthäus, ex interista, ha detto che «il calcio è la medicina della psiche») ha deciso di trasmettere gratuitamente in chiaro in Germania il 26° e il 27° turno della Bundesliga e della 2.Bundesliga. Soddisfatta la Dfl: «È una bella storia. Sky sta facendo un passo molto importante tenendo conto di queste condizioni speciali», ha detto Seifert. «Il ritorno della Bundesliga è una buona notizia per i nostri clienti e appassionati di calcio, per il miglior intrattenimento possibile in questa difficile situazione», ha spiegato il direttore di Sky Sport, Jacques Raynaud.

Il plauso dell'Uefa

Soddisfazione anche da parte del presidente della Uefa, Aleksander Ceferin: «Che le autorità tedesche abbiano trovato l'accordo per la ripresa è una grande notizia, passo gigantesco per riportare ottimismo nelle vite della gente. È il risultato del dialogo costruttivo e di una pianificazione attenta tra le autorità calcistiche e politiche. Credo che la Germania sarà un esempio brillante per come riportare le emozioni del calcio nelle nostre vite».

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