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Tommasi: "Speriamo ci siano le condizioni per chiudere quando chiesto dall'Uefa"

Il presidente dell'Assocalciatori: "Se abbiamo tempo di terminare i campionati, è ovvio che tutti vorremmo farlo. E' più facile dire non prima del..."

La Redazione
05 Aprile 2020 - 11:41

Damiano Tommasi è il presidente dell'Assocalciatori e, come tale, è portavoce di una delle tante categorie di sportivi coinvolti nell'emergenza coronavirus. Con il calcio che cerca di stabilire delle date per ripartire, e con l'Uefa che ha stabilito al 3 agosto il termine ultimo per completare le competizioni, il numero 1 Aic ha detto la sua i microfoni di RaiNews24. Ecco le sue parole.

"E' più facile dire non prima del… Come hanno già deciso in altri paesi. La notizia di ieri della Uefa di provare a chiudere entro il 3 agosto ci dà un limite temporale".

In Bundesliga, hanno deciso maxi-ritiro nelle zone meno colpite.
"E' un esercizio dialettico. L'OMS parla di pandemia, non so quali possano essere le città non colpite. Rischiamo di essere smentiti dall'epidemia stessa".

Lei ha detto che giocare in estate per i calciatori è l'ultimo dei problemi.
"Il tema è questo: se abbiamo tempo di chiudere i campionati, è ovvio che tutti vorremmo farlo. Ma il processo decisionale oggi parte dalla comunità scientifica e speriamo ci siano le condizioni per chiudere prima del 3 agosto, così come chiesto dall'UEFA".

Qual è la vostra posizione sui tagli degli stipendi?
"Con la Lega Pro abbiamo provato una soluzione collettiva. Con la Lega Serie A non siamo entrati nei dettagli, anche perché le prime scadenze sono fissate per il 20 aprile. Oggi non sappiamo se si chiuderà prima, anche perché la UEFA e l'ECA chiedono di provare a chiudere le stagioni. I calciatori come sempre fatto, faranno la loro parte".

Il Monza ha tagliato gli stipendi di marzo del 50%.
"Sono accordi che singolarmente i club cercano con i propri tesserati. Noi con la Lega Pro parliamo soprattutto dei redditi più bassi che rischiano di non essere rispettati per la crisi. Vogliamo tutelare questi stipendi che non sono paragonabili a quelli dei grandi campioni. Il 60-70% dei calciatori in Lega Pro guadagna meno di 50mila euro lordi. Sono tanti i ragazzi che oggi non hanno una prospettiva, la Serie D conta 160 squadre su tutto il territorio e sarà difficile trovare una situazione di sicurezza su tutto il territorio. E questo mette in difficoltà tutti".

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